«Passante di mezzo: non fosse tragedia ci sarebbe da ridere»

Dal 2016 i comitati contrari all’idea di allargare l’autostrada in mezzo alla città chiedono un’indagine epidemiologica per valutarne gli effetti sulla popolazione. Ora l’assessora regionale, Irene Priolo, rispondendo a un’interrogazione di ER Coraggiosa ha detto che l’inchiesta si farà, ma poi ha chiarito che intanto si cominceranno i lavori: «Il messaggio che arriva dalla nostra classe dirigente è chiaro: prima i cantieri poi tutto il resto, salute compresa. Altro che svolta green»

di Luca Tassinari, Associazione AMO Bologna Onlus e Rete Civica Aria Pesa


Il Passante di Mezzo, oltre a essere una minaccia per la salute dei bolognesi, è una miniera inesauribile di comicità.

Quando a dicembre 2016 i comitati contrari al Passante chiesero un’indagine epidemiologica, per valutare gli effetti dell’allargamento sulla salute umana, andò in scena la commedia della cosiddetta “Fronda”. Alcuni consiglieri comunali di maggioranza osarono dire che sì, conoscere l’impatto del progetto di allargamento sulla salute era doveroso, scatenando le ire del sindaco Virginio Merola e dell’allora assessora al traffico, Irene Priolo, che ribadivano che no, non si poteva fare perché ci sarebbe voluto troppo tempo e si rischiava di ritardare l’avvio dei cantieri. Inutile dire che dopo un mesetto tutti si riallinearono sulla prevalenza ineluttabile dei cantieri sulla salute dei cittadini.

In questi giorni l’indagine epidemiologica sul Passante è tornata di attualità in Regione, richiesta da un’interrogazione del consigliere regionale Igor Taruffi della lista Emilia-Romagna Coraggiosa. Nella sua risposta l’assessora regionale all’ambiente, che coincide anagraficamente con l’assessora comunale al traffico del 2016, ha detto che un’indagine si farà, provocando un sussulto di gioia in chi ingenuamente crede che la salute dei cittadini sia più importante del bilancio di un concessionario autostradale.

Per qualche minuto è circolata la speranza che un barlume di resipiscenza avesse consigliato chi ci governa a valutare la possibilità di mettere in pausa l’idea di allargare un’autostrada in mezzo alla città, per darsi il tempo di valutarne l’impatto sanitario. Un attimo di felicità purtroppo subito spento dalla celebre battuta di Alighiero Noschese nella sua imitazione del telegiornale di Mario Pastore, che dopo aver dato una buona notizia veniva chiamato dalla regia e concludeva desolato: «Mi dicono che non è vero». 

L’assessora Priolo si è infatti affrettata a consegnare alle agenzie di stampa una smentita ufficiale alle reazioni positive suscitate dalla sua inattesa apertura alla tutela dei polmoni e dei sistemi cardiovascolari bolognesi. Non ci siamo capiti, ha detto in sostanza, il Passante lo facciamo a spron battuto, ma nel frattempo, con calma, faremo anche una «sorveglianza epidemiologica della popolazione residente nelle zone a elevata criticità e pressioni ambientali che la Regione è chiamata a sviluppare sulla base del Piano nazionale della prevenzione, adottato con intesa Stato-Regioni del 6 agosto 2020, e che si protrarrà cinque anni. Un’attività di monitoraggio e ricerca sul rapporto tra aria e salute, strumento che potrà contribuire all’indirizzo delle politiche di miglioramento della qualità dell’aria, anche di quella interessata dal Passante». 

Da un lato si ammette quindi che esiste un nesso causale fra traffico, qualità dell’aria e salute, tanto da meritare un piano di prevenzione a livello nazionale, e dall’altro si va avanti con un progetto che sicuramente aggraverà un quadro già critico, come è scritto nero su bianco nel parere finale sul progetto della stessa Regione Emilia-Romagna: «Allo stato attuale, circa il 40% delle emissioni di NOx e di PM10 nel macrosettore trasporti su scala comunale proviene dal sistema tangenziale/autostrada; nel 2025 [dopo l’allargamento, NdR] tale contributo salirà a più del 50% per le emissioni di NOx e di PM10».

