Una scossa per la Bologna modello Ue

Esiste un progetto nato da pochi anni a Bologna e che si sta facendo strada in tutto il continente. Parliamo di Volt: il primo partito paneuropeo, progressista ed ecologista presente in ogni paese dell’Unione con la stessa visione

di Giorgia Mazzanti e Francesco Baldi, coordinatrice e coordinatore di Volt Bologna


In quanto coordinatori della sezione bolognese di Volt, il primo partito paneuropeo, non possiamo rimanere in silenzio di fronte all’invito del caporedattore di Cantiere Bologna, rivolto alle realtà politiche e associative bolognesi, a parlare dei loro progetti di respiro europeo e del modo in cui la nostra città può tornare a essere un riferimento internazionale. Essere “il primo partito paneuropeo” infatti non è un semplice slogan, ma un nuovo modo di pensare che supera i confini rigidi e ormai anacronistici della politica del Vecchio Continente.

Nel suo invito, Pier Francesco Di Biase chiede di raccontare quali sono i nostri progetti di respiro europeo. La nostra risposta è: Volt è esso stesso un progetto di respiro europeo, forse il più ambizioso di tutti. In ciascun paese in cui è presente, infatti, Volt  persegue principi e finalità comuni, adotta gli stessi metodi e lavora per rendere realtà una visione condivisa di Europa.

Questa caratteristica, intrinseca del nostro essere un unico partito a livello europeo, permette di andare oltre gli individualismi nazionali e di affrontare le sfide attuali, l’emergenza climatica e l’equilibrio geopolitico in primis, come un organismo unico. La necessità di questo cambio di paradigma nel modo di fare politica a livello europeo è resa evidente da numerosi episodi avvenuti negli anni al Parlamento Europeo. Il fallimento del primo progetto di sistema di scambio di emissioni di gas a effetto serra, ma anche la gestione delle politiche migratorie, spesso troppo nazionalista, che ha portato ai discutibili accordi con Libia e Turchia, sono solo alcuni esempi dei limiti di un’Unione Europea che agisce ancora troppo spesso seguendo gli interessi dei singoli stati, più che come unica entità.

Come Volt, forti del nostro approccio che guarda per primo all’Europa e al futuro, vogliamo portare un cambio di mentalità e uno sguardo innovativo nella scena politica bolognese che, pur riconoscendo il lavoro di chi ci ha preceduto, faciliti un ricambio generazionale nella classe politica, favorendone il distanziamento da determinate logiche locali che non sempre portano ad agire nell’interesse di tutta la cittadinanza.

Guardare all’Europa vuol anche dire non accontentarci di essere tra i più virtuosi in Italia, ma alzare ulteriormente l’asticella. La “cultura” è quell’insieme di conoscenze che gli individui condividono; a noi piacerebbe pensare alla cultura europea proprio come una fucina di idee, ispirazioni e modelli da mettere in Comune, delle best practices europee da cui attingere, guardando al di là del nostro orticello.

Parliamo quindi di educazione civica nelle scuole nell’arco di tutta la vita scolastica, a partire dalle elementari, come in Estonia; di abbattimento delle barriere architettoniche come a Barcellona; di potenziamento del sistema di trasporto metropolitano su treno (Sfm) e di strutturare l’urbanistica a misura d’uomo e non più di auto, sul modello di quanto si vede in Olanda, Francia e Germania, in modo che il trasporto pubblico diventi il fulcro della mobilità cittadina e si smetta di investire sull’automobile. 

Ma dall’Europa, e soprattutto per l’Europa, vogliamo portare un nuovo modo di fare politica: dare inizio a un processo di ri-appropriazione della città e dei suoi spazi da parte di chi la abita, che parta dal basso e sia condiviso e richiesto da tutti i cittadini e le cittadine.

Pensiamo sia necessario creare una rete tra le comunità, le città, dove i problemi locali possono essere tradotti in un dibattito pubblico, che passi dal livello cittadino a quello europeo. E lo facciamo ripartendo dall’ascolto della cittadinanza, dal bisogno di ricostruire quel punto di contatto tra le persone e le istituzioni che si è tanto indebolito negli ultimi anni, dalla volontà di contribuire a creare comunità vive e capaci di combattere le proprie battaglie, di fare sentire la propria voce e di attivarsi in prima persona per affrontare i problemi della comunità stessa.  Anche per questo, tra le altre cose, supportiamo fin dai suoi esordi l’iniziativa “Politici per caso”, che si batte per portare in Italia le assemblee cittadine, al fine di identificare soluzioni innovative e condivise per la lotta all’emergenza climatica.

Noi di Volt siamo cittadine e cittadini europei, che non si sono arresi all’idea che la politica debba essere statica e che si mettono in gioco, che mettono in campo la loro esperienza e una rete europea di conoscenza condivisa per riempire di significato politico, non più solo istituzionale,  la parola Europa. Quindi partiamo da Bologna, come città che sappia accogliere i migliori modelli e che formi i futuri cittadini europei grazie alla mobilità internazionale di studenti e lavoratori, alla sensibilizzazione sui fondi europei, all’educazione nelle scuole, alla creazione di progetti con altri Paesi dell’Unione e alla valorizzazione dei nostri luoghi d’interesse.

Tutti questi progetti hanno un obiettivo comune, che è in fondo anche lo scopo fondante di Volt: costruire comunità europee che insieme possano cambiare l’Europa.


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