«I lavori porteranno pochi benefici e code più lunghe in tangenziale: sarebbe stata meglio la soluzione sud. Però chi si oppone al progetto varato usa il solito refrain (desiderio di sovietica memoria di insegnare come si vive) secondo cui è sbagliato perché si deve ‘contrastare il traffico privato e sviluppare quello pubblico’. Va sì controllato l’abuso dell’auto, ma aiutando chi la usa per ragioni valide senza indicarlo come uno che sbaglia. Per salvare il pianeta è meglio mangiare meno carne»
di Alessandro Faenza, chirurgo
Carissimo Cantiere Bologna, ho letto l’articolo di Luca Tassinari (“Il Passante tra propaganda e greenwashing”) che riguarda il tema dell’allargamento della tangenziale.
È una ulteriore infrastruttura che non mi trova certo entusiasta, sia per il beneficio discutibile che si può sperare dalla sua realizzazione, sia per l’ennesimo disagio che i lavori necessari comporteranno per la popolazione di Bologna e provincia, già vessata per la vergognosa situazione esistente che vede la tangenziale che avanza a passo d’uomo per 7/8 ore al giorno e che verrà notevolmente peggiorata per lungo tempo durante i lavori necessari (a proposito, si prevede di fare lavori h24 per 7gg alla settimana come a Genova o piuttosto come temo andiamo con “calma?”).
La soluzione sud, la chiusura dell’anello, sarebbe stata sicuramente più efficace per risolvere i problemi che abbiamo e non ho mai capito bene quali sono le considerazioni che la hanno fatta escludere.
Riprendendo il filo del discorso: anche Tassinari, l’autore dell’articolo, non sembra convinto della utilità dell’allargamento, ma quello che non condivido è la conclusione che non è per nulla originale ed è la solita frase fatta che sembra messa in pratica con il “copia e incolla”: l’allargamento è sbagliato perché occorre «contrastare il traffico privato e sviluppare il trasporto pubblico».
La sinistra insiste con questo refrain che andrebbe aggiornato, anche perché sottintende il desiderio di voler insegnare come si deve vivere, di sovietica memoria.
Il trasporto pubblico è una grande conquista ma è al trasporto privato che si deve il conseguimento della grande mobilità personale di cui godiamo e che costituisce uno dei pregi della modernità.
Occorre tentare di controllare l’abuso dell’auto, questo sì, ma aiutando anche chi la usa perché ritiene di fare questa scelta e non indicandolo come «uno che sbaglia». Magari inserendo nei programmi elettorali anche provvedimenti per migliorare il traffico cittadino.
La mobilità (aerei, navi auto e camion) contribuisce all’inquinamento per il 16% del totale e le auto sono meno della metà del problema perciò togliendo le auto non salviamo il pianeta.
Forse meglio mangiare meno carne!
Come ha votato o non ha votato?
Egregio dott. Faenza, prima di tutto grazie per la sua lettura critica del mio articolo.
Per risponderle parto dalla fine. Secondo ISPRA i trasporti sono responsabili del 25% delle emissioni di CO2, che non è un inquinante, ma un gas serra che contribuisce alla febbre del pianeta e ai cambiamenti climatici. Di questo 25% oltre il 92% deriva dal trasporto su strada (Bernetti, Le emissioni del trasporto stradale in Italia, reperibile qui: https://www.isprambiente.gov.it/it/events/andamento-delle-emissioni-in-atmosfera-e-scenari-emissivi-in-italia-focus-sui-trasporti-stradali).
Il traffico è però responsabile di percentuali molto più alte di particolato (PM10 e PM2.5) e biossido di azoto (NO2), inquinanti pericolosi per l’ambiente e ancora di più per la salute umana. Per non rubare troppo spazio invito a leggere questo breve articolo del SNPA (Servizio Nazionale di Protezione dell’Ambiente), che dopo aver esposto il contributo del traffico all’inquinamento atmosferico conclude: “il traffico, nonostante il progressivo miglioramento, rimane ancora una delle principali – se non la principale – fonte di inquinamento atmosferico, in particolare nelle città”. (https://www.snpambiente.it/2020/01/22/qual-e-limpatto-del-traffico-sulla-qualita-dellaria/)
Infine, la necessità di ridurre l’uso dell’auto per gli spostamenti di persone e merci attraverso un potenziamento di alternative sostenibili (pedonalità, ciclabilità, trasporto pubblico, treni merci) è ampiamente riconosciuta.
