Ci sarà un effetto covid nella scelta dei percorsi formativi?

Quest’anno più che mai le domande e le incognite sono tante, soprattutto sulla scuola Secondaria. Dal canto suo intanto la Regione Emilia-Romagna prova a migliorare il match tra domanda e offerta di lavoro, potenziando il catalogo della proposta formativa tecnica. Il Piano è strategico e dalla sua efficacia passa la capacità di territori come quello bolognese di affrontare le nuove sfide legate al futuro della tecnologia e dell’informatica, su cui pesa in positivo il possibile impatto del Recovery Plan

di Cristian Tracà, docente


Sono giorni  decisivi per gli studenti e le studentesse, a Bologna come nel resto d’Italia. E non solo per le proteste e per le divisioni sulla didattica e sul futuro prossimo della scuola. Mentre tutto vibra di incertezza, il tempo scorre e i calendari burocratici macinano i giorni con scadenza puntualissima. Nella finestra temporale che va dal 4 al 25 gennaio, le famiglie sono chiamate infatti a scegliere insieme ai figli e alle figlie una parte del loro futuro con le iscrizioni scolastiche.

Quest’anno più che mai le domande e le incognite sono tante, soprattutto sulla scuola Secondaria. L’emergenza pandemica, le voragini e le praterie che si sono aperte sulla digitalizzazione e sul settore sanitario, avranno sicuramente cambiato la percezione che in città si ha del lavoro e dei bisogni professionali o del mercato. Ci sarà una conseguente redistribuzione di iscrizioni che premierà scuole più tecnologiche e professionalizzanti? O si manterrà l’onda lunga della liceizzazione felsinea che dura ormai da molti anni (“Scuola: tanto gentile e tanto onesta pare”)?

Dal canto suo intanto la Regione Emilia-Romagna prova a migliorare il match tra domanda e offerta di lavoro, potenziando il catalogo della proposta formativa tecnica, sperando che si possa cominciare a considerare come vera opportunità per gli studenti migliori e non come alternativa per chi pensa di non avere una sufficiente caratura per affrontare i Licei “prestigiosi” (come purtroppo viene considerata ancora da troppi).

L’Assessore Vincenzo Colla, con cui su Cantiere Bologna abbiamo discusso proprio di futuro della scuola e della formazione (qui l’intervista), ha lanciato nei giorni scorsi l’Associazione Scuola Politecnica Its dell’Emilia Romagna. La scelta si inserisce nell’ottica del rafforzamento e del coordinamento delle sette Fondazioni degli Istituti Tecnici Superiori sul territorio che fino all’anno scorso hanno formato, con i loro 27 corsi, una media di 1200 studenti per ogni anno. Il Piano è strategico e dalla sua efficacia passa la capacità di territori come quello bolognese di affrontare le nuove sfide legate al futuro della tecnologia e dell’informatica, su cui pesa in positivo il possibile impatto del Recovery Plan.

Quelli che emergeranno a fine mese saranno dati importanti, cartina di tornasole delle aspettative, delle paure, dei bisogni dei cittadini e delle nuove generazioni. Sarà importante anche analizzare gli eventuali scostamenti per comprendere se le ansie sull’affollamento dei mezzi pubblici spingeranno i nuclei familiari a soluzioni più tecnico-professionali di prossimità, in controtendenza con una certa propensione a spingersi verso l’offerta formativa liceale blasonata del capoluogo.

Anche per la Città Metropolitana sarà un lavoro enorme di programmazione. In base ai dati e all’evoluzione pandemica bisognerà gestire spazi, sedi, succursali, dinamiche per l’orientamento futuro.

Sarà interessante, ad esempio, capire che cosa succederà ai padiglioni di Cucinella alla Fiera. Si creerà da quelle parti un polo scolastico più moderno, con dei laboratori per superare i limiti dell’edilizia scolastica storica del centro, o sarà tutto derubricato a soluzione emergenziale?

Le scuole in questi mesi hanno potuto aprire solo virtualmente i propri laboratori, con video, foto, dirette online: i dati ci diranno se questo inciderà ulteriormente sulla percezione comune della formazione superiore. La comunicazione digitale avrà favorito le scuole più attrezzate dal punto di vista multimediale e tecnologico o alcuni fenomeni carsici di tipo conservativo lasceranno gli ascensori sociali sempre allo stesso piano? Qualche settimana d’attesa e sapremo.


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