Su Cantiere Bologna il secondo episodio della serie realizzata da Genus Bononiae sui tragici avvenimenti che hanno insanguinato la città, raccontati da quattro giornalisti che ebbero il compito di seguirli e spiegarli. A Giampiero Moscato, ex caporedattore di Ansa Emilia-Romagna e corrispondente per alcune testate nazionali, è affidato il racconto della saga criminale della Uno Bianca, nell’anno del trentennale dalla strage del Pilastro
di Genus Bononiae, Musei della città
Il 3 Febbraio 2021, si è spento a Bologna Paolo Ferrari, protagonista della mostra Criminis Imago. Alla sua famiglia, Cantiere Bologna desidera dedicare un pensiero commosso e le più sentite condoglianze.
Una cronaca appassionata e “dietro le quinte” su quegli anni che hanno segnato Bologna e l’Italia.
Un ricordo che contiene l’ethos di un mestiere, la nostalgia di incontri tra persone, anche nella sofferenza di chi sopravvive.
Molti gettoni in tasca, appunto, prima che l’ossessione tecnologica e isterica di un’informazione compulsiva prendesse il totale sopravvento, al quale tutti ci siamo conformati.
Con violenta auto disciplina.
Arrivai a Bologna alla fine del 1989, a Scienze Politiche già mancava Roberto Ruffilli, ucciso un anno prima nella sua Forlì. Uno degli ultimi colpi di coda della stagione brigatista.
C’erano i referendum di Segni sulla preferenza unica (con i banchetti in Piazza Ravegnana..), poi arrivò il primo Berlusconi nel 1994 (27 Marzo), lo stesso anno in cui si chiuse la stagione famigerata della banda della Uno bianca (24 Maggio).
Allineamenti temporali, buchi neri nel tempo che ci portano fino ad oggi.
Al crollo della rappresentanza dei partiti, che già deflagrava in quei primi anni ’90.
Sono passati trent’anni e siamo arrivati a Draghi.
grazie Giampiero!
Una cronaca appassionata e “dietro le quinte” su quegli anni che hanno segnato Bologna e l’Italia.
Un ricordo che contiene l’ethos di un mestiere, la nostalgia di incontri tra persone, anche nella sofferenza di chi sopravvive.
Molti gettoni in tasca, appunto, prima che l’ossessione tecnologica e isterica di un’informazione compulsiva prendesse il totale sopravvento, al quale tutti ci siamo conformati.
Con violenta auto disciplina.
Arrivai a Bologna alla fine del 1989, a Scienze Politiche già mancava Roberto Ruffilli, ucciso un anno prima nella sua Forlì. Uno degli ultimi colpi di coda della stagione brigatista.
C’erano i referendum di Segni sulla preferenza unica (con i banchetti in Piazza Ravegnana..), poi arrivò il primo Berlusconi nel 1994 (27 Marzo), lo stesso anno in cui si chiuse la stagione famigerata della banda della Uno bianca (24 Maggio).
Allineamenti temporali, buchi neri nel tempo che ci portano fino ad oggi.
Al crollo della rappresentanza dei partiti, che già deflagrava in quei primi anni ’90.
Sono passati trent’anni e siamo arrivati a Draghi.
grazie Giampiero!