Pensi che la Città Metropolitana appena due anni fa ha approvato il PUMS (piano urbano per la mobilità sostenibile), che ha come obiettivo primario quello di ridurre del 28% gli spostamenti in auto entro il 2030. Per dirla in numeri: “440.00 spostamenti che oggi avvengono in auto dovranno essere orientati su modalità di trasporto sostenibili ossia sul trasporto pubblico e sulla bicicletta” (https://pumsbologna.it/Obiettivi/Obiettivi_generali).
Che poi per andare in quella direzione si pensi in primo luogo ad allargare un’autostrada urbana, che significa incentivare gli spostamenti in auto, fa parte dei molti paradossi che ormai da tempo caratterizzano le decisioni politiche, a Bologna come altrove.
Leggerò sicuramente i piani di cui parla come studi della città metropolitana. Però….
Si ricorda una delle più belle frasi del 68?
Vietato vietare!
Io credo che l’auto privata vada controllata ma non vietata o incriminata.
Non toccatemi la mia due cavalli! Auto perfetta progettata per il popolo da un ungherese geniale (Andrè Citroen era ungherese naturalizzato francese) e imitata all’infinito.
Nessuno pensa ai Suv per lo meno non io. Oppure, forse, ma molto forse le auto elettriche.
Giocando su limitazioni di dimensioni, cilindrata e velocità i risultati che lei auspica possono essere alla portata anche senza cambiare alla radice nè i motori nè le nostre abitudini. Vuole sapere ancora due o tre cose? Una è forse personale ma riguarda una categoria che non è previsto diminuisca: i vecchietti ampie pedonalizzazioni possono vederle come una grave limitazione della libertà personale !!
Vuole poi sapere della biciclettà? Bologna non è stata progettata per le bici. Nelle direttive principali per andarci in bici occorre essere ben robusti e correre. Con la storia del Civis, starordinaria invenzione non si è mai capito di chi, alcune vie non secondarie come via Irnerio, via marconi , via ugo bassi e rizzoli non consentono il passaggio di una auto (che può essere anche un Taxi) e di una bici contemporaneamente !
Di ciclabili ne sono state dipinte molte ma di ciclabili vere, nelle quali sarebbe possibile anche mandare a scuola in bici un bambino, ce ne sono pochissime alcune delle quali messe in luoghi tali che nessune le utilizza (Via Carracci?).
Mi scusi. Capisco il suo modo di vedere ma: i problemi di inquinamento debbo essere risolti ma si possono e debbono risolvere senza penalizzare o riducendo al minimo quello che è uno dei migliori risultati della nostra civiltà: la motilità personale secondo le proprie necessità e scelte.
Mi farebbe piacere incontrarla. Litigheremmo sicuro: ne vuole una di più come corollario? chi ha fatto la battaglia ai motori diesel con la scusa dello inquinamento (adesso inquinano meno dei benzina)
Chi? I Petrolieri !! perchè se tutti usassero diesel loro venderebbero e guadagnerebbero il 30 % in meno! Vede quindi che tutto è opinabile e in evoluzione. Saluti
Alessandro Faenza
Non vedo proprio perché dovremmo litigare: siamo persone civili, no?. Vorrei anzi rassicurarla: non è mia intenzione vietare né incriminare l’automobile. Credo però che sia indispensabile disincentivarne l’uso a favore di sistemi più sostenibili, per il bene dell’ambiente, della nostra salute e della vivibilità della città.
Teoricamente la Città Metropolitana e il Comune di Bologna sono d’accordo con me, visto che i loro piani di mobilità prevedono una forte riduzione degli spostamenti in auto. Resta da vedere se alla teoria dei piani seguirà la pratica delle decisioni concrete, cosa purtroppo non scontata.
Cerco di inserirmi nel confronto relativo al Passante.
Penso anzitutto occorra condividere che ci troviamo in una gravissima crisi ambientale e climatica dovuta alle attività dell’uomo, denunciata da decenni da diversi esponenti della comunità scientifica, alla quale i decisori politici ai vari livelli hanno dato fino ad oggi insufficiente peso.
L’obiettivo della diminuzione del traffico privato dei veicoli a motore (che concorre considerevolmente all’immissione in atmosfera di inquinanti e di gas alteranti del clima) non deve essere visto come un’imposizione liberticida ma come parte di quella soluzione a più tasti verso la transizione ecologica che anche la comunità bolognese deve urgentemente adottare nei prossimi anni.
