L’ex ministro snobbato dal Pd potrebbe candidarsi e fare da catalizzatore per tanti moderati passati al Pd e tanti civici. Un nome giusto per Forza Italia, Lega e forse anche Fratelli d’Italia ma che dovrebbe fare i conti con Manes Bernardini appena assolto in Cassazione
di Massimo Gagliardi, giornalista
Manes ha di nuovo le mani libere. Dopo il verdetto della Cassazione, l’ex leghista Bernardini è tornato in campo.
Come candidato sindaco? Presto per dirlo. Di sicuro è pronto a far valere quel 10 per cento che prese cinque anni fa con Insieme Bologna. E se pure quella cifra fosse calata, ha trovato nuovi compagni di strada come l’ex grillino Favia. Manes dice di collocarsi al centro, che non si tratta di destra e sinistra (apprezza Lepore e Aitini) ma di fare il bene della città. Della serie: siamo ancora alle manovre.
Lo slittamento delle amministrative all’autunno dà tempo al centrodestra di organizzarsi meglio ma soprattutto dà tempo al Centro perché sia la Lega che Forza Italia e Fratelli d’Italia potrebbero essere disponibili ad appoggiare un candidato senza etichette. La rinnovata Lega del commissario Ostellari ha cercato a lungo.
A ottobre si era presentato Tonelli. Gradito alla destra, ha guardato soprattutto a sinistra ma il prevalere di Lepore non lo ha convinto. Le dimissioni di Zingaretti potrebbero rimescolare le carte? Forse. Nelle ultime settimane si stava per chiudere su Lepore ma eventuali primarie (di partito o di coalizione?) potrebbero riportare indietro le lancette.
A dicembre si è candidato il civico Battistini.
A gennaio, Berlusconi ha commissionato un sondaggio che promuoveva a possibile candidato per Bologna l’ex direttore del Carlino Andrea Cangini, eletto in parlamento nelle file di Forza Italia.
Una settimana fa, la suggestione Galletti. L’ex ministro all’Ambiente del governo Renzi e assessore al Bilancio della giunta Guazzaloca, amico fraterno di Tonelli con il quale ha tenuto a battesimo Bologna civica, potrebbe candidarsi da civico vero. “Una candidatura fortissima”, l’ha definita il politologo Paolo Pombeni, l’unica in grado di impensierire davvero il Pd.
D’altronde, a luglio scorso, quando i dem dissero chiaramente no a Galletti a favore di un candidato di partito, Pier Ferdinando Casini avvertì chiaramente: non lasciatevi scappare Galletti, è un grande rischio per il Pd. Ma i democratici, forti anche della vittoria alle Regionali, hanno preferito un’altra strada.
E ora Galletti ci sta pensando. Il tempo gioca a suo favore, molte posizioni nel frattempo si sono chiarite. Amico e cattolico come Battistini, amico anche di Cangini e di tanti cattolici e moderati che hanno votato per il Pd alle Regionali, potrebbe riportarli sotto il suo ombrello. E rilevare il testimone da Tonelli che farebbe da regista all’intera operazione.
Manes no. O meglio, più difficilmente. O in maniera diversa. È da vedere. È un pacchetto che Galletti però non può trascurare. Così come ci vorrà dell’impegno per attirare leghisti e fratelli italiani.
Partita complessa. Con una curiosità: Merola in passato ha espresso giudizi sprezzanti su Tonelli. Su Galletti, già due anni fa al Master di giornalismo, disse solo: Galletti no. Forse perché sapeva, e sa, che sarebbe un avversario temibile.
Si avvererà la profezia di Casini? A giugno scorso, riferendosi al Pd disse: “Preferiscono rischiare di perdere con un candidato targato che vincere con un candidato non targato”.