L’installazione dell’artista Norma Jeane alle Serre dei Giardini Margerita ha scatenato l’indignazione della parte più moralista dei cittadini. Nello stessa città che ospita una statua di Freak Antoni che esce da un water, vivono persone spente e conservatrici, “vecchie nel cuore”, come canta Samuele Bersani
di Stefano Cavallini, cittadino
A Bologna, alle Serre dei Giardini Margherita, è arrivato l’Orgasmatron Redux, un’opera dell’artista di Los Angeles Norma Jeane. È una cabina rettangolare orgonica, costruita secondo i progetti di Wilhelm Reich, medico, psichiatra e psicanalista allievo di Freud. Tramite la produzione di sostanze chimiche femminili dette “copuline” e stimoli luminosi e musicali, la cabina dovrebbe portare il soggetto all’eccitazione sessuale nell’arco di quindici minuti.
Ci sembra che questa installazione collimi perfettamente con un certo spirito della città, che è una miscela di dada sghembo e anarchismo eroticamente propulsionato. Purtroppo, molti bolognesi sembrano non pensarla come noi. Ci siamo infatti imbattuti casualmente nel post Facebook di èTV riguardo alla vicenda e, incuriositi, abbiamo letto la sezione commenti, dove la vera natura dei cittadini si svela senza riserve.
A parte alcune eccezioni positive, è tutto un fiorire di insinuazioni e sospetti. Ci sono i benaltristi, che immancabilmente ripetono che ci sono cose più serie a cui pensare e che la città ha ben altre priorità, ci sono i complottisti, che credono sia un’operazione economica, ci sono quelli che credono che la cabina trasformi le persone in maniaci sessuali, ci sono quelli che lamentano il fatto che la cabina sia stata pagata con le “nostre tasse”, ci sono quelli che si disperano pensando ai bambini che verranno traumatizzati dall’opera, il tutto condito da vari “che schifo” e “vergognatevi”, riferito non si sa bene a chi. C’è perfino un commento delirante in cui la cabina viene definita una mossa dei comunisti (?) per distruggere i valori della società occidentale.
Ovviamente la cabina, visto che non è un dispositivo medico, non funziona. È solo una innocua e geniale trovata. Nonostante ciò, ad alcuni bolognesi appare come qualcosa di oscenamente scandaloso. Viene da chiedersi dove abbiano vissuto queste persone finora e soprattutto se conoscano la storia della città, almeno quella recente, e i personaggi non certo immacolati che ne sono stati protagonisti.
Ci illudevamo di vivere nella città più progressista d’Italia e invece questi commenti rivelano che una parte non irrilevante della popolazione è morbosamente moralista, giudicante, avversa alle novità, incapace di ironia e meraviglia. Nello stesso luogo dove c’è una statua di Freak Antoni che esce da un water, vivono persone spente e conservatrici, “vecchie nel cuore”, come canta Samuele Bersani.
Ci consola il fatto che queste siano quasi tutti cittadini di una certa età (che però nel nostro paese sono la maggioranza che detiene il potere). Ci appelliamo ai giovani, anagraficamente e in spirito, affinché mettano in campo le loro energie creatrici e spazzino via questo bigottismo ammorbante.
Viva il sesso, viva l’Orgasmatron Redux!
Photo credits: Le Serre dei Giardini Margherita
A 76 anni l’argomento in sé sembra un po’ secondario. Non ho visto il Redux, ma dalla vostra descrizione sembra un gioco divertente. E il gioco aiuta a stare un po’ allegri, cosa di cui si sente il bisogno.
mii dispiace che nessuno abbia citato e fatto riferimento all’analoga e prima esperienza fatta oltre 50 fa all’Ospedale Psichiatrico Lolli di Imola
Wilhelm Reich a parte, a me sembra una divertente citazione dell’Orgasmometro, oggetto del tutto simile apparso nello spassoso film del 1973 “Il dormiglione” di Woody Allen. Peccato che non sia in funzione….