Perché la strage del 2 agosto e perché a Bologna? Perché Ustica? Questi interrogativi incombono ancora e non vanno rimossi in un effimero rituale. Oggi più di ieri è necessaria una “preparazione” per tornare a pensare, per scandagliare i misteri che hanno cercato di colpire a morte Bologna e forse la democrazia italiana
di Aldo Bacchiocchi, già dirigente politico
Ci avviciniamo alla data del 2 agosto. Per Bologna e per il suo calendario civico si tratta di una scadenza di straordinaria profondità per i cuori e le menti dei bolognesi e degli italiani. Lo sa bene il Cantiere che anche quest’anno, insieme a 6000 sardine e Cucine Popolari, con la posa dei “sampietrini della memoria” ha voluto omaggiare il ricordo degli ottantacinque innocenti che persero la vita in quella tragica mattinata del 1980.
A questa scadenza bisogna prepararsi con il raccoglimento opportuno. Questo vale per i meno giovani, per gli sportivi, per i protagonisti delle movide, per i politici in senso stretto e per chi ha ben presente il valore dell’impegno civico, che è tutt’altro che “apolitico”.
Stiamo uscendo dalle strette del Covid, ma le incognite sono ancora tante. Molti sono immersi in clima elettorale che si fatica a decifrare. Della strage forse si cominciano a conoscere i mandanti. C’è bisogno per tutti di ‘istruirsi’ in vista di questo dolorante appuntamento.
Dico istruirsi. Solo gli sciocchi o i demagoghi, infatti, credono che l’istruzione consista nell’assimilare un insieme di nozioni e basta. Ma istruirsi vuol dire costruire il nostro “mondo morale”. Fare i conti con un retaggio e, in tal modo, ricostruire una nostra identità.
Perché la strage del 2 agosto e perché a Bologna? Perché Ustica? Questi interrogativi incombono ancora e non vanno rimossi in un effimero rituale. Oggi più di ieri è necessaria una “preparazione” per tornare a pensare, per scandagliare i misteri che hanno cercato di colpire a morte Bologna e forse la democrazia italiana.
È una buona notizia che il Governo Draghi abbia scelto di essere rappresentato da Marta Cartabia, ministra autorevole e già presidente della Corte Costituzionale: l’ansia di giustizia è più credibile e fa tutt’uno con il bisogno inesausto di verità.
Certo: il futuro è ineludibile davanti alle nostre vite, tutte. Ai dolori che le hanno segnate e che le segnano anche oggi. Omicidi e femminicidi, morti sul lavoro, tragedie dell’intolleranza sono il nostro presente. Quest’anno come non mai prepararsi alla ricorrenza che, ravvicinata, ci attende significa raccoglimento e riflessione. Per riconquistare, tutti noi, una più consapevole umanità. Con le sue gioie ed i suoi dolori.
Tanti anni fa il Concilio Vaticano II ci ammonì in tal senso, credenti e non credenti. Una lezione di straordinaria attualità, di inesauribile aiuto per tutti. Bologna deve essere ed è anche questo.