Il clima e le assemblee cittadine entrano nello Statuto Comunale

Il nuovo testo è un patrimonio che lasciamo in eredità alla prossima amministrazione, confidando che ne faccia tesoro per rendere Bologna davvero una città progressista su due questioni decisive per il futuro di tutte e tutti: la priorità al clima e all’ambiente e la qualità e innovazione della democrazia

di Andrea Colombo, consigliere comunale


Bologna è la prima grande città in Italia e in Europa ad aver inserito direttamente nello Statuto Comunale il riconoscimento dell’emergenza climatica, il principio della transizione ecologica giusta fino alla neutralità di emissioni, e il nuovo istituto di partecipazione popolare delle “assemblee cittadine”. 

Di recente, infatti, il Consiglio comunale, su proposta del sottoscritto insieme ad altri colleghi di diversi partiti, ha approvato alcune modifiche (qui il testo completo) alla Carta fondamentale del Comune, con un’ampia maggioranza di 28 consiglieri su 36: a favore Partito democratico e Città comune e, tra le minoranze, M5S, Coalizione civica e una parte del gruppo Misto; astenuto invece tutto il centro-destra.

È questo il primo risultato di un percorso iniziato nell’autunno del 2019, con l’approvazione della “Dichiarazione di emergenza climatica ed ecologica”. Un atto simbolico, fortemente sollecitato dai movimenti per il clima come Extinction Rebellion e Fridays For Future, ma che sta portando cambiamenti concreti nell’agire del Comune.

Con quell’atto, infatti, ci eravamo impegnati innanzitutto a“dire la verità”, cioè aumentare la pubblicità e trasparenza dei dati e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi climatica, da cui è nato il portale www.chiara.eco a disposizione dei cittadini. Il secondo impegno ci spingeva invece ad ‘agire ora’, ovvero a fare scelte politiche e amministrative a tutela dell’ambiente e del clima, che sono alla base dei nuovi piani approvati: quello urbanistico (PUG), di mobilità sostenibile (PUMS) e per l’energia sostenibile (PAESC). E, infine, a ‘coinvolgere i cittadini’, sperimentando delle assemblee cittadine dedicate.

Su quest’ultimo punto, nel 2021 è partito un “Tavolo di negoziazione”, che per sei mesi ha visto discutere oltre 50 rappresentanti delle diverse componenti della città: quella istituzionale (Giunta, Consiglio e Uffici comunali), quella economica (Camera di commercio, associazioni di categoria, etc.) e quella ambientalista (associazioni e movimenti). Il tutto col supporto della Fondazione Innovazione Urbana e di docenti dell’Università e sotto la supervisione di un Comitato di Garanti. Al termine del confronto, apposite “Linee guida” hanno riassunto le indicazioni per inserire le assemblee cittadine nell’ordinamento comunale: è da questo documento, tra l’altro licenziato all’unanimità, che sono nate le modifiche statutarie.

La scelta più innovativa che abbiamo compiuto è senza dubbio introdurre tra gli istituti partecipativi le suddette assemblee, uno strumento particolarmente avanzato, già sperimentato in diversi paesi e città nel mondo. Si tratta, in buona sostanza, di un campione di cittadine e cittadini estratti a sorte – in modo da rispecchiare statisticamente la comunità per età, genere, quartiere, etc. – che è chiamato a studiare un determinato argomento insieme ad esperti, confrontandosi con i portatori d’interesse e al proprio interno, per approvare infine proposte e raccomandazioni che l’istituzione deve considerare, recependo gli esiti o motivando in modo stringente un diverso orientamento. 

È un processo che può creare un nuovo rapporto di fiducia e dialogo tra cittadini e politica, rafforzare e rinnovare – anche “pungolandola” – la più tradizionale democrazia rappresentativa e promuovere in modo inclusivo i grandi cambiamenti di politiche pubbliche, paradigmi socio-economici, abitudini delle persone che ci attendono.

Le novità inserite nello Statuto hanno toccato, infine, anche i principi fondamentali stessi e gli obiettivi programmatici, per orientare in modo permanente l’attività del Comune, a prescindere da questa o quella maggioranza di governo. In parallelo alle modifiche all’articolo 9 della Costituzione italiana in approvazione in Parlamento, abbiamo introdotto anche a livello locale la tutela del clima e dell’ambiente. In più abbiamo però previsto anche il metodo, la “transizione ecologica giusta”, cioè in grado di includere tutta la società in modo equo, e l’obiettivo, la “neutralità climatica”, ossia la riduzione fino all’azzeramento delle emissioni di CO2.

Questo nuovo Statuto è un patrimonio che lasciamo in eredità alla prossima amministrazione comunale, confidando che ne faccia tesoro per rendere Bologna davvero una città progressista su due questioni decisive per il futuro di tutte e tutti: la priorità al clima e all’ambiente e la qualità e innovazione della democrazia.


Un pensiero riguardo “Il clima e le assemblee cittadine entrano nello Statuto Comunale

  1. Seguo Colombo da anni e l’ho sempre apprezzato fin da quando era assessore all’urbanistica. Pregherei la futura amministrazione di prenderlo in squadra, con un incarico degno delle sue esperienze maturate nel campo ambientale.

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