Soluzione che va ricercata conciliando le esigenze di mobilità con quelle di salvalguardia dell’ambiente ed in questo senso può assolvere una funzione strategica un trasporto pubblico di qualità, sempre più concorrenziale all’uso dell’auto: sì quindi al completamento e alla valorizzazione del Sistema Ferroviario Metropolitano (una vera e metropolitana leggera di superficie che da anni avrebbe potuto essere pienamente attivata), sì al tram, con corse ogni 4 minuti ed un carico di passeggeri molto superiore agli attuali filobus e bus, sì ad un sistema integrato di mezzi pubblici per la città e l’area metropolitana.
Dovrebbero concorrere a questo sistema di mobilità, non certo sovietico ma di stampo europeo avanzato, anche il potenziamento della mobilità condivisa e non di proprietà per contribuire a ridurre il numero di spostamenti veicolari e di auto in sosta passiva lungo le strade, per rendere in definitiva più scorrevole e sicuro il traffico dei mezzi pubblici e di quelli della cosiddetta mobilità dolce a zero emissioni.
L’allargamento dell’Asse Tangenziale contrasta pienamente con questa logica perché costituisce un ingente investimento finanziario incentivante l’uso dei mezzi privati a motore (è la stessa società Autostrade a prevederlo) con le prospettive certe di non garantire agli effetti la fluidità del traffico e di accrescere i livelli di inquinamento.
Non credo che le misure del cosiddetto Passante green possano rappresentare una soluzione sufficiente rispetto alle criticità che da anni vengono evidenziate e che gravano in particolare sulla salute e la qualità della vita gli abitanti delle zone adiacenti l’infrastruttura: il progetto non può essere considerato autenticamente verde in quanto prevede la presenza di colonnine di ricarica, pannelli fotovoltaici, altri interventi di molto parziale mitigazione in una fase di là da venire, quando invece l’allargamento dell’asse di per sé viene a pesare negativamente sull’impatto ambientale.
Nè ritengo tantomeno possa rappresentare una soluzione il Passante sud, tunnel che andrebbe ad alterare l’equilibrio dell’ecosistema sottosuolo delle nostre colline, intercettando tra l’altro solo una parte del traffico transitante nel nodo di Bologna.
Occorre affrontare radicalmente il problema, rinunciare ad attivare l’esecuzione degli interventi che si stanno incoerentemente deliberando, e puntare invece
– su un serio monitoraggio preliminare degli inquinanti e ad una seria indagine epidemiologica volta a stimare l’impatto negativo del traffico sulla salute della popolazione
– sull’affidamento ad un concorso di tecnici per l’individuazione di un intervento, sostenuto da considerevoli finanziamenti, che renda effettivamente compatibile la presenza di questa arteria con la città
– su un deciso indirizzo verso un trasporto su ferro delle merci e sul potenziamento del trasporto pubblico.
Se il futuro si costruisce adesso, come le stime degli scienziati e le evidenze della crisi climatica ce lo indicano ogni giorno di più, è l’ora, per chi governa lo stato e le amministrazioni locali, di compiere le scelte giuste, guardando decisamente e coerentemente avanti.
Claudio Dellucca
Credo che questo intervento di Claudio Dellucca meriti la prima pagina.
sicuramente da molti il mio pensiero sarà banale ma con tutti i denari spesi per civis, people mover, sfm, fico e futuro tram, tutte opere abbastanza discutibili e non proprio al passo dei tempi, non si potevano spedere questi soldi per una rete di 2/3 lineee metropolitane,,, e ci veniva in tasca pure il resto, ah!! è vero, il resto in tasca a qualcuno non basta.
La discussione è infinita. Il trasporto pubblico è una conquista ma non deve diventare obbligatorio.
Il tram bisognava prevederlo nell’ottocento (come hanno fatto Torino, Milano Parigi etc non ora ) adesso è fuori tempo e renderà ancora più difficile spostarsi in assoluto e soprattutto durate i mesi e mesi di lavori necessari. Non vorrei sbagliare ma credo che a Padova ne abbiano fatta una linea poi la hanno demolita. Appurare. La discussione sul traffico soprattutto dovrebbe tener conto dei dati che non sono così gravi come alcune citazioni vorrebbero far credere ma sopratutto dipendono dal tipo di mezzi privati che si usano: io credo che le auto elettriche siano più un rischio che una soluzione almeno con le tecniche e le batterie attuali ma ad esempio in giappone invece delle auto elettriche stanno sviluppando molto la produzione di idrogeno che non inquinerebbe e lascerebbe tutto il resto, industrie ,posti di lavoro, motori) come stanno . Dove finiscono allora i discorsi sulla necessità di limitare il traffico privato?