Il Pd al Punto C

Scegliere il candidato con le primarie o in direzione? Lepore o De Maria? Guardare alla sinistra o al centro? Il colpo non riuscito in primavera e le primarie chieste troppo tardi: dem al Punto Critico

di Massimo Gagliardi, giornalista


Stefano Vaccari? E chi è? È un modenese, raccomanda ai dem di Bologna di fare le primarie. Dica pure quel che vuole, rispondono alcuni dirigenti Pd di sotto le Torri. Obiezione: ma è il capo dell’Organizzazione del Pd nazionale. Replica sbrigativa: è un modenese. E il discorso l’è bell’e chiuso. Chiuso un bel niente, rispondono gli altri. Il Pd di Bologna si trova al Punto C, il punto critico.

Una parte vuole il candidato unitario, scelto pesando le tessere tra Direzione e assemblea cittadina. È la parte scelta dal segretario Luigi Tosiani dietro cui si riparano e muovono in diversi, tra cui il Fantasma del palcoscenico, Andrea De Maria. Per alcuni di questi, unitario vuol dire unico.

L’altra parte vuol passare dalle primarie. Sono previste dallo Statuto ma si fanno quando fa comodo. È per questo che il Pd nazionale le chiede per Bologna guardando a Roma (vedi Carlo Calenda). Chi però ora le invoca, a gran voce, arriva in ritardo e rischia di perdere la partita. Matteo Lepore si muove, tesse reti e attorno a lui crescono voci di liste civiche.

Ma crescono anche voci di inciuci, accordi già predefiniti da mesi, dai tempi del primo lockdown, per evitare le primarie e scegliere l’uomo solo al comando, De Maria.

Vere o false che siano questi voci, basta la semplice logica. Da mesi infatti, dentro il Pd bolognese si combatte una battaglia senza esclusione di colpi, ricca di finte, parate e spifferate. Si farebbe fatica a capire ma certo una cosa è molto chiara: trascinare il dibattito, stancare l’avversario che non hai potuto mettere ko, colpendolo ai fianchi. E cioè: se l’inciucio non è riuscito, si va allo scontro.

Ecco perché il Pd ora si trova al Punto C, al punto di rottura.

Dopo l’intervento di Vaccari a favore delle primarie e non potendo rispondergli, Tosiani ha dovuto di nuovo recitare sul Carlino il mantra del “basta personalismi, pensiamo alle idee”. E si ritirano fuori le infrastrutture, il welfare, il lavoro. Ormai dicono tutti le stesse cose.

Basta, per favore.

Nell’articolo a fianco, sempre sul Carlino, il segretario della Uil fa un assist a De Maria sindaco. E qui capiamo che il Fantasma, dopo la prima uscita su Repubblica contro l’invadenza delle coop, riappare indirettamente sul palcoscenico.

Insomma, Lepore chiama Roma, De Maria muove su Bologna.

I loro sono due progetti diversi: Lepore guarda a Coalizione civica (ovviamente favorevole alle primarie), De Maria a Bologna civica di Tonelli. Lepore vuole le primarie, De Maria il 20 ottobre ha detto che “non ci sono le condizioni” per svolgerle.

Ecco quindi che si va a pesare le tessere e il gioco si svolge al chiuso. Lepore, che vede sfumare le primarie, tesse reti e si prepara alla resistenza.

Siamo al Punto C, il punto critico. Se passa De Maria, Lepore sale in montagna. Stavolta la promessa di un seggio al Parlamento non sembra funzionare.


2 pensieri riguardo “Il Pd al Punto C

  1. Qui ci vuole un diserbante. Efficace sul signore delle tessere De Maria, lui sì privo di visione e misoneista. Alla larga, si scrivano programmi e CRONOPROGRAMMI. Lepore è l’unico che ha capito che per ascoltare e fare occorrono persone giovani e vispe, e sta lavorando, con un buon senso del tempo, per affiancare nuove forze agli esperti funzionari comunali. Personalmente, mi sento criticamente tifosa

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