E vale la pena ricordare che in Italia questi inquinanti provocano 80.000 morti premature all’anno, tutti gli anni, e che per prevenirle l’unico vaccino possibile è ridurre le emissioni, non incrementarle.

Il messaggio che arriva dalla nostra classe dirigente è chiaro: prima i cantieri poi tutto il resto, salute compresa. Salvo poi presentarsi in pubblico come paladini della svolta green, della transizione ecologica e della salute innanzitutto. Ci sarebbe da ridere, se non fosse una tragedia.


5 pensieri riguardo “«Passante di mezzo: non fosse tragedia ci sarebbe da ridere»

  1. scusate ma la coerenza dove sta di casa ?? non certo nella testa dei ns governanti comunali e regionali…PRIMA LA classe politica che persegue l’obiettivo del PUMS, anche questo votato in comune, di diminuire del 28% da qui al 2030 gli spostamenti su mezzo privato nell’area metropolitana. POI PERSEGUE con ogni mezzo la costruzione del GASSANTE DI MEZZO CHE PORTERA’ AD UN AUMENTO DEL TRAFFICO VEICOLARE DEL 20-25% E dell’inquinamento del 17% ma sono fuori??

    1. eseguono sempre e soltanto gli ordini dall’alto. Ormai siamo in postdemocrazia: i politici non rispondono più ai cittadini, non si interessano più nemmeno dei loro voti, vanno avanti per la loro strada anche se hanno i loro stessi votanti contro: sono dei dipendenti delle grandi macchine x far soldi, rispondono solo a loro. Perderanno voti, così facendo? Certo! Ma basta allargare la coalizione ( in questo caso alla lega e/o a Forza Italia ) e si resta su lo stesso, a distruggere quel poco di aria respirabile e di ambiente che ancora ci resta.

  2. Non so quale sia il soggetto sottinteso (..eseguono…vanno avanti… perderanno…), so, invece, che nei circa quindici anni in cui il progetto del Passante ha attraversato le nostre fantasie, i soggetti politici si sono alternati, trasformati, bene o male adattati, defilati. Sono cambiate anche le istituzioni chiamate a decidere…insomma una non scelta lascia più danni di una scelta sbagliata.
    I cittadini bolognesi, che tuttavia non hanno perso fiducia in chi conduce e governa il Comune, non ricordano più da dove si era partiti. Sarebbe il caso, forse, di riprendere il progetto per riasaminarlo alla luce di quanto (moltissimo!) è cambiato il contesto.

  3. Cerco di ricordare alcuni fatti:

    -) La tangenziale esiste da decenni, spesso bloccata per l’attuale traffico, con inquinanti non indifferenti.

    2) Il passante Nord non lo si è voluto, giustamente perché era consumo di suolo e incentivo al trasporto su gomma

    3) il nodo di Bologna ha bisogno di soluzioni

    4) nel progetto del passante di mezzo sono previsti interventi di mitigazione che in gran parte mancano nello stato attuale

    5) credo sia inaccettabile un passante a sud.

    Quindi? È sostenibile e green lasciare le cose così come stanno?

    1. Ebbene sì:
      è certamente più green lasciare le cose come stanno che costruire un pezzo di autostrada in più. Per quale specialissima ragione i cittadini di Bologna devono sorbirsi una super dose di inquinanti per far contenti costruttori, cementieri, concessionari autostradali?? Perché mai tutti i TIR di Italia ed Europa devono per forza essere convogliati sulle nostre strade cittadine?? Dove sta la logica in queste decisioni?? Ma non avete a cuore la vs stessa salute, dove vivete su marte?

      Infine perché mai, se veramente esigenze di aumento di traffico dimostrabili, commercio, PIL italiano ed europeo lo “impongono” si afferma che è inaccettabile un passante a sud?? Se serve veramente si fa CON I FONDI EUROPEI DEL RECOVERY FUND, ALTRIMENTI MI SA TANTO CHE TUTTI QUESTI DISTINGUO SIANO SOLO PRETESTI.

Rispondi