Filippini: auspico unità, ma se dobbiamo litigare meglio le primarie

Per la sindaca di Pianoro oltre agli organi dirigenti del partito bisogna ascoltare tutti i sindaci perché il primo cittadino di Bologna è anche sindaco metropolitano

di Barbara Beghelli, giornalista


“Se dobbiamo litigare sul nome del candidato a sindaco di Bologna allora meglio fare le primarie. E se bisogna organizzarle allora è questo il momento, che poi magari l’inverno porta la terza ondata di Covid”. Altra questione: “Non so se c’è il tempo per farle (le primarie) e se esiste la possibilità dell’online, ma in ogni caso non mi incarterei sui nomi”. Poi: bisogna sentire l’assemblea cittadina, la direzione metropolitana, i segretari di circolo e di quartiere, i presidenti di quartiere, ma “non dimentichiamoci di contattare anche tutti i sindaci, che il primo cittadino di Bologna è anche sindaco metropolitano” e non tutti i sindaci fanno parte degli organi dirigenti. Quindi, “auspico che esca un nome unitario ma in ogni caso non spacchiamoci su questo. La coalizione, poi, che sia la più ampia possibile: già abbiamo perso per strada i Verdi”.

Parte così il dialogo con Franca Filippini. Sindaca di Pianoro, suo luogo natio che mai ha lasciato e dove abita con la famiglia, il marito ingegnere e i due figli, Edoardo manutentore aereonautico e Francesco operaio meccanico più Quentin Labrador Retrievier, ammette: “Sono innamorata della mia terra”.

Pianoro, i cui confini spaziano da via Toscana a Livergnano al Monte delle Formiche, famoso perché l’8 settembre immensi sciami di formiche alate raggiungono la sua vetta e qui muoiono (solo i maschi, però), è un comune immerso nella natura con la enne maiuscola: un fiabesco Appennino, profondi calanchi e bellissime valli dove risiedono 17.620 anime spalmate tra Pianoro Vecchia, il centro storico di un tempo che fu, e Pianoro Nuova. Un comune dove il turismo è lento, fatto di passeggiate in mezzo ai boschi, magari dalla mattina alla sera e che ai tempi del Covid è ancor più bolognese o, come si dice da qualche anno, metropolitano.

La sindaca, sessant’anni, diplomata alle Laura Bassi, dove è nata la passione politica anche su esempio dello zio paterno segretario di circolo, ha fatto tutto il percorso politico istituzionale, tutta la gavetta, come si suol dire. Consigliera comunale, vicesindaca con Gabriele Minghetti, assessora alla scuola e alle politiche infantili per 10 anni. Ha un buon rapporto coi cittadini, “anche se tanti si sentono di dover dare dei consigli, forse per via del fatto che sono una donna e con me parlano”, dice. In realtà il perché non se lo spiega neanche lei, ma comunque sa che le vogliono bene e la fermano per strada: “Ricevo tanto affetto, davvero”.

È dura amministrare un Comune, di questi tempi?

“È faticoso in generale perché sei accesa h24; io sono sempre in Comune dalla mattina alla sera, quindi si toglie molto tempo alla famiglia, soprattutto se hai dei figli piccoli”.

Come sta vivendo questo periodo? I suoi cittadini come hanno reagito ai vari divieti?

Io personalmente non ho mai avuto un orto bello come quest’anno, cioè da quando mio marito è in smart working, e invece che fare la spola tra Pianoro e Perugia cura meravigliosamente i nostri ortaggi. I pianoresi invece sono arrabbiati, soprattutto i commercianti, non capiscono le nuove imposizioni”.

E lei? Dorme sonni tranquilli?

“No, ma sono abituata, non spengo mai il telefono tanto tutti i minuti ce n’è una”.

Cosa mi dice del nodo di Rastignano?

“A un mese dal via del secondo e ultimo stralcio del primo lotto non mancano le critiche, come da copione: prima c’erano sempre code allucinanti e si lamentavano tutti, quindi le arrabbiature di oggi sono un po’ falsi problemi. È cambiata la viabilità, i primi giorni sono stati caotici, ma ci vuole un po’ di pazienza! Il secondo stralcio sarà nel 2022 con un bando europeo. Cercheremo nel frattempo di migliorare quel che non va”.

Donnne&politica: che ne pensa?

“Ne servirebbero di più, in generale. Purtroppo fare l’amministratrice pubblica o la consigliera comunale o regionale che sia è ancora visto come un mestiere maschile, ma non è così. Comunque mi sembra che anche per Bologna abbiano pensato solo a degli uomini-candidati”.

A proposito di campagna elettorale, le consultazioni interne al Pd stanno volgendo al termine: lei ha preferenze?

“Aitini è quello che conosco meno, Lepore quello che ho visto un pochino di più. Comunque ribadisco: le consultazioni dovrebbero riguardare tutti i sindaci metropolitani e delle primarie se ne può parlare. O no?”.


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