Il gigante e la bambina

Nessuno è infelice se non per colpa sua. E in politica come nella vita, lamentarsi senza far nulla è prerogativa di quei pochi che possono permetterselo. A tutti gli altri, invece, spetta l’onere di cambiare davvero le cose

di Pier Francesco Di Biase, caporedattore cB


«Per molti le ricchezze acquistate non hanno rappresentato la fine, ma solo un mutamento delle loro miserie». A leggere certi commenti, apparsi di recente anche sul Cantiere, viene in mente questa massima epicurea. E infatti non si fa in tempo a gioire per i brillanti risultati dell’ultima tornata elettorale che subito spunta una bella polemica inutile, degna della migliore tradizione progressista.

L’oggetto del contendere, per una volta, non è il Pd ma Coalizione Civica, accusata sostanzialmente di essere diventata il comitato elettorale di Emily Clancy, privato della volontà di discutere di un risultato deludente (?) e incapace, nonostante tre consiglieri comunali e un molto probabile assessorato, di influenzare le scelte che la nuova giunta sarà chiamata a compiere.

Grigiore da redde rationem congressuale, onestamente inaspettato a queste latitudini del panorama politico, che lascia balenare l’ipotesi che l’assimilazione culturale al Pd sia in realtà molto più forte in quei soggetti che più apertamente la rifuggono. Proprio quel che serve a una forza “bambina” appena arrivata al governo della città insieme al “gigante” che da oltre 70 anni la controlla. Per giunta dopo cinque anni d’opposizione e mettendo insieme una serie di risultati ragguardevoli.

Penso per esempio alla capacità di influenzare pesantemente le Primarie. Senza l’intervento di Coalizione Civica, infatti, Matteo Lepore non avrebbe vinto o lo avrebbe fatto di misura, con tutto quello che comporta in termini di equilibri correntizi interni al Pd. Equilibri che sempre ci sono e pesano nelle scelte, come dimostrano le prime nomine in Consiglio Comunale e Città Metropolitana.

Non vederli, o immaginare addirittura che possano essere sottomessi alla volontà del nuovo sindaco, significa semplicemente non avere idea di quali demoni alberghino ancora nei meandri oscuri della politica bolognese. Se vuole sopravvivervi, Coalizione dovrà riuscire a mantenere l’unità. E dividersi ancora prima di partire non mi sembra il presupposto per una serena navigazione.

C’è poi un altro aspetto, ben più rilevante dei 1.300 voti persi in una tornata elettorale che ha visto l’astensione raggiungere quasi il 50%: sono gli eletti nei Consigli di Quartiere. Perché se è vero – come è stato scritto tante volte anche su queste pagine – che negli ultimi decenni i quartieri sono stati progressivamente spolpati delle loro prerogative amministrative, lo è altrettanto che presidenti  e consiglieri di quartiere sono ancora oggi i più vicini ai reali bisogni della cittadinanza, le vere “antenne” della politica sul territorio. Proprio per questo, essere passati da 4 a 12 fa tutta la differenza del mondo e potrebbe costituire la vera ricchezza su cui basare la futura azione politica.

Infine, Coalizione Civica ha imposto nel dibattito pubblico i suoi temi e la sua agenda, a cominciare dalla transizione ecologica per arrivare fino alla lotta alle disuguaglianze. E per rendersene conto non c’è bisogno di fare troppa fatica: basta scorrere il nostro archivio.

Ciò detto, la fortuna aiuta gli audaci e il pigro si ostacola da solo. A testimonianza del suo diffuso benessere e di una altrettanto diffusa pigrizia intellettuale, questa città pullula di irriducibili del voto contro: contro ogni dialogo, contro ogni accordo e, spesso, contro ogni logica. Elettori che disprezzano il potere perché, anche se l’avessero, non saprebbero come usarlo.

Ma nessuno è infelice se non per colpa sua. E in politica come nella vita, lamentarsi senza far nulla è prerogativa di quei pochi che possono permetterselo. A tutti gli altri, invece, spetta l’onere di cambiare davvero le cose.


2 pensieri riguardo “Il gigante e la bambina

  1. Non so a quale polemica interna a Coalizione civica si riferisca Di Biase. Trovo tuttavia stucchevole questa insistenza nell’etichettare chi non sia concorde con certe linee politiche come persone che non vogliano assumersi responsabilità. Mi pare che si possano argomentare le proprie ragioni senza evocare un soggetto politico e sociale in termini caricaturali.

  2. Non so se rientro nella schiera di ha scritto ”certi commenti”, ma considerando che sul Cantiere l’unico commento che fa riferimento a Coalizione Civica è il mio, mi verrebbe spontaneo sentirmi preso in causa. Condivido l’osservazione di Beppe Ramina e ribadisco che ne io né Pier Francesco Di Biase siamo al momento in grado di prevedere quale sarà il ruolo e il peso di CC in questa amministrazione. Comunque sia, 1300 voti in meno, sono 1300 voti in meno e vuol dire che CC non è riuscita a mobilitare un maggior numero di elettori rispetto alla volta scorsa. Il dato dei quartieri è certamente positivo, ma non elude il problema. CC si è persa per strada dei voti e questo potrebbe o dovrebbe invitare a qualche riflessione. Rimane il fatto che in consiglio comunale se i tuoi voti non sono necessari a garantire la maggioranza, il loro peso specifico è fatalmente più basso e diventa fatalmente più complicato ‘influire sulle scelte che la nuova giunta sarà chiamata a compiere”.

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