“Ustica e gli anni Ottanta“, un convegno per il 40mo anniversario della strage del Dc9 Itavia

Il 12-13 novembre in diretta dalla pagina Facebook del Dipartimento di Storia culture civiltà dell’Università di Bologna (www.facebook.com/disci.unibo)

di Daria Bonfietti, presidente Associazione parenti vittime della strage


Pur nella difficoltà del momento, nel rispetto della normativa si terrà, usufruibile sulla piattaforma del dipartimento di Storia culture e civiltà, il convegno “Ustica e gli anni Ottanta”, organizzato dall’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica e dall’Istituto Parri.

Si tratta della conclusione delle iniziative per il 40mo anniversario della strage di Ustica che si erano aperte con la presenza del presidente della Camera, Roberto Fico, al convegno “Cosa avremmo saputo di Ustica senza la stampa?”, organizzato in collaborazione con la Fnsi, il sindacato dei giornalisti, e che avevano avuto i momenti più significativi (pur senza dimenticare gli spettacoli “Attorno al Museo”) nel messaggio e nella visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio al  Museo per la Memoria di Ustica.

“Dalla verità alla storia” è l’impegno che l’Associazione si è data in questi anni: ottenuta la verità giudiziaria spetta agli storici, agli studiosi, all’Università scrivere la storia di quegli anni terribili. Si è sempre ritenuto infatti che “per andare oltre la dimensione del dolore privato, e financo oltre la richiesta di giustizia, sia assolutamente necessario approdare alla Storia, nella consapevolezza che la verità giudiziaria, ancorché irrinunciabile, non può essere sufficiente a restituire il significato dell’accaduto”.

Il convegno, in questa prospettiva, nei due giorni dei lavori offrirà un panorama complessivo delle vicende del nostro Paese in quel 1980 che sempre più ci appare come anno di “svolta”: si analizzerà una società in transizione, il suo sistema politico, le vicende dei partiti, il ruolo del Parlamento e dell’opinione pubblica e della stampa. E poi l’emergere della mafia al nord, le variazioni dei consumi e lo stato della giustizia e degli apparati militari. Con un occhio rivolto anche ai cambiamenti nel teatro nel cinema e nella letteratura.

Saranno impegnati come relatori eminenti personalità del mondo accademico non solo bolognese, dai professori Fulvio Cammarano, Paolo Capuzzo, Gianfranco Pasquino fino a Giovanni De Luna.

Ricordiamo che il convegno si inserisce in una collaborazione e in un impegno di ampio respiro di Associazione e Istituto Parri, fa seguito al versamento degli archivi dell’Associazione al Parri (che li conserva e li pone a disposizione di studiosi e cittadini) e ai convegni del 2015 “1980. L’anno di Ustica”, che indagò il contesto internazionale degli anni a cavallo del 1980, e del 2016 “Ustica. Il bisogno di verità: la direttiva Renzi”, che affrontò il tema della declassificazione e del trasferimento presso l’Archivio centrale dello Stato dei documenti relativi alle stragi italiane.

Nel 2015 con “1980 l’anno di Ustica” (sono disponibili gli atti editi da Mondadori) si era approfondita la riflessione sullo scenario internazionale mettendone in luce profondi mutamenti: alle tradizionali contrapposizione occidente-mondo comunista si andava aggiungendo, soprattutto nel Mediterraneo, la spinta araba che faceva emergere nuove frizioni e nuovi protagonismi, quello della Libia in particolare.

È significativo che il convegno di questi giorni venga aperto dal sindaco di Bologna e dal Rettore dell’Università, Virginio Merola e Francesco Ubertini, perché proprio dalla loro intesa è maturata un’iniziativa che, a partire da un bando pubblico, ha permesso al nostro Ateneo di dotarsi di un’ulteriore professionalità per studiare quel periodo storico, gli anni del terrorismo, che tanto hanno insanguinato la nostra città. Fare storia, stimolare la ricerca e la conseguente didattica rimane l’impegno che il convegno ribadisce, perché fare memoria con il Museo, fare storia, aprirsi con la didattica alle nuove generazioni è il modo di essere dell’Associazione che cerca di stringere sempre più i legami con Bologna, le sue istituzioni la sua vita civile e culturale.


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