Dalle “Cronache Sociali” Dossetti ci donò una perla

All’Accademia dei Lincei si è discusso della rivista dell’ex vicesegretario della Dc fattosi monaco, un gioiello bolognese troppo poco conosciuto. Così come si sa poco di un’altra sua idea, l’Istituto per le scienze religiose fondato nel 1953 in via San Vitale per parlare di Cristianesimo, Islam e altre religiosità, oggi Fondazione nel nome di Giovanni XXIII, con cui si anticipò la portata ecumenica del Concilio Vaticano II. Un monito alla politica di oggi, troppo schiacciata sul presente

di Aldo Bacchiocchi, già dirigente politico


Nel pomeriggio del 12 gennaio all’accademia dei Lincei, a Roma, si è discusso della Rivista “Cronache sociali”, un gioiello bolognese troppo poco conosciuto. 

Di quella rivista Giuseppe Dossetti fu ispiratore; uscì per pochi anni, dal 1947 al 1951. Ma Dossetti, l’ex vicesegretario della Dc poi fattosi monaco, a Bologna nel 1953 lanciò anche l’idea, con lungimiranza e indubbio successo, dell’Istituto per le scienze religiose per lo studio del Cristianesimo, dell’Islam, di altre “religiosità”.

Situato in via San Vitale, in un luogo nascosto, allora quasi semi-periferia, solo gli “addetti ai lavori” lo conobbero e lo conoscono, nonostante l’Istituto – oggi Fondazione per le Scienze religiose “Giovanni XXIII”, presieduta da Alessandro Pajno (prima di lui anche da Beniamino Andreatta e Valerio Onida) e diretta da Alberto Meloni – abbia un ruolo nazionale ed europeo.

Con molto anticipo Giuseppe Dossetti intuì la portata ecumenica del futuro Concilio Vaticano II. Intuì la necessità di dar vita a una biblioteca per il Concilio. Fu poi Giuseppe Alberigo che impresse all’Istituto una dimensione davvero globale.

Certo, l’istituto fu ed è conosciuto dalla “intelligenza” cattolica. È da tempo riferimento internazionale. Ma in qualche modo è sconosciuto nella nostra città. Quella porzione di via San Vitale è più nota, non di rado, come “patologia sociale”. Credo invece che questo luogo “nascosto” meriti di essere conosciuto anche come “perla” dell’Alma Mater e della sua proiezione internazionale. Oggi è anche scuola europea. L’odierno Cardinale Arcivescovo, Matteo Zuppi, la conosce e la frequenta con l’intensità e la discrezione che lo contraddistinguono.

Il “segno” di Dossetti è una peculiarità antica della nostra città in senso religioso e laico. Affido queste note, per il tramite di Cantiere Bologna, alla “politica” drammaticamente schiacciata su un “presente” privo di riferimenti. Che non sa, con le debite eccezioni, decifrare il futuro, anche quello prossimo.


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