Primo bilancio dell’esperienza amministrativa. Il People Mover? Un errore da sistemare. Il tram? Bellissimo, non vedo l’ora. Il Passantino? Saremo vigili
di Barbara Beghelli, giornalista
Pane, amore e bicicletta. Tanta bicicletta e anche di più: un mondo a misura delle due ruote ecologiche. È il sogno di Simona Larghetti, neo consigliera comunale di Coalizione Civica, mamma di Bruno, due anni e Silvia, quattro. Che ovviamente l’auto non ce l’ha, e neanche suo marito. “Se proprio serve la noleggiamo, ma non la vogliamo, abbiamo fatto una scelta”.
Nata nel più piccolo Comune della Provincia di Pesaro e Urbino, l’incantevole borgo di Frontino, 250 anime dove “tutti erano democristiani”, o forlaniani, trentasei anni fa. Quasi tutti, in realtà. “Beh, sì, la mia famiglia faceva eccezione”, se la ride la neo-consigliera comunale eletta coi 1.015 voti di Coalizione Civica. E in fondo, con una mamma umanista insegnante e regista e un papà che è stato uno dei fondatori del movimento dell’agricoltura biologica, come poteva essere altrimenti.
Quando parla Simona libera energia. Parole brevi ripiene di simpatia. Schietta, non v’è dubbio, assolutamente diretta tanto che ti ‘rovescia addosso’ il suo curriculum in pochi, sintetici e frizzanti attimi. “Ho fatto il liceo classico a Urbino poi mi sono avvicinata al teatro”, quindi ciaone paesino. A 19 anni eccola prima a Roma, poi a Milano dove ha frequentato l’Accademia d’arte drammatica di Paolo Grassi, questo finché non si é stufata dell’ambiente, quindi Lecce e infine Bologna. “Ho mollato (anche) il teatro milanese e mi sono iscritta a Lettere. E qui, a questo punto, inizia anche il suo impegno politico. E naturalmente il suo amore viscerale per le biciclette.
Che ricordi ha di quando è arrivata in città?
“Era l’epoca Cofferati e a differenza che a Milano non c’erano centri per i giovani, così ero un po’ spaesata e mi sono unita all’associazione L’altra Babele, organizzava eventi culturali tra cui l’asta delle biciclette di cui curavo la comunicazione. E da qui mi si è aperto un mondo (di sinistra), molto legato alla bicicletta”.
Poi ha fondato Salvaciclisti…
“Sì, qualche anno dopo. Le ciclabili quasi non c’erano, dieci anni fa e io dovevo fare qualcosa che mi entusiasmasse, così con gli altri dieci che formavano il gruppo ho iniziato a pensare la città delle Due Torri a misura di bici; cosa bisognava fare, che esperti chiamare per farsi spiegare la filosofia che stava alla base di questa mobilità sostenibile, per salvare l’ambiente dalle emissioni inquinanti e le città dallo smog”.
Da quanto aveva in mente le elezioni amministrative?
“Veramente l’avventura è iniziata la scorsa estate, quando ad un certo punto si è aperto uno spazio politico che prima mancava, a livello di coalizione. Mi ha fatto smuovere la richiesta di dialogo con le comunità dal basso. È stato questo progetto che mi ha convinto ad accettare la sfida. Naturalmente con Emily (Clancy) avevo già portato avanti tante battaglie, ci conosciamo da diverso tempo, la stimo molto”.
Lei è anche in Città Metropolitana come delegata dal Sindaco per occuparsi del Servizio Ferroviario Metropolitano, Bicipolitana e Sicurezza stradale. Le sue impressioni su questi tre mesi di lavoro istituzionale.
“È un’avventura che dà forti emozioni e si sente tutto il peso di questo complesso mestiere, che vedi da dentro. Capisci anche che tu non hai potere e che rappresenta un ruolo fondamentale il gioco di squadra, e questo vale per tutte/i, sindaco compreso”.
A proposito, come va con il Pd?
“Bene, noi facciamo il nostro lavoro, siamo il braccio a sinistra della coalizione. Portiamo avanti i nostri capisaldi: il sociale, i diritti delle persone, abbiamo questo tipo di sensibilità, molto sviluppata, che magari non tutti nel Pd hanno e che ci connota”.
Cosa dice del People Mover?
“Che è un errore da sistemare”.
E del tram?
“Bellissimo, non vedo l’ora che esista”.
Il Passantino?
“Dobbiamo essere in grado di vedere che l’allargamento di questa ‘opera’ non peggiori la qualità dell’aria e del rumore. Saremo vigili”.
I parcheggi a Bologna: mancano da sempre, no?
“Sono vent’anni che la destra chiede parcheggi a Bologna e altrettanti che perde le elezioni. Si faccia una domanda…”
Il suo messaggio alle donne, oltre al fatto che devono pedalare, s’intende.
“Siamo l’unica speranza di gestire le cose diversamente da come fatto finora, ambiente compreso, quindi avanti tutta!”.
Photo credits: Margherita Caprilli
Paradiso terrestre
Passantino?
sulla bici si fanno bei discorsi da decenni, personalmente uso la bici dal referendum del 1984 (!) rischiando la pelle e respirando gas tossici; qualcosa si é fatto, ma spesso sono solo righe per terra (cito l’esempio di Via Dagnini dove la pista non serve a nulla mentre ci sarebbe una semplice alternativa per proseguire la pista di Via Mengoli); inoltre spesso le ciclabili esistenti sono inutilizzabili a causa dei cantieri (vedi Via Albertoni): perché quando vi sono cantieri si fanno percorsi alternativi per i veicvoli a motore o per i pedoni e non per le bici?
PS: sul ‘PassantINO’ concordo con Rebaudengo, 4-6 corsi aggiuntive non sono affatto ‘INO’