“Non so cosa direbbe lui oggi, la situazione è molto diversa dal 1999. Andrò a votare alle primarie, per Isabella Conti, mi piace il suo pragmatismo”
di Barbara Beghelli, giornalista
Si è ritagliata una mezz’oretta in pausa pranzo per far due chiacchiere col Cantiere, Grazia Guazzaloca, che lavora tutto il giorno come responsabile della comunicazione e delle relazioni pubbliche del Cusb (precedentemente come account in agenzia di comunicazione, 15 anni) ed è mamma di due maschietti: Lucio, 2 anni e Orlando (5), in più ha un marito che è un manager in ambito comunicativo, dunque spesso in giro per lavoro.
Figlia minore del conosciutissimo Giorgio, che nel 1999 vinse le elezioni contro la sinistra insieme con i civici de ‘La Tua Bologna’, diventando sindaco di centro-destra per la prima e unica volta nella storia della città, Grazia è molto attenta a quanto accade in città. Adesso, soprattutto.
Voce delicata, sembrerebbe quasi timida. E invece i suoi toni gentili non devono assolutamente trarre in inganno perché la figlia del Guazza introversa non lo è affatto. Anzi. E con quella sua modalità tranquilla dice cose profonde sulla Bologna futura, quella degli anni che verranno.
Certo l’aver abitato a New York, dove ha anche lavorato, l’aiuta a pensare in grande e coltivare una visione più ampia del mondo, che in una città ancora un po’ provinciale, fa la sua bella differenza. Ma a prescindere dalla cultura acquisita oltreoceano, è la sua natura più profonda che l’ha portata ad interessarsi fin da ragazzina alla vita pubblica e anche alla libertà di scegliere, primo comandamento del papà.
È difficile essere la figlia del Guazza?
“Un po’ complicato, sì: mio padre aveva un carattere molto forte e come personaggio di rilievo, rapportarsi con lui non è stata proprio una passeggiata, in ogni caso io ho avuto un’infanzia tradizionale e molto normale”.
Cosa le ha trasmesso?
“La passione per la politica e il giornalismo. Noi parlavamo moltissimo della città, era una cosa che ci legava a doppio filo, anche se magari a volte non ci trovavamo d’accordo, ecco”.
Cosa direbbe, secondo lei, di fronte allo scenario attuale?
“Ah non saprei, era molto diversa la situazione, allora. Di una cosa sono sicura: so che sarebbe lì a guardare cosa succede e si chiederebbe cosa poter fare per attivarsi al meglio”.
E Grazia cosa pensa, ora che si avvicinano le elezioni?
“Delle primarie penso che bisogna andare a votare se si vuole partecipare attivamente alla scelta del candidato a sindaco. Questo è un momento cruciale per via del post-pandemia e i bolognesi devono capire che direzione prendere per i prossimi dieci anni”.
Lei chi voterà?
“Isabella Conti. La apprezzo, in più è un’amministratrice brillante, una persona pragmatica che va al cuore dei problemi”.
La vota perché donna?
“Perché mi convince. Per il resto trovo che il Pd abbia una posizione molto formale sulle donne: è per la parità di genere ma solo formalmente, visto che non ha espresso una candidata in alcuna città che si appresta al voto”.
Conosce l’altro candidato, Lepore?
“Sì, ha sempre lavorato bene. Ma rappresenta un progetto politico che non mi rappresenta. Sulla cultura, poi, si può fare di più: la città pare un po’ adagiata su se stessa, ma non è che bastano i voli della Ryanair per attirare pubblico: Bologna ha certo le caratteristiche per guidare e organizzare ‘l’immaginazione turistica’”.
È una campagna elettorale violenta nei toni, quella in atto?
“Io spero solo non si trasformino le primarie in un gioco di blocchi politico-programmatici e di potere per non scontentare i potenziali o effettivi alleati. La città non può fermarsi per compiacere gli altri, ora più che mai necessitiamo di cose concrete, dalla mobilità, alla manutenzione stradale al sistema di welfare ed educativo. Sulla scuola poi, io stessa un anno fa ho fondato il comitato Diritto alla scuola poiché ritengo che da Bologna non si sia fatto abbastanza per dar voce ai bambini lasciati soli.
Chiarissimo. Cosa pensa del movimento civico fondato dal direttore dell’Ascom, Giancarlo Tonelli?
“I moderati sono un interlocutore importante ed è esattamente il soggetto politico che mancava in città”.
Non le viene mai in mente di fare politica in prima persona?
“La politica si fa in tanti modi e io ne ho cura, la vivo attivamente, ma adesso penso alla mia famiglia. Comunque noi donne facciamo più fatica ma riusciamo a fare tutto, eh: certo servirebbe un welfare degno di questo nome”.
Siamo agli appoggi postumi a candidati sindaci da parte di figli in diretto collegamento con i padri . È già il secondo caso in soli due giorni . Aspettiamo l’indicazione di voto degli altri eredi degli altri uomini , politici bolognesi non più in vita per meglio orientarci , diciamo.
Ps: la signora Guazzaloca ( figlia) è elettrice di un partito di centro sinistra per partecipare col suo voto alle primarie? O è simpatizzante IV O PD per scegliere tra la sindaca Conti e l’assessore Lepore? Grazie , sempre per meglio orientarci.