Su Cantiere Bologna la serie realizzata da Genus Bononiae con cui si apre una collaborazione più ampia con noi: un ciclo di quattro appuntamenti domenicali sui tragici avvenimenti che hanno insanguinato la città, raccontati da quattro giornalisti che ebbero il compito di seguirli e spiegarli a un’opinione pubblica attonita e angosciata. Documenti video che accompagnano, in attesa che anche Santa Maria della Vita torni a essere visitabile, la mostra “Criminis Imago”, cento scatti di due obiettivi straordinari di questa città, Walter Breveglieri e Paolo Ferrari, che hanno cristallizzato per sempre momenti bui della nostra storia
di Genus Bononiae, Musei nella città, percorso artistico, culturale e museale (www.genusbononiae.it)
C’è, nel complesso di Santa Maria della Vita, una mostra… che aspetta, al buio e immersa nel silenzio, il suo pubblico. Criminis Imago è il nome dell’esposizione, organizzata da Genus Bononiae e inaugurata pochi giorni prima del Dpcm che ha nuovamente siglato la chiusura dei musei, causa Covid.
Cento fotografie in bianco e nero, assieme a immagini tratte dagli archivi della Polizia Scientifica, che immortalano mezzo secolo di crimine a Bologna e in Emilia-Romagna, attraverso lo sguardo dei fotografi bolognesi Walter Breveglieri (dal 1949 al 1972) e Paolo Ferrari (per il periodo 1972-2000). Un lavoro di documentazione puntuale, da reporter, che si sposta dai luoghi del delitto alle aule dei tribunali. La Banda Casaroli, la strage alla stazione di Bologna, i resti dell’Italicus, i ‘delitti del Dams’, la Uno Bianca e ancora i sequestri di persona: sono queste alcune delle storie riproposte.
E, in attesa della riapertura dei Musei anche in Emilia-Romagna, Genus Bononiae ha realizzato “Criminis Imago: le storie”: la serie di video interviste che raccontano, con uno sguardo cronachistico e al contempo intimo, intriso di memorie personali, i grandi crimini che nei decenni hanno avuto come protagonista la città di Bologna. Un patrimonio di ricordi, che diventa fruibile su Cantiere Bologna.
Valerio Varesi, scrittore noir e giornalista di Repubblica, ricostruisce il caso di Francesca Alinovi e la drammatica sequenza di uccisioni che nei primi anni Ottanta gettarono l’inquieta ombra di un killer degli intellettuali del Dams, quasi tutti irrisolti: il mistero dell’uccisione della brillante ricercatrice, assieme a quelli di Angelo Fabbri e Leonarda Polvani, sono inquadrati da Varesi sullo sfondo di un ben definito contesto politico e sociale, con il passaggio dagli anni Settanta – dei movimenti, del collettivismo e dello scontro ideologico – agli anni Ottanta dell’involuzione individualistica e atomizzata della società.
A Giampiero Moscato, ex caporedattore di Ansa Emilia-Romagna e corrispondente per alcune testate nazionali è affidato il racconto della saga criminale della Uno Bianca, nell’anno del trentennale dalla strage del Pilastro. Dagli esordi nel 1987 con le rapine ai caselli autostradali fino al tragico salto di qualità che li vide protagonisti di delitti a scopo di rapina così come a sfondo razziale, fino alla cattura nel 1991, la banda dei Fratelli Savi provocò la morte di 24 persone e il ferimento di oltre 100. Moscato ripercorre alcune delle vicende più drammatiche, delle quali, da giornalista, fu testimone: dall’uccisione di Primo Zecchi e Massimiliano Valenti alla drammatica notte al Pilastro nella quale persero la vita Otello Stefanini, Andrea Moneta e Mauro Mitilini.
Il giornalista Rai Filippo Vendemmiati offre il suo personale ricordo della strage alla stazione di Bologna, che lo vide, all’epoca dei fatti, giovane stagista all’interno di quella che sarebbe poi diventata la sua testata, in un racconto che al piano personale sovrappone quello di un nascente interesse professionale per una vicenda che poi nelle fasi processuali lo accompagnerà per tutta la vita.
Infine il nerista del Resto del Carlino Gianni Leoni, memoria storica del crimine non solo a Bologna ma a livello nazionale, ripercorre le vicende criminali della Banda Casaroli, che negli anni Cinquanta si rese protagonista di una serie di rapine a banche fino al tragico epilogo con la sanguinosa fuga nelle strade di Bologna, nelle quali trovarono la morte il poliziotto Giuseppe Tesoro, l’ex brigadiere Mario Chiari e il tassista Antonio Morselli. Da testimone diretto dei fatti poi Leoni ripercorre la stagione dei sequestri di persona che tra gli anni Settanta e Ottanta sconvolsero la città di Bologna: dal rapimento del giovane Alessandro Fantazzini a quello di Eugenio Gazzotti, conclusi con la morte degli ostaggi, fino a quello “a lieto fine” della marchesina Ludovica Rangoni Machiavelli.
Appuntamento quindi al 31 gennaio ore 14 su Cantiere Bologna per il primo episodio. Non mancate!