I Galletti del Mulino Bianco

Alla luce dei rincari energetici, sarebbe bello e utile che si cominciasse a riflettere sulle proprie posizioni. Ma non lo si fa. E dire che pure Greta Thunberg ha dichiarato che il nucleare può avere un ruolo importante nel processo di transizione ecologica. Ma quel giorno, forse, gli ambientalisti italiani erano in altre faccende affaccendati

di Maria Camilla Mellustri, ausiliaria


Prendete una bottiglietta d’acqua da mezzo litro, svitate il tappo, apritela, fate cadere nell’acqua una goccia di inchiostro e richiudetela. Dopo pochi secondi, l’acqua perderà la sua trasparenza e si intorbidirà.

Calcolate l’energia e il tempo necessari per eseguire questa operazione, tutto compreso, mettendo in conto anche lo sforzo che avete fatto per svitare il tappo, far cadere la goccia d’inchiostro, intorbidire l’acqua e poi riavvitarlo. Ora provate a calcolare l’energia e il tempo necessari per riportare l’acqua al suo stato iniziale. Non lo farete. Non lo faremo. Ma state certe e certi, che per compiere questa seconda operazione, servirà una quantità di energia e di tempo incomparabilmente superiore a quella necessaria a compiere la prima operazione.

Bene, l’articolo di Paolo Galletti (“Mattia Santori, non fossilizzarti!”)assomiglia ad una bottiglietta di acqua limpida in cui qualcuno ha  versato una goccia d’inchiostro. Rendere reversibile il fenomeno, cioè spiegare in modo circostanziato per quale motivo il portavoce regionale dei Verdi ha reso una serie di affermazioni scorrette, richiederebbe molto più tempo, fatica e spazio di quanta non ne abbia impiegato lui per scriverle nel suo pezzo.

E allora, signori della giuria, che si fa? Chi si accolla il compito di correggere, rettificare e smentire quanto sarebbe necessario e doveroso correggere, rettificare e smentire, se si desidera fare informazione e non propaganda?

Chi mette a disposizione lo spazio indispensabile? Chi si prende la briga di raccogliere e verificare i dati? Chi dovrebbe dedicare tempo e fatica affinché il confronto su un tema così complesso non venga ridotto ad una serie di affermazioni che denunciano ignoranza del problema o malafede (nel caso in cui si conoscano i veri termini del problema, ma si finga di ignorarli).

Paolo Galletti, a leggere il suo intervento, sembra ignorare (o fingere di ignorare) indicatori come la Densità energetica, il Fattore di Capacità, l’indice EROEI, la produzione di CO2 per ogni fonte energetica, il numero di morti provocati da ogni fonte energetica calcolata sulla produzione di un singolo terawattora, la quantità di materiale (acciaio, cemento, alluminio, rame, terre rare etc.) necessari per costruire un impianto nucleare, un eolico, uno solare e via discorrendo. E fermiamoci qui.

Ma verrebbe la voglia di ricordare come realmente sono trattate le scorie nel nostro paese, nucleari e non, che tipo di incidenti si possono enumerare per i diversi tipi di scorie prodotte dall’industria e si potrebbe andare avanti, scoprendo che gli scenari descritti da Paolo Galletti non corrispondono alla realtà dei fatti. Se solo uno si fosse preso la briga di andarli a controllare e verificare.

Intanto la Francia si prepara a diventare il principale fonitore di energia in Europa, combinando investimenti su varie fonti e rilanciando, alla grande, il nucleare che produce l’energia che noi compriamo e usiamo da decenni.

Alla luce dei rincari energetici, sarebbe bello e utile che si cominciasse a riflettere sulle proprie posizioni. Ma non lo si fa. E dire che pure Greta Thunberg ha dichiarato che il nucleare può avere un ruolo importante nel processo di transizione ecologica.

Ma quel giorno, forse, gli ambientalisti italiani erano in altre faccende affaccendati.


8 pensieri riguardo “I Galletti del Mulino Bianco

  1. Articolo preciso e documentato l’atomo è una fonte che non produce CO2 ed ha una concentrazione energetica eccezionale e come trattare le scorie è noto da decenni

  2. Perchè la sig.ra Mellustri non comincia a darci qualche dato così si capirebbe quale è la sostanza del suo eogomentare?

