Elezioni, una competizione tutta interna al centrosinistra

Europa Verde punta non solo a rientrare nel Consiglio Comunale, ma anche ad essere parte della giunta, per incidere sul percorso di transizione ecologica. Per quanta fatica comporti, non ci sono alternative a stare in  maggioranza se si vuole dare concretezza alla propria azione politica

di Silvia Zamboni, capogruppo Europa Verde e vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna


Dato ormai per scontato il successo del candidato sindaco Matteo Lepore su un centrodestra che non è mai sceso veramente in campo, la partita che si gioca a Bologna il 3 e 4 ottobre è tutta interna alla coalizione di centrosinistra. Ovvero, su come si divideranno i consensi tra le sette liste che ne fanno parte.

Con una certezza, dal nostro punto di vista: solo un buon successo dei Verdi è garanzia di avvio della #svoltaverde, con la coerenza di cui c’è bisogno anche a Bologna. Non è più tempo delle politiche del “ma anche”: ci vogliono scelte nette dell’ “o” “o”.

In queste settimane nelle piazze, mercati e strade di Bologna abbiamo presentato a centinaia di persone le nostre priorità per una Bologna solare, efficiente, sostenibile, solidale, multiculturale, inclusiva, attenta sia alla qualità dell’ambiente e dell’aria che respiriamo (notoriamente di pessima qualità nel bacino padano e all’origine, ogni anno, prima ancora del Covid, di decine di migliaia di decessi prematuri), sia alla rimozione delle disuguaglianze sociali e alla tutela dei diritti della persona. Una Bologna in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici – i cui effetti sono ormai sotto gli occhi anche dei più ostinati negazionisti – e pronta a cogliere le opportunità occupazionali ed economiche che la svolta verde e la green economy offrono.

Solo un ministro fuori posto come Roberto Cingolani poteva definire “un bagno di sangue” la mission del dicastero alla Transizione Ecologica di cui – ahinoi – è responsabile. Arricchito dalle undici priorità proposte a Lepore dai Verdi nell’accordo per sostenerne la candidatura a sindaco, il programma del centrosinistra va nella direzione giusta.

Sul Passante le nostre posizioni sono invece rimaste divergenti: per Europa Verde è assurdo investire due miliardi di euro per ampliare un’infrastruttura la cui cantierizzazione, oltre tutto, per sette anni renderà il traffico in tangenziale ancora più caotico. Per non parlare della contraddizione tra dover ridurre le emissioni di gas serra da un lato e, dall’altro, realizzare un’infrastruttura che non potrà che far aumentare le emissioni da traffico motorizzato. Continueremo quindi la nostra battaglia perché si investa sullo sviluppo del trasporto di merci e persone su ferro, a cominciare dal Servizio ferroviario metropolitano, in stand-by da un ventennio. E saremo il guardiano che spronerà l’Amministrazione comunale perché la Bologna Verde che desideriamo non resti un sogno.

Alcuni messaggi chiari li abbiamo già lanciati in campagna elettorale. Presentando, accanto a Lepore, la proposta di istituire l’Ufficio Clima per coordinare le politiche energetiche che attengono ai vari settori, dai trasporti all’edilizia all’urbanistica solo per citarne alcuni, definendo un cronoprogramma che associ misure, obiettivi e monitoraggio dei risultati raggiunti nella riduzione dei gas serra; con l’iniziativa con Leonardo Setti e Norbert Lantschner per l’edilizia sostenibile e Bologna città solare; con il flashmob davanti ad Hera per protestare contro la scadente qualità della raccolta differenziata, la sporcizia della città e il mix energetico dell’elettricità venduta dalla multiutility che vede le rinnovabili al 29% contro l’oltre 40% del mix nazionale; con la protesta davanti a Tper per chiedere una flotta di bus interamente elettrica ad emissioni zero, alimentata anche da pannelli solari installati sui tetti dei depositi dell’azienda; e con l’incontro al Navile, con rappresentanti del comitato per la compatibilità dell’aeroporto con la città, sulla necessità di abbattere l’inquinamento acustico e atmosferico del Marconi, un sorta di centrale a carbone che uno studio medico di fonte ufficiale e pubblica accusa di essere fonte di gravi disturbi della salute per i residenti dei quartieri limitrofi del Navile.

In queste ore Europa Verde ha ricevuto importanti endorsement da dodici personalità bolognesi ed europee. Sono Sergio Andreis (esperto di politiche per la pace e il disarmo, già deputato), Fiorella Belpoggi (ricercatrice, esperta di rapporti fra salute e inquinamento ambientale), Monica Frassoni (presidente di European Alliance to Save Energy, già co-presidente del gruppo europarlamentare dei Verdi europei), Maurizia Giusti in arte Syusi Blady (conduttrice e autrice televisiva), Fioretta Gualdi (architetta, ex direttore Ufficio Nodo Ferroviario del Comune di Bologna), Philippe Lamberts (copresidente del Gruppo dei Verdi Europei al Parlamento europeo), Norbert Lantschner (ideatore di CasaClima Bolzano, fondatore e presidente di ClimAbita), Paolo Pupillo (Professore emerito dell’Università di Bologna, già Prorettore), Patrizio Roversi (autore e conduttore televisivo), Leonardo Setti (ricercatore e docente dell’Università di Bologna, Presidente del network Centro delle Comunità Solari Locali) da lui fondato, Alberto Tarozzi (docente universitario), Vula Tsetsi (Segretaria generale del Gruppo dei Verdi al Parlamento europeo e membro della segreteria del Partito transnazionale dei Verdi europei (Egp).

Siamo d’accordo con loro: è tempo di agire con urgenza e coerenza. Come i giovani del movimento Fridays for Future della nostra città ci hanno chiesto nuovamente sfilando per le vie di Bologna venerdì 24 settembre. E come, spronati da Greta Thunberg, stanno chiedendo in queste ore i giovani di oltre cento paesi di tutto il mondo allo youth4climate in corso a Milano. Non è del voto a sedici anni che hanno bisogno gli adolescenti, ma di politiche per il clima e l’ambiente serie che gli garantiscano un Pianeta vivibile, quando i decisori politici di oggi – che hanno il loro destino futuro nelle mani – non ci saranno più.

Dopo il ritorno in Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Europa Verde punta non solo a rientrare nel Consiglio Comunale di Bologna, ma anche ad essere parte della giunta, per incidere sul percorso di transizione ecologica.

Un compito non facile quando – come mi accade in Regione – ci si trova nel ruolo di minoranza della maggioranza. Ma per quanta fatica comporti, non ci sono alternative a stare in maggioranza se si vuole dare concretezza alla propria azione politica. Per un partito di tanti “sì” – e non solo del “no” come viene invece bollata Europa Verde – la responsabilità di governo è essenziale.

La parola adesso è alle urne. Come sempre sovrane.


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