La bellezza di una città è data dai suoi monumenti, dai suoi palazzi, a Bologna anche dai suoi portici, non certamente da strade impercorribili, artatamente tenute come un simulacro di antica pavimentazione
di Niccolò Rocco di Torrepadula, consigliere comunale dal 1995 al 2004
La pavimentazione di molte strade di Bologna è adattissima ad ospitare gare di motocross anche di alto livello. Dico questo perché, grazie ad una assurda quanto incomprensibile miopia della sovrintendenza, molte strade hanno dei veri e propri crateri e sono sconnesse in maniera incredibile.
Penso, tanto per fare un esempio, alle vie Santo Stefano, Farini, de’ Carbonesi, Barberia… Percorrerle in auto – mettendo a durissima prova le sospensioni – oppure in bici o scooter – dove invece vengono sollecitati schiena e muscoli dei piloti – è una impresa degna della Parigi/Dakar. Quando si arriva in Piazza Malpighi e via Marconi invece è tutto liscio come un biliardo.
Mi chiedo come sia possibile nel 2021 utilizzare ancora i basoli per pavimentare le strade cittadine, percorse non da cavalli, carrozze e pedoni, ma da autobus, anche di 18 metri, camion, auto, moto e biciclette.
Si consideri infine l’obbrobrio di alcune strade pavimentate con i basoli, ma dove sono presenti larghissimi ed estesi rappezzi con asfalto: uno spettacolo orribile alla vista e pericoloso per la circolazione date le ampie sconnessioni.
La bellezza di una città è data dai suoi monumenti, dai suoi palazzi, a Bologna anche dai suoi portici, non certamente da strade impercorribili, artatamente tenute come un simulacro di antica pavimentazione.
La Bologna del futuro potrebbe iniziare da un piano di riqualificazione delle pavimentazioni stradali. Sono queste le “piccole grandi opere” di cui ci sarebbe più bisogno.
Photo credits: Hans Porochelt (CC BY-NC-ND 2.0)
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