Nell’ultimo anno la città si è fatta vero motore dell’attenzione del Paese verso Patrick Zaky. Crediamo che questo caso sia destinato a lasciare un segno profondo nel dibattito nazionale su come bilanciare interessi e valori nella politica estera. E, allo stesso tempo, che marchi un punto di svolta nella consapevolezza del peso che le istituzioni cittadine possono avere nella politica estera europea e nella sua partecipazione democratica. Considerazioni a lato della campagna annuale “Democracy Under Pressure”
di Gioventù Federalista Europea (GFE) Bologna
Come GFE Bologna crediamo che questa città non sia solo europea, ma potenziale apripista di una rinnovata centralità dei territori nella costruzione degli Stati Uniti d’Europa.
Con la sua ricca rete civica, si può fare laboratorio privilegiato per riscoprire il ruolo più autenticamente e genuinamente politico dell’Europa.
Per noi federalisti questo non può che legarsi al primato assoluto della strenua difesa dello stato di diritto, principio fondamentale del comune spazio europeo che ogni anno, ormai da 15 anni, ricordiamo attraverso la campagna Democracy Under Pressure, nata originariamente per denunciare il regime bielorusso di Lukašenko che ha scatenato recenti manifestazioni di solidarietà anche in città (come l’ultima dello scorso febbraio organizzata dall’associazione Bielorussi a Bologna).
Quest’anno non possiamo non volgere l’attenzione anche alle violenze subite in Turchia e Russia dagli studenti universitari, che hanno portato il Consiglio degli Studenti Unibo ad approvare una mozione di solidarietà alla comunità accademica dell’Università del Bosforo.
Le istituzioni educative russe e turche fanno parte dello Spazio europeo dell’istruzione superiore, risultato del processo di Bologna. Molte di queste sono anche firmatarie, come l’Alma Mater, della Magna Charta Universitatum che sottolinea il ruolo dell’Università come “istituzione autonoma nel cuore delle società”. L’Università dovrebbe, inoltre, essere moralmente e intellettualmente indipendente da ogni autorità politica ed economica e assicurare che le libertà dei suoi studenti siano salvaguardate. Dunque, le rappresaglie contro i giovani in Russia e in Turchia oggi sono una violazione della lettera e dello spirito della Magna Charta e colpiscono quindi il concetto stesso di Università, attacco che non può lasciare Bologna indifferente.
Noi crediamo che il contestuale prossimo rinnovo delle istituzioni comunali e accademiche si giocherà necessariamente anche sulla visione di politica estera di Bologna che proporranno le candidate e i candidati a guidare la città.
Infatti, a seguito dello slancio trasversale suscitato dalla vicenda di Patrick Zaky, ci appare sempre più chiaro che si nutrano grandi aspettative sul respiro internazionale della politica bolognese, all’interno di un quadro che nei prossimi mesi richiederà grande lungimiranza nelle azioni da intraprendere.
Se, infatti, la programmazione della spesa dei fondi del Next Generation EU ha imposto ai territori di interrogarsi su come costruire la prossima generazione di cittadini europei, il lancio della Conferenza sul Futuro dell’Europa rappresenta l’apertura non solo di un grande momento di ascolto, ma anche l’auspicabile sblocco di quel cantiere di riforma istituzionale fermo ormai dal 2009.
Se vogliamo creare un’Europa sempre più espressione di città e territori, Bologna può e dovrebbe coagulare consensi intorno ad una propria proposta di modifica del ruolo (attualmente meramente consultivo) del Comitato Europeo delle Regioni, all’interno del quale già siedono il sindaco Merola e il presidente Bonaccini. Ricordando, in questo, le numerose reti di città in cui Bologna è già coinvolta in prima linea e attraverso le quali può veicolare importanti messaggi.
Realizzare la federazione europea come primo passo per unire l’umanità, ecco il motore di noi federalisti, e nella nostra azione quotidiana cerchiamo di tradurre una visione valoriale talmente dirimente dal rendere l’eventuale contraddizione con i fatti una questione personale. Riteniamo, dunque, che il ruolo esercitato da Bologna nella vicenda di Patrick Zaky segni, difatti, uno spartiacque nella comune consapevolezza del peso che le istituzioni cittadine possono avere nella politica estera europea e nella sua partecipazione democratica. Una volta costruito un megafono di tale portata a difesa dei diritti, non è ammissibile pensare di non usare la propria voce.
L’occasione di questa riflessione ci è gradita per estendere a tutte e tutti l’invito a partecipare al dibattito online – organizzato per questo giovedì 18 marzo ore 19:00 sulla pagina Facebook della GFE Bologna – dal titolo Il ruolo di Bologna nella libertà delle università in Russia e Turchia.
Con l’aiuto della giornalista di origine russa Anna Zafesova e del corrispondente di Radio Radicale da Istanbul, Mario Giustino, le associazioni universitarie UniBo potranno dialogare con l’assessore alle relazioni europee e internazionali, Marco Lombardo, e la prorettrice alle relazioni internazionali, Alessandra Scagliarini.
