De Giacomi: respiro politica e ambiente fin da piccola

È la più giovane consigliera comunale. Ha sviluppato la consapevolezza, come molti ragazzi della sua età, che non ci fosse più tempo da perdere per rimediare all’inquinamento e al surriscaldamento creato dall’uomo. Perciò ha fin da subito aderito ai Fridays for future e fa parte del direttivo di Grow-up, associazione ambientalista bolognese

di Barbara Beghelli, giornalista


Il primo del mese ha compiuto 23 anni ed è cresciuta a pane e politica, che mastica regolarmente e digerisce benissimo. Non si pensi dunque che per via dell’età sia una debuttante: Giorgia De Giacomi, eletta in Comune con 540 voti, era già consigliera comunale a Monte San Pietro, si è dimessa in quanto non si può avere lo stesso ruolo. Nel 2020 ha corso alle Regionali e ha portato a casa 2300 preferenze, di cui 900 a Bologna e oggi è vice capogruppo Pd a Palazzo d’Accursio. Inutile negare che ha una passione sfrenata per l’ambiente, ah: è cittadina che gode di doppia cittadinanza, italiana e americana, dato che la mamma è nata nell’Indiana.

Sembra una ragazza molto determinata, politicamente parlando.

“Mi piace quello che faccio, sono ottimista e credo nei miglioramenti che la politica può apportare; certo molto dipende dalla persona, dall’impegno che ognuno ci mette: io sono giovane e assolutamente motivata, respiro la politica fin da piccola, in famiglia e anche fuori”.

È la consigliera più giovane, infatti.

“Eh sì, tra le donne ho questo primato, però Tarsitano mi batte, ha un anno in meno”.

E si è già ambientata, a Palazzo? 

“Abbiamo fatto tre consigli comunali e sì, sono stata accolta benissimo, poi molti colleghi li conoscevo già, sono diversi anni che lavoro per il Pd, soprattutto per la questione ambientale”. 

Ok, cominciamo dal principio questa bella storia.

“La mia famiglia è italiana ma mio nonno Carlo, che oggi ha 82 anni e di mestiere faceva il fisico, accettò il dottorato in America, per l’esattezza nell’Indiana, a Lafayette. Sua moglie, mia nonna Maria Pia, clavicembalista, partì ovviamente con lui e lì nacque mia madre. Dopo tre anni tornarono in Italia, mia nonna riprese il suo lavoro di insegnante di clavicembalo al Conservatorio di Parma, mentre il nonno vinse il concorso a Modena come professore. Io sono bolognese, ho fatto il liceo scientifico-internazionale Galvani, pur abitando a Monte San Pietro, dove mi sono iscritta al circolo Pd e dove ho conosciuto la sindaca attuale (Monica Cinti, ndr), persona che stimo particolarmente”.

Lei e l’ambiente.

“Una priorità. Oltretutto mio babbo è agronomo e anche dei temi green se n’è sempre parlato molto in famiglia, io poi ho sviluppato la consapevolezza, come molti ragazzi della mia età, che non ci fosse più tempo da perdere per rimediare all’inquinamento e al surriscaldamento creato dall’uomo. Perciò ho fin da subito aderito ai Fridays for future e faccio parte del direttivo di Grow-up, associazione ambientalista bolognese. Nel partito, poi, ho lavorato davvero tanto sul tema, in particolare sulla raccolta differenziata”.

E qui arriviamo al dunque: cosa farebbe per migliorare la situazione dei rifiuti?

“Premesso che a Bologna produciamo tanti rifiuti e siamo messi abbastanza male, credo che il Comune debba aumentare la raccolta differenziata fuori dalla cerchia muraria del Mille, quindi il focus penso debba essere fuori, non tanto il porta-a-porta in centro”. 

E con Hera va tutto bene?

“Dovrebbero controllare meglio, anche perché la qualità della raccolta è molto importante sennò non si riesce neanche a fare la differenziata. Il problema rimane soprattutto per l’umido”.

E i cestini? Sono sufficienti, li toglierebbe, ne metterebbe di più?

“Lascerei quelli esistenti ma vorrei vedere anche i bidoncini della differenziata, che in centro non ci sono”. 

Sempre in tema di sostenibilità ambientale, che ne pensa della ciclabile incriminata, quella di via Saragozza, sempre oggetto di severe critiche? 

“Non credo sia pericolosa, passa dove già pedalavano i ciclisti. Ora c’è la segnaletica che permette di rispettare le regole e io la percorrerei senza paure. I problemi li creano gli automobilisti che non rispettano le regole, in proposito ben vengano i 30 km/orari e dei semafori in più. Noi vogliamo avere i ciclisti, dobbiamo incentivarli”. 

E il tram?

“La prima linea (rossa) dovremmo averla nel 2025, quella verde (finanziata dal Pnrr) qualche anno dopo. Ci aiuterà ad avere meno traffico su strada, e questo è un obiettivo fondamentale, dato che gli alberi, il verde urbano e l’acqua non possono mica risolvere tutti i problemi dell’inquinamento”.


Un pensiero riguardo “De Giacomi: respiro politica e ambiente fin da piccola

  1. Mi sarei aspettata qualcosa di più da tanta difesa dell’ambiente. Chi abita a Bologna, dentro e fuori la cerchia delle antiche mura sa e vede benissimo che la raccolta dei rifiuti presenta grosse criticità e l’azione di Hera è molto debole. I cestini sono radi e troppo piccoli, strabordanti. I cassonetti vecchi, malandati e puzzolenti. Hera quando li vuota non pulisce mai il fondo stradale sottostante. Eccetera. Per farsi un’idea è opportuno fare qualche camminata in città, ripetutamente e nei vari quartieri

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