Guida galattica alla lettura dei primi sondaggi Necessariamente è una sfida a tre

Sul portale ScenariPolitici vengono riportati i primi dati pubblici di vasta scala per quanto riguarda gli umori dell’area del centrosinistra bolognese. Dall’83% dell’elettorato favorevole alle Primarie fino al gradimento per i singoli potenziali candidati. Facciamo insieme un po’ di conti

di Andrea Femia, digital strategist cB


Mentre scrivo è venerdì sera, i locali sono chiusi, il coprifuoco è una cosa nata e pensata per chi della pigrizia ha fatto il suo modus vivendi e quale sballo maggiore che mettersi a studiare un po’ di numeri sulle prossime competizioni elettorali? 

Finalmente Winpoll ha messo giù per il portale scenaripolitici.com un quadro pieno di dati da tenere in considerazione, per quanto riguarda le elezioni a sindaco di Bologna. Il primo riguarda le primarie, che, se ci seguite, saprete che sono la nostra grande bandiera. L’area interessata alle domande di chi ha curato questi sondaggi è quella del centrosinistra di Bologna. Il dato è devastante.

Alla domanda specifica, l’83% degli intervistati che hanno un’opinione in materia ha detto che preferirebbe che il candidato sindaco del centrosinistra di Bologna si scegliesse tramite le primarie. Un dato schiacciate in ogni fascia di popolazione, e tra i simpatizzanti di ogni partito chiamato in causa. Spicca il dato degli over 65, spesso usati come scudo da chi le primarie non le vuole. L’85% di loro vorrebbe le primarie. Risulta comunque difficile stabilire una fascia in cui il dato non sia clamorosamente schiacciante, a dimostrazione – se ce ne fosse davvero bisogno – che la base degli elettori di centrosinistra ama le consultazioni in cui è forte il sentore di dare il proprio contributo decisionale.

Veniamo dunque alla seconda grafica, entriamo insieme nello scenario più intrigante, quello del totonomi

Qui l’equilibrio tra Matteo Lepore ed Elisabetta Gualmini rientra totalmente nel margine d’errore comunicato dai sondaggisti. In questa fase, la differenza del 2,6% è presumibilmente leggibile come una vera e propria parità. Sono più staccati De Maria, Aitini e Lombardo. Però sappiamo che i numeri vanno letti diversamente da come appaiono a una rapida lettura, per cui ci basta unire il dato degli ultimi tre, che ragionevolmente troveranno una soluzione unitaria, per avere un 32,6% che dividerebbe in tre la torta che esce fuori da questo sondaggio. Quando hai tre candidature così diverse e così equamente pesanti, ha davvero senso fare finta di poter trovare una soluzione unitaria che non passi dal voto della base? 

Spoiler: No

In questa terza grafica invece la preferenza dei vari candidati a seconda dell’appartenenza relativa al singolo partito. Il dato di Lepore sembrerebbe il più confortante nella vastità dello schieramento che va dal centro alla sinistra, scendendo di pochissimo sotto il 20% solamente in un caso. Diversa la situazione di Elisabetta Gualmini che sfonderebbe al centro, lasciando però totalmente scoperta la Sinistra. Diversamente da quanto fatto prima, è difficile fare i calcoli sul potenziale candidato unitario del trio De Maria – Aitini – Lombardo. Con il primo che sembrerebbe meglio visto dagli elettori del suo stesso partito mentre Aitini sembrerebbe trovare l’interesse delle aree distanti Italia Viva e quella della Sinistra, dove l’unico dato che possa impensierire quello di Lepore è quello di Marco Lombardo. Il problema di fondo della candidatura unitaria è tutta in quelle discrepanze di equilibrio tra le varie aree della coalizione.

Gli ultimi dati sono, ad avviso di chi scrive, quelli più simili ad uno scenario da fantapolitica che non ad un dato reale. In effetti parlano già delle elezioni a sindaco di Bologna senza conoscere, però, il nome del candidato del centrodestra.

La lettura sembrerebbe ovvia. Il Centrosinistra vince chiunque candidi, ma fare un ragionamento del genere è quanto meno avventato. In primis perché il 36% risponde di non sapere chi votare. In second’ordine perché non conoscere i candidati del Centrodestra e del Movimento 5 stelle esclude radicalmente di poter immaginare un contrappeso sul singolo dato. 

Tanto per dirne una, immaginate quanto cambierebbe lo scenario se a destra si candidasse un signor nessuno o un noto imprenditore capace di tenere le fila dell’elettorato moderato. Le oscillazioni date da variabili sconosciute in questa fase sono semplicemente troppo eccessive per avere un quadro credibile. Per ciò che concerne l’area del centrosinistra, invece, le opinioni si possono fondare su dati basati su scenari molto più consolidati e, soprattutto, su persone abbondantemente conosciute.

Insomma, entriamo nel vivo. Era ora.


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