Arci chiama, i federalisti rispondono: Bologna per gli Stati Uniti d’Europa

Fondato da Altiero Spinelli nel 1943, il Movimento Federalista Europeo si batte per la creazione della Federazione Europea. Attraverso dibattiti, conferenze e confronti pubblici, i federalisti di Bologna cercano di portare il progetto politico descritto nel Manifesto di Ventotene nelle nostre strade. Rispondiamo così all’appello lanciato su Cantiere Bologna da Rossella Vigneri, presidente di Arci Bologna, il 25 settembre scorso, per portare il nostro contributo al dibattito sul futuro della città

di Gioventù Federalista Europea


Il periodo storico che abbiamo di fronte è al tempo stesso tragico e promettente. Come militanti federalisti confidiamo ostinatamente, ormai dal 1943, che è dai periodi più bui che la società europea riesce a sviluppare le soluzioni più innovative e lungimiranti.

La crisi del covid-19, accompagnata da una costante minaccia al nostro sistema democratico da parte dal populismo sovranista, ha dimostrato la necessità di un’Europa forte, unita e capace di dare risposte ai suoi cittadini. Per questa ragione una maggiore consapevolezza e conoscenza della grande famiglia europea è necessaria a tutti i livelli ed è cruciale per assicurare al processo europeo un futuro basato su democrazia, partecipazione e piena cittadinanza.

La nostra città possiede da sempre una forte identità europea ed una radicata tradizione europeista, grazie alla sua cultura amministrativa e alle numerose e strutturate esperienze di civismo che la animano. Ma oggi questo non basta più e si rende necessario compiere un deciso passo in avanti. Credere nel sogno europeo non può più limitarsi allo spendere bene i fondi europei e al celebrare istituzionalmente l’importanza dell’Unione. Essere europeisti richiede uno sforzo in più, un obiettivo chiaro per tracciare un percorso politico senza precedenti.

Il Movimento Federalista Europeo e la Gioventù Federalista Europea di Bologna chiedono che la prossima amministrazione, insieme a tutte le Istituzioni cittadine, all’Università, alle forze associative, politiche e produttive, non si accontentino di un ruolo da “studente modello” dell’Unione, ma che si facciano portavoce e laboratorio di vera innovazione politica, mirante a ben altri livelli di integrazione sovranazionale.

Come scrisse a maggio il Professor Cammarano sempre sul Cantiere, “Gli Stati Uniti d’Europa potrebbero nascere proprio a Bologna”.  Alla luce di questo nuovo paradigma, noi pensiamo che sia arrivato il momento di rendere le Istituzioni più prossime ai cittadini, il vero motore con il quale rilanciare il ruolo politico di un’Unione Europea che, in ultima istanza, non potrà per noi che essere federale.

Alcuni primi passi in questa direzione potrebbero vedere un impegno da parte del Comune di Bologna a farsi portavoce del progetto politico degli Stati Uniti d’Europa nelle sue numerose relazioni con altre città europee; chiediamo inoltre che Bologna, in quanto città europea dell’Università e della scuola, si spenda affinché le sue strutture scolastiche ed universitarie diventino laboratori dell’Europa di domani, organizzando corsi di formazione, dibatti e progetti sociali all’avanguardia.

Il crescente allontanamento dal progetto europeo da parte delle categorie sociali più fragili rende sempre più urgente uno sforzo per ridurre le distanze esistenti. Sforzo la cui importanza è ribadita anche dalle linee d’azione che arrivano dalle istituzioni comunitarie, le quali affermano con forza la necessità di ripensare gli attuali modelli di città, sviluppando servizi più efficienti, sostenibili e diffusi. Infine, crediamo sia giunto il momento che la nostra città diventi capofila per un’alleanza tra sindaci per gli Stati Uniti d’Europa, oggi più che mai necessaria.

Per le sue caratteristiche uniche, Bologna può e deve essere un punto di riferimento per una rivoluzione sociale ed economica che sappia unire la tradizione all’innovazione più sorprendente.

Nel suo contributo la Presidente Vigneri giustamente si chiede “quale ruolo il terzo settore, associazioni, movimenti, gruppi di cittadine e cittadini attivi possono, devono giocare in vista dell’appuntamento elettorale del 2021”. Ebbene la storia del nostro Movimento conferma la centralità di questi attori sociali (e politici, di conseguenza) nei periodi di grande trasformazione.

Per questo, anche noi siamo a disposizione per costruire una Bologna capace di essere punto di riferimento lungo la strada verso il futuro e la federazione europea. Le esperienze di altre grandi città europee e mondiali in campi come la partecipazione cittadina, la digitalizzazione democratica, il contrasto al cambiamento climatico e i servizi pubblici e sociali di prossimità hanno dimostrato che tale rivoluzione è già iniziata. Si tratta di scegliere se accettarla una volta conclusa, o se contribuire a realizzarla. Noi scegliamo la seconda.


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