Queste proposte si innestano sulla vitalità del tessuto sociale, scientifico, artistico ed economico di Bologna. Patrimoni che pongono al nostro territorio la responsabilità di praticare innovazione sociale e ambientale che possa essere d’esempio anche a scala nazionale
di Simonetta Tunesi, consulente strategica ambientale, e Maurizio Morini, Ambassador per l’innovazione e la trasformazione digitale del MiSE
Con il documento allegato come e-book (PDF), presentiamo un insieme di attività che come gruppo di cittadini abbiamo formulato per il futuro dell’Area Metropolitana e che proponiamo siano finanziate con i fondi del Next Generation Eu dedicati al nostro territorio.
Queste proposte si innestano sulla vitalità del tessuto sociale, scientifico, artistico ed economico di Bologna. Patrimoni che pongono al nostro territorio la responsabilità di praticare innovazione sociale e ambientale che possa essere d’esempio anche a scala nazionale.
Ma oltre ai contenuti, portiamo all’attenzione anche il metodo adottato: l’aver praticato (nel nostro piccolo) un lavoro collettivo e una costante presentazione pubblica ci paiono elementi rilevanti a fronte di quanto accade su scala nazionale, in cui le scelte di fondo che orienteranno i finanziamenti sono finora state escluse dal dibattito e dall’elaborazione comune con gli amministratori locali e con i ‘corpi intermedi’.
Questo percorso è stato avviato da Cantiere Bologna, che ringraziamo per essere di stimolo a tante iniziative di riflessione, confronto e formulazione di proposte, quando il 6 Gennaio ha ospitato l’articolo “Aree strategiche e idee prioritarie per l’utilizzo del Recovery Fund in Emilia-Romagna” nel quale sono presentati i sei Pilastri attorno a cui abbiamo poi organizzato i macro-temi e le attività, elaborate ulteriormente da ognuno di noi in base della propria competenza professionale o di pratica amministrativa.
La riflessione ha trovato un momento catalizzatore nell’intervista al sindaco Virginio Merola, in cui è stata sottolineata la rilevanza di porre ‘la città’ al centro della visione strategica per la rinascita del Paese dopo i danni causati dalla pandemia e di nutrire di scienza le competenze delle amministrazioni: la transizione ecologica delle città deve essere praticata come un elemento di ricomposizione sociale e territoriale su tutta l’Area metropolitana.
A seguito di tali eventi abbiamo avviato il processo di Progettazione democratica, lanciato nel primo articolo citato, al quale hanno risposto gli amici poi riunitisi nel gruppo di lavoro.
Il gruppo di lavoro si è riunito più volte in queste sei settimane per discutere l’impostazione e proporre selezionate Attività concrete che potessero intrecciarsi in un’unica chiave propositiva: l’organizzazione delle città è l’elemento cardine per ridurre le fratture sociali e territoriali e garantire un futuro in qui nessun cittadino o territorio sia marginalizzato.
La riuscita del percorso di progettazione democratica è stata resa possibile dalla collaborazione di tutto il Gruppo di Lavoro, che è stato animato, oltre che dai curatori di questa nota, da: Ilaria Agosta, Claudia Altieri, Giuliana Bertagnoni, Valerio Betti, Andrea Colombo, Michele De Lillo, Mattia Maimura.
Molti sono gli aspetti strategici e gli elementi concreti che meritano di essere approfonditi quando si parla di innovazione tecnica e sociale.
Cantiere Bologna intende essere la piattaforma che offre alle sensibilità più varie la possibilità di riflettere su queste proposte e ove discutere con noi le proposte formulate.