  3. Mancano dati, mancano riferimenti scientifici.
    Ci dica un sito dove sono custodite le scorie ad alta radioattività. Si esalta la Francia nucleare militare . Preferisco la Germania.
    Si cita addirittura una Greta forse possibilista.
    Pare in un colloquio privato con Draghi riportato da Giavazzi..
    Chenobyl e Fukushima non esistono

  4. gentile Paolo Galletti,

    i dati e riferimenti scientifici mancano, come sono totalmente assenti nell’articolo che lei ha scritto con l’intento di tirare le orecchie a Mattia Santori. Ma mancano non perché io non ne sia in possesso (come potrebbe o forse dovrebbe esserne in possesso anche lei) o ancor peggio perché non li abbia voluti cercare e leggere, ma perché sarebbe stato impossibile inserirli in questo contesto. Il Cantiere non è una testata che si occupa di divulgazione scientifica ed è naturale che una risposta articolata in tutti i punti da lei sollevati, avrebbe avuto bisogno di maggior spazio per essere pubblicata e di maggior tempo per essere letta. Senza considerare il tempo necessario a metterli insieme per rispondere compiutamente alle sue evidenti inesattezze. Ciononostante cerco di replicare, con qualche riferimento in più, a quanto celermente e superficialmente scritto. Poi se lei vuole approfondire, la invito a fare come ho fatto io e fanno tanti altri: documentarsi.

    Scorie. Le rispondo con una domanda interlocutoria: lei conosce la direttiva europea del 19 luglio 2011 che ”che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi”? E sa anche che nel 2018 l’Italia è stata deferita dall’unione europea per non aver ancora individuato e tantomeno costruito, il deposito unico nucleare che gli altri paesi hanno già progettato o costruito? In Italia, di siti dove sono custoditi scorie ad alta radioattività gliene potrei indicare una ventina, sparsi per tutto il paese. I dati sono pubblici e facilmente accessibili.

    Esaltazione della Francia nucleare militare. No comment

    Preferenza per la Germania: la stessa Germania che come ha raccontato lo scorso ottobre il Manifesto (quotidiano non propriamente ‘nuclearista’), nel 2021 ha aumentato del 21% il consumo di combustibili fossili (con un ritorno significativo al carbone, compresa la lignite, particolarmente inquinante)? Tutto questo, come inevitabile conseguenza del progressivo spegnimento delle proprie centrali nucleari.

    Greta possibilista. Vedo che almeno qui si è andato a cercare un riscontro.

    Chenobyl e Fukushima non esistono. Le giuro che esistono.

    Ecco, ci sono ricascata, a provare a togliere l’inchiostro dall’acqua. Ho speso tempo ed energie per risponderle, cosa che d’altronde lei non mi pare si sia riguardato di fare con me, limitandosi a buttarla un po’ in caciara.
    Ma non fa niente. Sciocca io che ci casco ogni volta.

    p.s. i dati e riferimenti scientifici che possiedo, la invito ad andarli a cercare

  5. Guardi che ho citato scienziati nel.mio articolo.
    Lei no.
    Intanto metto un link sulla mitica fusionehttps://www.qualenergia.it/articoli/fusione-nucleare-passo-troppo-lungo-per-umanita/?utm_source=facebook&utm_medium=social&utm_campaign=ReviveOldPost

  6. Per “scienziati” si dovrebbe intendere, ovviamente, “del settore”: non di altri settori e che scrivono cose infondate o – peggio – contributi su riviste non scientifiche o peggio, militanti. Su questioni – che so – di biochimica, a nessuno verrebbe in mente di citare dei geologi, o dei meteorologi come è prassi circa l’energia nucleare, ma questa dovrebbe essere deontologia di base. Questa appropriazione indebita del titolo e di riferimenti – pseudoscientifici – che le associazioni ambientaliste nostrane operano da sempre, rappresenta una grossolana mistificazione intellettuale. Un danno per la comunità scientifica e per quella nazionale.

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