Strage di Ustica, una giostra ricorda che fu guerra aerea

27 giugno 1980: sono 41 anni che i familiari delle 81 vittime si battono per la verità. Fu chiaro da subito che il Dc9 fu abbattuto in una battaglia tra jet ma istantanei partirono anche i depistaggi. Un gioco davanti al Museo della Memoria creato dal duo artistico PetriPaselli indica come furono uccisi quegli innocenti mentre un’inchiesta cerca ancora di dare un nome e una nazionalità a chi sparò contro un aereo civile in tempo di pace. Oggi a Bologna una cerimonia a Palazzo d’Accursio

di Daria Bonfietti, presidente Associazione parenti vittime strage di Ustica


Una giostra gira nel giardino della Zucca davanti al Museo per la memoria di Ustica: installazione del duo artistico PetriPaselli, con le sue luci, i suoni, il gioco della battaglia aerea ci sorprende, diverte, stordisce per un attimo, ma poi ci porta a riflettere: una battaglia aerea vera sui cieli di Ustica ha portato via 81 vite innocenti.

«Gira la giostra, continuano i nostri impegni per verità e memoria» è il messaggio al centro delle iniziative per il 41mo anniversario della Strage, che avranno la dovuta solennità nell’incontro a Palazzo d’Accursio dei parenti delle vittime con i sindaci di Bologna, Merola, e di Palermo, Orlando.

Si ricorderà quell’episodio di guerra aerea che ha fatto sprofondare nel mar Tirreno, nei pressi dell’isola siciliana, il Dc9 Itavia e 81 cittadini italiani, vittime innocenti. Quella notte sprofondò anche la verità: nella menzogna, nei depistaggi, nella distruzione delle prove, nella falsità del cedimento strutturale; tutto era evidente nell’immediatezza, ma fu deciso che i cittadini non dovevano sapere e i parenti delle vittime rimasero soli nel loro dolore. Davanti ai sindaci quegli anni di dolore e solitudine e poi di impegno civile saranno ricordati.

Soltanto nel 1999, con la sentenza-ordinanza del giudice Priore abbiamo avuto una prima verità: il Dc9 è stato abbattuto in un episodio di guerra aerea. Più tardi, nel 2007, il presidente emerito Cossiga affermerà che l’aereo italiano è stato abbattuto da aerei francesi che volevano colpire Gheddafi. È iniziata una nuova indagine della procura della Repubblica di Roma per cercare di scrivere l’ultima parte di verità, individuando chi ha sparato. In questo 41mo anniversario auspichiamo la conclusione di quest’indagine, impegnando il Governo a fornire con una attiva collaborazione della nostra diplomazia tutte le risposte alle rogatorie internazionali della magistratura, tutti gli elementi utili per l’inchiesta.

Intanto la giostra di PetriPaselli ci fa riflettere sull’importanza del messaggio dell’arte e più ancora sul ruolo del Museo per la memoria di Ustica.

Il presidente Mattarella nel corso della sua visita dello scorso anno ha lasciato questa dedica: «Questo museo è un tempio della memoria che consente di mantenere intatta la memoria della tragedia di Ustica ed esorta a ogni impegno per difendere vita e libertà». E dal Museo vogliamo continuare a tessere i fili della memoria, della didattica, dell’arte, della storia. Credo si possa e si debba partire per dare nuova vita e una nuova dimensione al Museo.

L’Associazione ha messo in essere una collaborazione con Università e Comune per studiare gli avvenimenti degli anni del terrorismo (nascono da qui i due volumi usciti in questo ultimo periodo, i convegni sul 1980 e sulla politica interna e internazionale), abbiamo avuto borse di studio e dottorati di ricerca.

Il museo è continuamente visitato da scolaresche che in base a una convenzione con il Miur vivono emozioni artistiche e approfondimenti storici e ogni anno abbiamo nell’estate un ricco calendario di spettacoli di grande qualità.

Credo che i tempi siano maturi perché il Museo diventi una nuova entità, che raccolga in unicità di gestione e di spazi tutte queste attività, ponendolo sempre più come polo del contemporaneo nel panorama culturale della città e nazionale.

Vorrei soffermarmi sulle attività che in un modo o nell’altro sono legate a questa importante presenza nella vita culturale della nazione. Intanto la didattica per le scuole svolta in collaborazione con il Mambo o autonomamente dall’Associazione in base a una convenzione con il Miur. Gli studenti che sempre più numerosi incontrano le emozioni dell’arte, a cominciare dall’istallazione di Christian Boltanski, cominciano anche a fare i conti con la Storia, collegando la vicenda di Ustica alle vicende complessive del Paese.

Si deve ricordare anche il rapporto con l’Associazione dell’Università di Bologna, segnalando che proprio dall’interessamento del sindaco Merola e del rettore Ubertini è nata una Convenzione che ha permesso la presenza di uno specifico insegnamento legato al periodo del terrorismo e delle stragi.

Studiare la Storia con la collaborazione dell’istituto Parri ha permesso di organizzare e poi pubblicare gli atti, di organizzare i convegni sul 1980 affrontando sia gli aspetti della politica internazionale che interna.

Reputo particolarmente importanti tutti questi contributi storici, che aiutano a sottolineare la particolarità di Ustica.


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