Il Comune ostacola il bonus 110%? Grande confusione sotto il cielo

Che rischia di inquinarlo vieppiù. Perché a Bologna per ottenere il superbonus non basta il salto di due classi ma serve un balzo acrobatico da 4 a 6, con costi aggiuntivi che possono produrre una paralisi? Palazzo D’Accursio chiarisca: la maggiore efficienza energetica degli edifici è uno dei mezzi con cui ottenere zero emissioni al 2030? Ma allora si indichino i finanziamenti cui poter accedere per le spese oltre il superbonus 110%. Se non fosse così e meglio sospendere la norma comunale per evitare un flop

di Ugo Mazza, già assessore all’ambiente di Imbeni e consigliere regionale


Che confusione. Il Comune di Bologna ostacola il bonus 110%? E i suoi difensori sarebbero nel centro-destra, quello pieno di negazionisti sul riscaldamento della Terra? O il Comune ha alzato l’asticella per anticipare lo “zero emissioni CO2” al 2030, come propone Lepore?

C’è molta confusione sotto il cielo, la situazione è ottima, come si diceva una volta? Lo spero, ma il Comune deve delle spiegazioni, sperando che sia una scelta coerente.

Come tutti ormai sanno, il superbonus 110% si ottiene con “almeno il salto di due classi”. A Bologna il nuovo Regolamento Edilizio cittadino richiede, invece, un salto acrobatico da 4 a 6 classi. Infatti, l’edifico dovrà risultare almeno di classe A1; ma con il solo “cappotto” è quasi impossibile ottenerla per cui si dovrà intervenire anche sugli impianti; in questo caso l’obiettivo sale almeno alla classe A3. Però la grande parte degli edifici esistenti risultano di classe E o F, se non G, per cui “saltare” alle classi superiori fino alle classi A1, A2, A3, A4 richiede possibilità tecniche e finanziarie aggiuntive.

È bene sapere che quando il bonus precedente si era “spento”, pochissimi erano gli interventi realizzati:

  • Copriva solo il 65% dell’investimento e non tutti potevano sostenere la differenza, o erano “incapienti”.
  • Si doveva anticipare l’investimento e il ritorno parziale avveniva in 10 anni, salvo il risparmio energetico.

Il superbonus modifica sostanzialmente la situazione, per la sicurezza e l’efficienza energetica degli edifici:

  • L’investimento immediato può essere anticipato dalle banche per coprire il 100% dell’investimento.
  • Le imprese possono farsi carico dei costi con lo “sconto in fattura”, la soluzione senza costi per i cittadini.
  • Il 10% serve in più per coprire gli interessi di chi si accolla l’investimento.

Inoltre, sono necessaire alcune asseverazioni dei tecnici interessati per ottenere il “credito fiscale”:

  • Avere fatto il salto rispettando i massimali indicati per cappotto, impianti termici, infissi, ecc.
  • Consegnare ai Comuni le asseverazioni sul rispetto delle norme edilizie e urbanistiche, cioè niente abusi.

Detto questo, si può affermare che il Regolamento Edilizio del Comune di Bologna:

  • Permette l’utilizzo del superbonus 110% perché il salto di 2 classi è assicurato.
  • Chiede però un ulteriore salto di 2 o 4 classi, da finanziare con altre risorse, oltre il superbonus.

Ecco il punto: se i cittadini non hanno voluto o potuto attivare il bonus precedente come si pensa di sostenere il salto per la maggiore qualità energetica voluto dal Comune? C’è il Rischio di una nuova paralisi?

Sarebbe un disastro visto che in questi giorni è uscita una newsletter di “Show Room Energia e Ambiente” del Comune di Bologna in cui si scrive che a Bologna le emissioni di CO2 delle abitazioni sono aumentate del 2%, passando dal 34,9 al 36,8%, e del 7% nel terziario, passando dal 27,9 al 34,7%.

I dati non sono molto omogenei; ma comunque, senza le industrie, il consumo di energia degli edifici, è aumentato dell’8%, raggiungendo il 70% al 2018 mentre era del 62,5% al 2005.

Ora la questione è “molto semplice”. Delle due l’una:

  • O l’obbligo del nuovo Regolamento di fatto blocca l’uso del superbonus negli edifici esistenti per cui va subito sospeso, salvo che per gli edifici nuovi o abbattuti e ricostruiti, ma togliendo il premio volumetrico o riservandolo agli acquirenti per ridurre il prezzo di acquisto.
  • Oppure tale scelta per una maggiore qualità energetica degli edifici è uno degli strumenti operativi per ottenere lo “zero emissioni al 2030”, indicato da Lepore.

Se così fosse, come sarebbe auspicabile, il Comune dovrebbe indicare a quali finanziamenti ricorrere per sostenere le spese che supereranno i massimali rimborsabile dal superbonus 110%.

Infatti bisogna assolutamente evitare che si blocchi nuovamente, per la mancanza di risorse dei cittadini, l’attività di riqualificazione edilizia, anche se solo di due classi. Non c’ è dubbio che questa sarebbe una decisione davvero importante, se possibile.

Nell’augurarmi questo esito, auspico in pari tempo che al più presto i Comuni rendano pubblici i bandi per l’assunzione dei tecnici necessari per la gestione delle pratiche edilizie per la gestione del superbonus.

È fondamentale accelerare i controlli necessari a permettere la più ampia estensione degli interventi di riqualificazione, riducendo così l’uso di energia fossile e le emissioni di polveri sottili, quindi l’inquinamento dell’aria e la presenza di gas climalteranti, contribuendo a frenare il riscaldamento della Terra.


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