L’ambientalismo non è battaglia di lusso ma l’unico futuro possibile di Bologna: sia al centro del dibattito politico
di Simona Larghetti, presidente associazione Salvaiciclisti Bologna
Giovedì sera la popolatissima assemblea “Manifesto per un governo condiviso della città” promossa, tra gli altri, da ARCI, Yabasta e FIOM, ha raccontato il protagonismo dei movimenti e delle associazioni nella vita della città durante la pandemia.
Più di 30 realtà locali sono intervenute riportando esperienze, visioni e preoccupazioni di una rete che raccoglie migliaia di cittadini tra beneficiari e volontari: dall’esperienza dei dopo-scuola volontari alle mobilitazioni sindacali. Si è parlato di cultura e lavoro, di bisogni e di visioni di futuro per la ripartenza.
Siamo intervenuti come Rete delle lotte ambientali bolognesi (14 soggetti tra Legambiente Bologna, Salvaiciclisti, Campi Aperti, Extinction Rebellion, Rigenerazione-No-Speculazione, Amo Bologna, e altri) per esprimere la nostra preoccupazione sulla distorsione della prospettiva in merito alla crisi ambientale nel dibattito di questa fase di campagna elettorale. Volentieri si allude alle misure di contrasto ai cambiamenti climatici come azioni che rischiano di acuire le disuguaglianze sociali e si alimenta la narrazione della lotta al cambiamento climatico come una “battaglia di lusso”, mentre la realtà è esattamente opposta.
Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale.
L’allargamento del Passante di Mezzo ad esempio, con il suo carico di smog, danneggerà tutta la popolazione bolognese, ma come sempre accade i danni non saranno equamente distribuiti. Il Passante attraversa periferie già gravate dagli effetti delle disuguaglianze economiche e sociali che caratterizzano la nostra epoca, e che la crisi pandemica ha ulteriormente aggravato. Saranno quei quartieri a dover sopportare il peso maggiore dell’incremento di traffico e inquinamento atmosferico e acustico. Aumentare e aggravare le disuguaglianze è inaccettabile, soprattutto da parte di una classe politica che ne predica la riduzione.
Il prossimo Sindaco sarà anche Sindaco della Città Metropolitana di Bologna, territorio su cui sta gravemente pesando il dissesto idrogeologico il cui impatto si sta facendo negli ultimi anni sempre più dannoso per le comunità che si sviluppano intorno ai corsi d’acqua e alle coste. Non possiamo far passare come “battaglie di lusso” quelle che si oppongo al baratto tra posti di lavoro e sopravvivenza del territorio.
La Città metropolitana sta approvando la ZTL Ambientale ma parallelamente permette la costruzione di un Polo Logistico, quello di Altedo, che inonderà di cemento 73 ettari di suolo agricolo in barba a qualunque accordo e fuori da ogni piano approvato. Questo in soldoni significa aumento delle emissioni, aumento delle malattie respiratorie, aumento del dissesto idrogeologico (le case di chi abita a Malalbergo e Altedo piene di fango), significa ridurre la capacità agricola produttiva e quindi rendere necessaria l’importazione di alimenti di prima necessità.
Abbiamo fatto un falò coi mobili e ora stiamo andando a fuoco con tutta la casa: fare qualcosa per l’ambiente vuol dire salvare la vita alle persone, in particolare alle più povere e a chi vivrà condizioni di vita più dure a causa delle disastrose scelte che stiamo continuando a fare.
I programmi politici di chi si candida a governare la città oggi non possono contenere obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni senza strategie concrete di come si intende raggiungere questi obiettivi: i cittadini sono più consapevoli, più informati e più spaventati che mai dalla crisi Covid che rischia di essere la prima di una lunga serie.
Non possiamo continuare a usare l’ambiente come una farcitura propagandistica in una torta di cemento, rischiamo di non avere più cibo e acqua pulita nei prossimi decenni, mentre le città si candidano come i peggiori posti dove abitare, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione.
Se chi si propone al governo della città non sarà in grado di affrontare con onestà e coraggio questo quadro, i movimenti che intendono difendere la salute delle persone e del territorio non staranno a guardare.
In copertina: il nuovo ponte sul Reno previsto nel progetto del “Passante di Mezzo”
Elezioni sindaco Bologna quando? Spero solo in una sufficiente onestà intellettuale per tutte le opere infrastrutturali programmate. Basterebbe guardare al resto d’Europa e usare il buon senso purtroppo merce sempre più rara. Basterebbe ottemperare all’art. 32 della C.I. Ma qualcuno forse non l’ha mai letta. E’ ora di smetterla di fare le cose alla carlona.. Mi viene in mente il mefitico (puzzolente) e mefistico (satanico) progetto (quello pensato) del Passante di Bologna, Gabriella
Ottimo intervento, Simona. Condivido quanto hai scritto. È urgente passare CON COERENZA dalle parole ai fatti. Con una programmazione che individui obiettivi chiari di riduzione delle emissioni all’origine dei cambiamenti climatici e dell’inquibamento atmosferico. Le fonto sono le stesse (mobilità motorizzata non elettrica, agricoltura e allevanenti intensivi, produzione e uso di energia da fonti non rinnovabili), quindi curare il clima e curare l’aria vanno di pari passo. Ed è questa la cura strategica anche per creare nuova occupazione stabike e pulita. La transizione ecologica e’ un processo che va avviato senza più esitazioni e indugi. Non abbiamo un Pianeta b di riserva!