Al via la sesta edizione del Festival dell’Informazione Libera e dell’Impegno

Cinque anni dopo la prima edizione del festival, nato nel 2016 con l’obiettivo di raccontare la presenza di mafie e criminalità nella nostra città, Libera Bologna continua a far emergere quello che accade e che troppo spesso rimane sommerso

di Andrea Giagnorio, referente di Libera Bologna


Andare a fondo, oltre i confini, per raccontare mafie, criminalità e corruzione. Tra proiezione di videoinchieste, dibattiti, spettacoli teatrali, incontri a scuola e focus, dal 9 all’11 dicembre a Bologna prende il via la sesta edizione del Festival dell’Informazione Libera e dell’Impegno, organizzato da Libera Bologna. Tre giorni e undici iniziative per raccontare e condividere gli strumenti di contrasto a mafie, criminalità e corruzione, con un confronto locale, nazionale e internazionale.

Gli incontri, che si terranno al CostArena di via Azzo Gardino 48, ad eccezione dei due appuntamenti mattutini, attraversano i temi delle mafie nel bolognese, tra paura e omertà, della cultura mafiosa e criminale, di sfruttamento e diritti violati. Ma anche del riscatto, della denuncia, degli strumenti di contrasto e prevenzione. Con uno sguardo che, da Bologna, va oltre i confini territoriali: si parlerà di mafie che operano a livello europeo, con la testimonianza di giornalisti, esperti e familiari di vittime innocenti su casi di organizzazioni mafiose internazionali, tra i Paesi Bassi, la Slovacchia, Malta e non solo.

Sullo sfondo, una città che continua a sentirsi lontana dalle logiche mafiose, lontana da un’infiltrazione e un radicamento delle associazioni criminali, nonostante le operazioni, i processi, i beni confiscati e i tanti segnali presenti sul territorio. In particolare, quindi, il centro della sesta edizione di F.I.L.I. saranno il racconto delle mafie e il monitoraggio civico, che verranno approfonditi grazie a tre video inchieste presentate in anteprima nelle tre giornate prodotte da Libera Bologna e con le riprese e il montaggio Cecilia Fasciani, ma anche con iniziative e dibattiti. I mediometraggi permetteranno di fare luce sul clima omertoso e di paura in via Saffi, sulle zone d’ombra di Interporto e del settore della logistica e sul collegamento tra criminalità e musica neomelodica a partire dai fatti di Sant’Agata Bolognese e del Pilastro.

Cinque anni dopo la prima edizione del festival, nato nel 2016 con l’obiettivo di raccontare la presenza di mafie e criminalità nella nostra città, Libera Bologna continua a far emergere quello che accade a Bologna e che troppo spesso rimane sommerso. Un lavoro portato avanti con tre videoinchieste, frutto di un lavoro di indagine e approfondimento durato tutto l’anno. A parlare nei video sono i protagonisti e le protagoniste delle vicende raccontate: le persone che vivono via Saffi, i lavoratori di Interporto, i residenti del Pilastro.

Tre approfondimenti diversi che restituiscono un quadro: quello di una città in cui, oggi, si percepisce forte la paura di esporsi, di denunciare, di segnalare. Per l’associazione, le videoinchieste servono a dare voce a chi si è sentito solo, a ricostruire quel legame tra cittadinanza, associazioni, istituzioni, a denunciare situazioni che devono cambiare, perché riguardano la vita democratica della città, i diritti dei lavoratori, il contrasto a mafie e criminalità.

Anche quest’anno, il Festival dell’Informazione Libera e dell’Impegno, si interrogherà inoltre sui linguaggi da utilizzare per raggiungere, su più livelli, chi vive la città: da studenti e studentesse a professionisti e professioniste, fino a chi amministra il bene pubblico. Un confronto, quello sui linguaggi, che coinvolgerà anche giornalisti che lavorano a livello locale, nazionale e internazionale e con la testimonianza di storie che vanno oltre i confini territoriali ma che riguardano tutte e tutti da vicino, come quelle dei giornalisti Daphne Caruana Galizia e Jàn Kuciak, uccisi nel 2017 e nel 2018 per il loro lavoro.

Il programma completo: FILI 2021 – Festival dell’Informazione Libera e dell’Impegno


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