Si sminuisce il problema quando invece le inchieste dimostrano che siamo infiltrati anche noi. Succede lo stesso in Europa, che sembra ignorare che nel continente esistano cinquemila associazioni di stampo mafioso. Per questo serve una risposta europea contro la criminalità organizzata e una riforma della Ue in senso federalista, in grado di dare risposte a sfide globali. Ma la spinta deve partire dal basso e dai territori, promuovendo la cultura della legalità ovunque, cominciando dalle scuole
di Mery De Martino, candidata al consiglio comunale nella lista del Pd
Bologna è considerata città a basso tasso di criminalità, comune o organizzata. Nonostante inchieste e sequestri giudiziari dimostrino il contrario, la narrazione prevalente tende a sminuire l’infiltrazione mafiosa. È necessario invertire questa tendenza.
Come consigliera di quartiere ho cercato, insieme al collega Cristian Tracà, di creare nuove progettualità insieme alle associazioni che si occupano del tema della legalità. Una di queste è stato l’avvio, in collaborazione con Libera, di percorsi formativi per le classi dell’Istituto Comprensivo n.8. È necessario incrementare i percorsi di sensibilizzazione sul fenomeno mafioso nelle scuole e dovremo essere più abili nel coordinare quello che già esiste (come il progetto Educalè) poiché sono convinta che i risultati potrebbero essere massimizzati se, oltre che a erogare fondi, l’amministrazione assumesse anche un ruolo di regia.
In particolare, come ho scritto nel programma della mia candidatura, ritengo che il Comune dovrebbe coordinare meglio e con anticipo l’uscita dei bandi destinati ai progetti nelle e per le scuole, muovendosi con maggiore coerenza rispetto alla loro programmazione didattica e integrando i nuovi percorsi progettuali con le risorse già presenti (musei, accademie, sedi di associazioni).
Un ruolo decisivo nella lotta alle mafie deve essere svolto poi dalle Istituzioni europee. Da quattro anni sono membro della Direzione Nazionale della Gioventù Federalista Europea, da due anni quale Responsabile Politico. Nel Movimento, politico ma apartitico, si è aperta una riflessione sul tema del rapporto tra Europa e mafie che ha prodotto molti documenti. Nell’organizzazione è nato un gruppo di lavoro che si sta occupando del tema confrontandosi con realtà come Avviso Pubblico, Benvenuti in Italia, Arci, Libera. Sta nascendo un terreno comune di dibattito, al quale, se eletta, vorrò dare cittadinanza anche nel Consiglio Comunale.
Il problema è di dimensioni enormi e, sebbene secondo il Rapporto Socta di Europol del 2017 siano presenti oltre 5.000 organizzazioni di stampo mafioso in Europa, non esiste ancora una vera risposta europea. Possiamo contare solamente su un (debole) sistema di condivisione di informazioni composto dallo European Public Prosecutor’s Office (Eppo), Europol ed Eurojust che ricevono dati dalle autorità nazionali competenti solo su base volontaria. È evidente come gli Stati membri mantengano ancora una competenza quasi esclusiva, al punto di non aver ancora adottato neanche una definizione comune di criminalità organizzata.
Può sembrare di parlare di cose distanti da noi, ma anche con azioni dal basso, dalla sinergia tra le comunità e le istituzioni locali si può fare molto per uscire dall’impasse in cui si trova l’Ue. Nei prossimi mesi si terranno gli incontri sulla conferenza sul futuro dell’Europa. Sarà l’occasione per far sentire la nostra voce sulle priorità dell’Ue e sui suoi assetti istituzionali, che a mio parere non potranno che andare verso una dimensione Federale per rispondere democraticamente alle sfide globali.
Le istituzioni locali dovranno essere motore di questa partecipazione. Una delle cose di cui vorrei occuparmi sarà proprio creare un filo diretto tra quello che avviene in Europa e i territori. Intendo cercare una convergenza ampia su alcuni punti comuni che stanno già emergendo anche tra le nostre associazioni, tra i quali:
- La creazione di una rete europea di associazioni e istituzioni, dei soggetti impegnati nell’antimafia sociale, per rispondere insieme alle sfide poste dalle mafie e per non lasciare da sole le istituzioni locali.
- Proposte comuni sulla confisca preventiva dei beni a livello europeo e su un rafforzamento della Procura europea.
- Il raggiungimento di una piena unione fiscale per contrastare l’attività illecita dei paradisi fiscali intra-Ue.
- L’elezione di un’assemblea costituente europea che ci conduca alla istituzione di una federazione europea che preveda anche un diritto penale federale.
Sono anche stata colpita piacevolmente dalla proposta di Libera Bologna per un assessorato con delega specifica alla diffusione di storie e memorie collettive e dal riferimento al Festival come strumento di diffusione e sensibilizzazione.
Come membro dell’associazione Cantiere Bologna ricordo che abbiamo curato l’organizzazione della giornata della memoria per il 2 agosto del 2020. È stato complesso gestire un’intera giornata con tanti eventi, ospiti e 10 stazioni da animare lungo il percorso del corteo, ma lo abbiamo fatto con la consapevolezza dell’importanza di azioni come queste. Perché la strada per la verità è ancora lunga ma anche perché lo spirito di una città deve essere conservato e alimentato ogni giorno. A noi il compito di averne cura e di non spegnere mai la fiamma della cultura della legalità a Bologna.
Utopia ?Desiderio di comunita’ trasparente
Mary sindaco! 🤣
Brava Mery, vola in Consiglio!
Pinuccia