Il palcoscenico ai tempi della pandemia: una dura, nuova realtà che gli operatori dello spettacolo – attori, registi, direttori di teatri – si sono trovati costretti ad affrontare in quest’anno appena finito. Abbiamo incontrato Gabriele Baldoni, attore e “Deus ex machina” degli spettacoli messi in scena, senza pubblico e in streaming, nella piccola chiesa sconsacrata che ospita l’associazione artistica in Via Arno. Fra questi, “Raccontami di Bologna”, più di 18 repliche in un anno
di Sara Musiani, comunicatrice
Ciao Gabriele, mi racconti chi era il conte Rusconi? E come è nata l’idea di “raccontare” Bologna?
È uno spettacolo nato per presentare un progetto dedicato a Bologna Estate 2019; un racconto da portare sul palcoscenico che potesse coniugare la storia vera con elementi di comicità. Fra personaggi realmente vissuti e licenze interpretative nascono gli spunti da mettere in scena: Partiamo sempre da dati reali, per imprimere allo spettacolo una finalità didattica. È nato così il personaggio del Conte Rusconi, nobile anfitrione appartenente a una importantissima famiglia di latifondisti bolognesi, che nella sua dimora campestre – Villa Rusconi – ci presenta i suoi numerosi ospiti, tutti personaggi celebri vissuti, come lui, durante il secolo dei Lumi. Assieme al Conte un altro personaggio domina la scena: la svampitissima ma affascinante Contessa Rossi Martinetti (alias Claudia Rota, attrice, regista e direttrice artistica del Teatro degli Angeli), donna colta e bellissima, grande salottiera, aveva affascinato personaggi del calibro di Ugo Foscolo, Antonio Canova, e oggi riposa nella parte monumentale del nostro cimitero della Certosa.

Quest’estate, per ovviare ai problemi sanitari avete addirittura allestito un palcoscenico esterno: ora vi siete organizzati su piattaforme online come Facebook, dove reciterete in diretta: è il caso di dire che il teatro, per sopravvivere, si deve reinventare continuamente?
Sicuramente sì. Abbiamo sentito la voglia di rifare teatro, ma all’inizio non è stato facile; dovevamo lottare contro la disaffezione del pubblico, legata, comprensibilmente, alla paura del contagio. Quest’estate abbiamo messo in scena più di 40 spettacoli e saggi di teatro. La primissima esperienza via web l’abbiamo avuta recentemente, in occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, dove abbiamo reso fruibile a titolo gratuito uno spettacolo sui testi di Gianni Rodari. Pur non essendo tecnicamente “teatro” – che sarebbe un’esperienza con gli attori davanti – il mezzo tecnico dei social è un filtro che inevitabilmente trasforma lo spettacolo in un qualcosa di più televisivo… e quindi deve essere altamente qualitativo per essere un’esperienza piacevole che ricordi quella dal vivo.
Come sta reagendo il vostro pubblico? Online è più o meno facile diffondere l’arte?
La cosa che ci ha stupito è stata vedere che con “Raccontami di Bologna”, in cui abbiamo chiesto un seppur piccolo contributo economico, abbiamo ricevuto richieste di iscrizione per più di 120 utenti, cosa mai vista per i numeri e la capienza del nostro piccolo Teatro. A livello didattico restiamo fortunatamente molto attivi con i nostri corsi di teatro, e sebbene siano in streaming, vediamo che molti adulti si iscrivono per evadere dalla routine domestica a cui siamo costretti.
Come affrontate la recitazione a distanza?
Recitare senza pubblico è terribile. In generale è difficile perché non si riceve in tempo reale la reazione di chi ti ascolta, ecco perché – non ce ne vogliate – abbiamo deciso di inserire ogni tanto qualche risata e applausi finti. Poiché si recita “a canovaccio”, cioè senza un copione, questo piccolo artificio (dichiarato) ci serve a creare empatia con il nostro pubblico virtuale, e sicuramente ci incoraggia durante la performance.
Come immagini il teatro in questo agognato nuovo anno?
La paura ahimè temo che terrà ancora lontano il pubblico, anche se i teatri potessero aprire domani. In questi tempi, perché il teatro non muoia, è essenziale che gli artisti facciano corpo unico, e che tutti accettino qualche compromesso in più ma a vantaggio della possibilità di lavorare tutti. Nel frattempo faremo naturalmente ancora spettacoli online; il 5 Gennaio lanceremo in streaming sulla nostra pagina Facebook una nostra versione del Piccolo Principe, perché credo sia importante mantenere vivo l’amore per il Teatro degli Angeli.

Ci congediamo da Gabriele con la speranza di poterlo presto applaudire dal vivo, e ridere per davvero, assieme.