Primati da innovare

La sfida che avrà davanti il nuovo sindaco della Città metropolitana non potrà essere di continuità o di miglioramento del buon governo passato, ma di aggiornare radicalmente i primati di una metropoli prima in Italia per qualità della vita

di Giovanni De Plato, psichiatra e scrittore


La Città metropolitana di Bologna sale al primo posto nella classifica nazionale della vivibilità. Questo riconoscimento è dato dalla graduatoria stilata da Datamedia per conto d’ Italia Oggi. Un bel risultato per la realtà bolognese che vede premiata la buona amministrazione dei due mandati del sindaco Virginio Merola.

Il fatto che tre dei suoi collaboratori di giunta, Lepore, Aitini e Lombardo, si siano candidati a sostituirlo, nelle prossime elezioni, lascia ben sperare per i prossimi dieci anni, 2021-2030. Se il futuro sindaco uscirà dalla competizione degli attuali tre assessori, avrà tutta l’esperienza per affrontare da vincente la sfida del post pandemia. Sfida che non potrà essere di continuità o di miglioramento del buon governo passato, ma d’innovare radicalmente i primati di una metropoli prima in Italia per qualità della vita.

Ricordiamoci che siamo ancora immersi nella disastrosa emergenza di una pandemia con non accenna a demordere. L’infezione avanza e i dati sono ancora allarmanti a livello nazionale e in Emilia-Romagna, anche se sono sempre di più le persone che guariscono. L’allarme è dovuto alla crescita in regione dei contagi e dei decessi.

A imporre rigide misure restrittive alla popolazione non sono solo la diffusione dell’infezione e delle malattie da Covid-19, ma la virulenza delle sue variazioni in arrivo dalla Gran Bretagna e dal Brasile. In questo quadro di pandemia globale non c’è Paese o regione che si possa ritenere indenne o a bassa invasione. Anche i vaccini in arrivo e in via di somministrazione non sembrano annunciare un contenimento dello tsunami, se non a lungo termine.

La catastrofica ondata da coronavirus, oltre a seminare morte, sta lasciando dietro di sé enormi macerie. I territori sono fortemente colpiti dalla crisi economica (calo della produttività e dell’occupazione), dalla crisi sociale (aumento delle povertà e delle diseguaglianze), dalla crisi sanitaria (ospedali al collasso e assistenza carente) e dalla crisi scolastica (chiusura delle scuole superiori e delle università).

Questo tragico richiamo alla realtà serve a dire che quando usciremo da questo terremoto ci troveremo davanti ad un mondo strutturalmente cambiato nelle persone e nelle cose. Dovremo riprendere a vivere in un ecosistema completamento saltato, dovremo costruirne uno nuovo e ci occorrono idee e attrezzi da inventare.

Il futuro sindaco si troverà una Città metropolitana di Bologna con primati in molti settori, come servizi sanitari e sociali, istruzione e formazione, ambiente, attività culturali. Questi primati in questi settori nel dopo coronavirus vanno ridisegnati se si vuol ancora essere il buon governo della qualità dei servizi alla persona, alla famiglia e alla comunità. Un solo esempio sul Welfare: è ribaltato il ciclo di vita, meno nati più anziani; occorrono politiche intergenerazionali, dall’asilo gratuito al ricovero a domicilio.

I termini di disegnare e innovare vanno intesi in un’eccezione fortemente rivoluzionaria dell’esistente. Il disegno del nuovo vuol dire tracciare linee non demarcanti ma aperte. L’innovazione vuol dire prefigurare quello che verrà, o meglio portare nel presente quello che si annuncia per il futuro.

È sperabile che a breve il candidato indicato dal Pd fra i tre attuali assessori, Lepore, Aitini e Lombardo, possa essere scelto successivamente dalle primarie di coalizione. Non è più tempo di rinvii, occorre che si apra da subito il confronto pubblico sulla visione della nuova società bolognese da costruire, sulla priorità di ricerca-formazione-produzione, sulle incentivazione delle bio-tecnologie e dell’occupazione qualificata, il tutto all’interno di politiche eco-sostenibili, con meno cemento e più verde e parchi pubblici.

Photo credits: Stefano Zocca


Un pensiero riguardo “Primati da innovare

  1. Non è più tempo di rinvii, occorre che si apra da subito il confronto pubblico sulla visione della nuova società bolognese da costruire, sulla priorità di ricerca-formazione-produzione, sulle incentivazione delle bio-tecnologie e dell’occupazione qualificata, il tutto all’interno di politiche eco-sostenibili, con meno cemento e più verde e parchi pubblici.

    Cioe’ in soldoni:
    1)eliminare l’odioso e scellerato progetto del passante di mezzo che come dice il nome e’ appunto in mezzo ai..c……. dei cittadini, non apporta alcun beneficio ,anzi ci riempie i polmoni di aria inquinata , di polveri sottili e metalli pesanti.
    2) rivedere l’anacronistico progetto del TRENO-TRAM DI 32 METRI CHE SVENTRA IL CENTRO STORICO di una citta’ di origine medievale (quindi completamente inadatta ad un progetto simile)
    sostituendolo con maggiori linee di filobus e acquisto di autobus 100% elettrici (come da me gia’ sostenuto in un commento relativo ad altro articolo di ieri)
    3) cambiare i progetti che riguardano i prati di caprara, caserma Mazzoni e caserme di via Guelfa, Spartaco e SAn Donato, riqualificandoli davvero, cioe’ non altre case e parcheggi o supermercati (ce ne sono gia’ abbastanza in ogni quartiere), bensi’ aree verdi, attrezzato con giochi per bambini
    e attrezzature sportive (tipo palestre ple-air) visto che quelle al chiuso sono inutilizzabili causa virus
    attuali e futuri non si sa mai….
    4) prevedere ed incentivare un progetto che prevede l’acquisto di un parco di macchine elettriche da dare in affitto ad invalidi, donne anziani, ad uso gratuito o molto scontato, che non potendosi permettere di usare la mobyke possono egualmente utilizzarla x fare brevi tragitti (chiaramente all’interno dell’area comunale)

    ecco cosa vuol dire per me POLITICHE ECOSOSTENIBILI CON MENO CEMENTO E PIU’ VERDE
    IL RESTO SONO SPECCHIETTI PER LE ALLODOLE E PER ACCONTENTARE LE LOBBIES DEI COSTRUTTORI.CEMENTIFICATORI

    grazie x l’attenzione

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