Dal 29 settembre nessuno potrà più vietare di giocare negli spazi condominiali, nessuno potrà dire «vi prendo il pallone e lo butto via!». Alla fine di questa legislatura qualche passo per migliorare ancora la vita dei nostri infanti e concedere loro piena cittadinanza è stato compiuto. Anche perché quelli sono i suoni della vita
di Cristiana Costantini, consigliera di quartiere
Qualche giorno fa il Consiglio Comunale ha approvato la prima variante del regolamento edilizio che riafferma il diritto al gioco dei bambini «nei cortili, nei giardini e nelle aree all’aperto degli edifici privati a uso abitativo»: in sostanza viene ribadito che è vietato vietare il gioco nei cortili condominiali, fatte salve le fasce orarie di tutela della quiete e del riposo, ove stabilite dai regolamenti condominiali, che in orario diurno non possono superare le due ore.
La Convenzione dei Diritti dei Bambini, che già da più di 30 anni l’Italia ha sottoscritto, nell’art. 31 riconosce ai bambini il diritto al gioco e al tempo libero: questo significa che il giocare è riconosciuto come un’attività fondamentale per l’infanzia che permette una crescita personale e sociale equilibrata. Il gioco dei bambini spesso però viene vissuto come superfluo o fastidioso. I bambini urlano, corrono, fanno rumore e così viene loro impedito di esercitare un diritto in nome della pace sociale.
Nei tempi passati i cortili condominiali erano i luoghi dell’incontro tra pari, della sperimentazione della propria autonomia, del fare esperienze lontano dal mondo dei grandi. Negli ultimi decenni i cortili si sono svuotati. Nessuno più scende a giocare in gruppo. Nessun adulto è tranquillo nel lasciare da soli i bambini e le bambine e gli spazi dei cortili sono stati occupati dalle auto o sono vuoti.
Durante la pandemia i cortili invece hanno ricominciato a vivere e sono stati riscoperti. Erano spazi all’aperto, protetti dove poter trascorrere un po’ di tempo fuori casa per giocare a pallone o fare un giro in bici: chi aveva un cortile in questi ultimi due anni si è salvato dalla reclusione totale.
Così Cinnica, la Libera Consulta per una città amica dell’infanzia e dell’adolescenza, ha deciso di chiedere al Comune, seguendo l’esempio di Milano e di altre città della Romagna, di stabilire per regolamento che il gioco sia consentito sempre e comunque al di là delle decisioni specifiche di ogni condominio.
L’assessora Valentina Orioli ha raccolto con grande sensibilità questa proposta facendo inserire questa variante nel regolamento edilizio della città. Ora sarà importante coinvolgere gli amministratori di condominio, l’associazione Anaci, perché ci sia un lavoro di sensibilizzazione e coinvolgimento sul tema che necessita di un avanzamento sul piano culturale: deve essere chiaro che si afferma l’esercizio di un diritto e non lo svolgersi di un’attività tra le tante.
Altro punto che vede protagonisti i bambini e le bambine della città è il riconoscere l’importanza degli eventi chiamati “Mercatini dei bambini”. In quartiere Santo Stefano si è votato un odg che afferma l’importanza dei mercatini, ne riconosce il valore sociale ed educativo e ne vuole dare forma e ordine perché si possano svolgere con facilità nei luoghi del quartiere.
I “Mercatini dei bambini” sono anche il luogo del ri-uso e del riciclo degli oggetti, poiché contrastano le logiche dello spreco e dello scarto e promuovono un circolo virtuoso della vita delle cose; questi eventi diventano anche luogo di incontro e socialità dei bambini e delle bambine nel territorio in cui vivono e in essi i bambini e le bambine possono sperimentare e attivare la propria autonomia e spirito d’iniziativa. Ai piccoli piace molto la compra-vendita ed essere protagonisti di scambi e commerci. Sono loro gli artefici dei mercatini.
L’auspicio è che la nostra città, al pari di altre della Romagna, riconosca sempre più il valore di queste manifestazioni e le promuova nel suo territorio dedicando giornate e luoghi precisi allo svolgimento in modo che diventino appuntamenti fissi ai quali partecipare.
Photo credits: Belinda Fewings