Giulia Bernagozzi, «solo se si fa gruppo si è forti»

Dopo la sentenza del Tar che l’ha costretta all’avvicendamento con Isabella Angiuli a Palazzo d’Accursio, la (per ora) ex consigliera comunale racconta la sua versione dei fatti e i progetti che nonostante tutto continuerà a seguire, su tutti quello della Conferenza delle donne Pd, di cui è portavoce

di Barbara Beghelli, giornalista


L’amore per la politica gliel’ha trasmessa il babbo Paolo, assessore al personale e al bilancio del Comune di Bologna ai tempi del sindaco Renzo Imbeni. Ma anche la mamma ci ha messo tanto del suo: Chira Costa, allora maestra di asilo nido e poi sindacalista con la passione della storia dell’arte, molto impegnata su svariati temi sociali.

E queste sono le radici, ma chi è oggi Giulia Bernagozzi, attuale portavoce delle donne del Pd bolognese? «Sono innanzitutto una nativa del Pd, una quarantenne con tre sorelle maggiori e un marito al mio fianco, Riccardo. Una giovane donna con due sogni (nel cassetto?): occuparmi di Bologna e delle donne».

Giulia inizia a interessarsi ai temi delle donne a 24 anni, sempre mantenendo il suo lavoro da impiegata commerciale e Rsu in una piccola azienda metalmeccanica della zona Roveri, ormai da 15 anni.

Fino al 2 marzo è stata consigliera comunale del Gruppo Pd (eletta con 480 voti), precedentemente consigliera del Quartiere Navile (2011), dove ha ricoperto il ruolo di capogruppo; segretaria dell’Unione Pd Navile, membro della Direzione provinciale del Pd Bologna, iscritta alla Conferenza Pd provinciale delle donne di cui da due mesi è la portavoce.

Segni particolari: c’é rimasta molto male quando ha appreso dalle agenzie di stampa della vittoria al Tar di Isabella Angiuli, avente per oggetto il riconteggio riassuntivo delle preferenze (avevano tre voti di scarto).

La vincitrice del ricorso ha fatto lo stesso giorno un post su Facebook a cui Gabriella Montera, ex consigliera comunale, ha cosi pubblicamente risposto: «Cara Isabella, ho riflettuto a lungo prima di commentare il tuo post perché viviamo tempi in cui equivocare e magari diffidare delle persone che vivono e operano nella stessa comunità (e nel Pd non è diverso!) è diventato uno sport diffuso… Ricorderai che nel 2016 io sono risultata la prima dei non eletti con 473 preferenze e tu l’ultima degli eletti con 476. Diverse persone a suo tempo mi suggerirono di fare i riconteggi perché con uno scarto così risibile l’errore era facile. Io non ho mai considerato la cosa, ritenendo che anche con un voto in più o in meno si vince o si perde, ma ritenendo soprattutto che sia importante salvaguardare il rapporto fra compagni e compagne della stessa lista».

Nessuna al suo posto l’avrebbe presa bene, la sentenza del Tar che l’ha destituita.

Il ricorso è stato fatto probabilmente dopo la proclamazione del seggio, a novembre, ma io ribadisco che non ne sapevo niente, il segretario del Pd nemmeno, la neo segretaria Mazzoni neppure e il sindaco si è detto molto dispiaciuto. Io non ho mai ricevuto la notifica nella buchetta della posta, mentre il postino dice di averla messa: anche questa cosa è strana. Comunque a oggi non ho nemmeno ricevuto la sentenza. E pensare che Isabella è stata la prima persona che ho abbracciato nel cortile del Comune, quella notte del 4 ottobre, quando Lepore è venuto a Palazzo ad annunciare la vittoria.

Rimane solo l’amarezza?

Beh, quella è immensa perché lo si doveva dire, almeno fare una telefonata. Ora non mi resta che difendermi civilmente in appello, se ne occupano gli avvocati. Ma le consigliere comunali mi chiamano tutti i giorni e i consiglieri mi scrivono: mi vogliono bene e questo mi consola.

Come neo responsabile delle donne cosa si prefigge?

Io vorrei portare alla luce una nuova visione del mondo, mi piacerebbe creare una realtà fondata sull’empowerment femminile indirizzando le ragazze verso i loro sogni, comprese le persone disabili. Perché solo se si fa gruppo si è forti: bisogna lottare per tutte.

In proposito, oggi avete finalmente la direzione provinciale. La soddisfa la proposta di candidare Donata Lenzi alla presidenza?

Penso sia un’ottima candidata. Ha competenze e merito ed è una donna che da sempre ragiona con la sua testa. Tutte motivazioni che la fanno essere anche espressione di garanzia per tutti.

Piacerà anche alla minoranza?

Credo che sia fisiologico che la minoranza non concordi con la maggioranza. Quello che auspico per il bene di tutti è che la normale dialettica si trasformi presto in proposta politica: è questo che ci chiedono iscritti ed elettori, uscire dalle logiche battagliere di un congresso e cooperare per un’azione politica incisiva. Soprattutto in questo momento storico.


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