“Le mafie sono qui”

Lo dice il Pg di Bologna, Lucia Musti («Il Nord? È terra di mafia. L’Emilia-Romagna? È a buon titolo un Distretto di mafia»), lo conferma Libera, l’associazione di don Ciotti in un dossier che riporta numeri di preoccupante infiltrazione. E oggi in un convegno organizzato da Anpi, Arci, Spi-Cgil a Ozzano Emilia con la Musti dialogheranno il giornalista Paolo Bonacini, il segretario Cdlm Mirto Bassoli, la docente dell’Alma Mater Studiorum Stefania Pellegrini. Introdurrà il sindaco, Luca Lelli

di Gerardo Bombonato, giornalista


«Il Nord? È terra di mafia. E l’Emilia-Romagna? È a buon titolo un Distretto di mafia». Le parole di Lucia Musti, procuratore generale della Repubblica (facente funzione) di Bologna, in apertura dell’anno giudiziario sono risuonate esplosive in una terra esempio di operosità e produttività.

Lo conferma il recente dossier messo insieme da Libera, l’associazione di don Ciotti contro le mafie. Lo studio prende in esame gli ultimi due anni, da cui emerge che nel biennio 2020-21 le operazioni sospette in Regione sono aumentate del 20%. Che c’è stato un boom delle interdittive antimafia (sono raddoppiate: +94%), il 58% degli appalti è risultato poco trasparente.

Secondo Libera l’Emilia-Romagna è in piena “zona arancione” e sale al 4° posto in Italia, superata solo da Campania, Calabria, Sicilia. La riprova giunge puntuale con “Aemilia”, il più grande processo alla mafia del Nord-Italia, ora giunto in Cassazione.

In regione la ‘ndrangheta è già ben radicata fin dagli anni ’80: «Non è più solo una questione di presenza – spiega il Pg Musti – ma di condivisione del metodo mafioso da parte di taluni professionisti locali, colletti bianchi, imprenditori che scelgono di fare affari con la ‘ndrangheta perché è utile e remunerativo». Insomma, l’Emilia-Romagna è una “preda ambita”. Perciò la criminalità organizzata qui si è insediata e radicata. Specie nella ristorazione, utilizzata per riciclare i soldi sporchi.

In occasione della “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, l’Anpi, l’Arci e lo Spi Cgil di Ozzano Emilia hanno organizzato il convegno Le mafie sono qui: dobbiamo combatterle!, che si terrà ggi domenica 27 marzo nel Comune alle porte di Bologna, in corso Garibaldi 36 (sala Primavera, ore 17).

Ne parleranno quattro autorevoli esperti: Paolo Bonacini, giornalista della Cgil, autore de Le cento storie di Aemilia, Mirto Bassoli, segretario della Cdlm Bologna, Stefania Pellegrini, docente dell’Università di Bologna che da un decennio tiene un corso sulla mafia, insieme con la stessa Lucia Musti. Introdurrà il sindaco di Ozzano, Luca Lelli.

In copertina: i resti dell’auto di scorta del giudice Giovanni Falcone, sulla quale viaggiavano gli agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani uccisi nella strage di Capaci. La teca con i resti dell’auto è visibile fino a domenica 27 marzo in Piazza del Nettuno (Photo credits: Giorgio Bianchi/Comune di Bologna).


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