Frascaroli: serve una sinistra larga

“Ci sono molti bolognesi che vorrebbero partecipare alla vita pubblica, esperienze civiche non conosciute che si sono formate in questi anni e che vertono attorno a temi specifici: ambiente, welfare, fragilità, cura della città. Vanno coinvolti”

di Barbara Beghelli, giornalista


Una vita “soleggiata”, piena di amore per il prossimo e per gli ultimi, i dimenticati, quelli che hanno niente da mostrare se non la loro solitudine e povertà. Le persone che vediamo dormire per strada o chiedere l’elemosina, anche se facciamo finta di niente. 

Loro esistono e Amelia Frascaroli se ne occupa, come usa dire, ma sul serio e per mestiere. Si tratta spesso di uomini e donne scappati dai loro Paesi dilaniati dalla guerra, esseri umani che hanno perso tutto. La chiacchierata inizia così, con una riflessione, indotta: che cosa facciamo noi per il prossimo, perché cosa fa lei è chiarissimo.

Consigliera comunale civica di centro-sinistra dal 2016, nel mandato precedente assessora ai servizi sociali, volontariato, associazionismo e partecipazione (Con Amelia per Bologna con Vendola) e ancora prima per un semestre (2009/2010) sempre consigliera comunale (Pd). Bolognesissima, ha fatto il liceo Galvani e l’università in via Zamboni (laurea in Pedagogia), è diventata popolare sfidando Merola alle primarie nel 2011, quando sulla scena c’era anche Benedetto Zacchiroli. 

In questi giorni compie 67 anni, ha fatto il ’68 e ne ha viste tante: com’è noto la tempra non le manca e non le manda a dire. Da sempre cattolica molto impegnata, soprattutto in Caritas dove è stata a lungo dirigente. Un marito medico, tre figli naturali e cinque in affido, da qualche anno è nonna di sei nipotini che vanno dalla quarta elementare in giù: Filippo, Elia, Benedetto, Martino, Eugenia, Tuyen (che vuol dire angelo, in vietnamita) e un new baby in arrivo: “a fine estate”. Ah, Amelia ha già deciso che non correrà alle prossime Comunali.

Ma perché?

“Ho già dato, sono stati 10 anni vissuti intensamente, adesso ho altri progetti”.

È stata una bella esperienza istituzionale, la sua?

“Sì, soprattutto all’inizio quando mi fu chiesto di partecipare alle Primarie, ricordo che il pensiero di allora fu: proviamo un po’ a scompaginare gli assetti. Fu un momento entusiasmante e furono delle vere Primarie, tutto molto creativo. Discutevamo seriamente su tanti temi e beh, ecco, non lo so se c’è ancora questo spirito”.

Cosa era diverso, allora?

“Tante cose, e un bel movimento alla base, coinvolgimento e passione che si sentivano a pelle”.

Oggi ci sono le sardine.

“Sì, certo, hanno dato una bella scossa alla politica e coinvolto tantissime persone. Vedremo”.

Come vede lo scenario delle Comunali d’autunno?

“Io personalmente vorrei sentir parlare di contenuti, di visione di città, è proprio arrivato il momento. Quel che noto però è che bisognerebbe intercettare meglio l’area a sinistra del Pd, fare una sinistra larga: ci sono molti bolognesi che vorrebbero partecipare alla vita pubblica, esperienze civiche non conosciute che si sono formate in questi anni e che vertono attorno a temi specifici: ambiente, welfare, fragilità, cura della città. Vanno coinvolti”.

E il centro? Può stare sotto lo stesso tetto del centrosinistra?

“Il Pd è già centro-sinistra, moderato; secondo me più che altro dovrebbe allargare la sponda a sinistra”.

Le piace il nuovo segretario del Pd?

“Ammiro molto Letta e deve tenere il punto, anche sulle donne: chiamarne di competenti. Le quote rosa sono state un tentativo di garanzia ma occorre andare oltre, elaborare un modo femminile di star dentro alle cose, privilegiando le relazioni, non i conflitti. Le donne devono essere capaci di interpretare il potere come azione di servizio e assumere certi ruoli con atteggiamenti femminili”.

Cosa farà in futuro, senza la politica?

“Termino il mandato consiliare e poi mi dedico a tempo pieno al mio lavoro, nel centro Astalli presso la chiesa di San Salvatore. Il servizio dei Gesuiti per i rifugiati è un’organizzazione cattolica internazionale, attiva in tutto il mondo, la cui missione è accompagnare, servire e difendere i diritti dei rifugiati e degli sfollati. A Bologna abbiamo aperto un’accoglienza notturna, lavoriamo con Asp e Comune: siamo 40 volontari, tra cui scout e cittadini laici di svariate età e accogliamo da dicembre 14 persone. Siamo uno strumento in più di supporto al Piano Freddo: ogni sera un gruppo di 4 volontari sta insieme e collabora. Ci sentiamo utili così, pensando agli ultimi”.


Un pensiero riguardo “Frascaroli: serve una sinistra larga

Rispondi