Disagio e protagonismo degli adolescenti, l’impegno del Comune tra scuola e tempo libero

Il disorientamento di questa era sfocia spesso in violenza o ritiro sociale. Ma «nelle occupazioni studentesche di questi mesi emerge una gran voglia dei ragazzi di essere protagonisti anche in forma politica. Dobbiamo essere all’altezza di questa richiesta di attenzione. Serve la voglia di sperimentare relazioni educative nuove, dettate anche dalla gioia di apprendere e di cercare se stessi in una società sempre più anziana che ha un enorme bisogno dell’energia dei giovani di questa città»

di Daniele Ara, assessore alla scuola e all’adolescenza con delega all’agricoltura e alle risorse idriche per il Comune di Bologna


Adolescenza: fase di transizione, di crescita e di sviluppo tra l’infanzia e l’età adulta. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) definisce adolescenti le persone di età compresa tra 10 e 19 anni, mentre i giovani li ricomprende tra i 10 e i 24 anni. Un periodo di vita complesso fatto della scoperta di sé e del mondo e contemporaneamente di ricerca di senso e di autonomia.

Possiamo affermare serenamente che la nostra città deve essere più attenta alla popolazione in questa fascia di età che rappresenta, considerando l’attuale quadro demografico, una minoranza di 30.000 persone circa, rispetto ai circa 95.000 ultra sessantancinquenni. 

Il periodo che noi tutti stiamo vivendo ha indubbiamente segnato le nostre vite e ancor di più quelle dei ragazzi e delle ragazze, alcuni dei quali si trovano ad affrontare una situazione di stress, smarrimento e disorientamento che talvolta sfocia in comportamenti distruttivi, di chiusura e ritiro sociale. In questi ultimi anni lo scenario di apprendimento è radicalmente mutato: didattica a distanza e distanziamento un po’ ovunque hanno fatto per la prima volta la loro comparsa nell’ambito scolastico e formativo, introducendo con prepotenza nuove modalità di apprendimento e di relazione, con nuove diseguaglianze e un aumento di disagio psicologico. Aumentano adolescenti con comportamenti inadeguati e violenti, che tuttavia contemporaneamente esprimono la volontà di crescere e affermare il proprio ruolo nella società. Con il “gruppo di supporto” sulle tematiche dei comportamenti violenti di alcuni ragazzi, recentemente varato dalla Giunta comunale, intendiamo dotarci di nuove chiavi di lettura per poter poi lavorare meglio con i nostri servizi e il tessuto sociale e scolastico del territorio, in un virtuoso rapporto con le forze dell’ordine e le famiglie.

Diversi sono i servizi, i progetti, i lavori con la scuola al centro, ma si sente la necessità di un cambio di passo, collegando maggiormente la rete dei servizi per i ragazzi con il processo di ripresa della partecipazione civica in città, che coinvolge cittadini singoli e quelli associati nei nostri presidi sociali gestiti da adulti, che spesso si dimostrano respingenti o non adeguati nel relazionarsi con i ragazzi. 

Continuiamo a mettere in campo azioni di prevenzione e presa in carico di ragazzi in condizioni di vulnerabilità e disagio, attraverso vari organismi. Da conoscere e valorizzare il “Protocollo d’intesa in materia di prevenzione del disagio minorile, di contrasto alla dispersione/evasione scolastica e di rilevazione di situazioni di rischio o pregiudizio” fra Comune di Bologna (Welfare, Istruzione e Quartieri), Ufficio V Ambito territoriale di Bologna e Istituti Comprensivi di Bologna, al fine di poter permettere alle scuole di segnalare situazioni di difficoltà legate al disagio giovanile. È inoltre attiva sul territorio una rete di servizi offerti direttamente dal Comune a ragazzi dai sei ai diciotto anni per la qualificazione del loro tempo extrascolastico: gruppi socio educativi, centri Anni Verdi, centri di aggregazione giovanile, educativa di strada, a cui si aggiungono le opportunità curate da altre agenzie educative del territorio, doposcuola parrocchiali, doposcuola di associazioni, centri polifunzionali, case di quartiere, e così via. 

Nell’ambito delle linee di mandato del sindaco, “La Grande Bologna – Per non lasciare indietro nessuno”, si rafforza il concetto di centralità dell’istituzione scolastica nei territori: «Le scuole devono sempre più essere un punto di riferimento per la comunità, aperte e in relazione con la comunità…». A tal proposito l’Amministrazione intende qualificare il sistema di opportunità per il tempo extrascolastico, al fine di consolidare la collaborazione e tessere relazioni sociali di comunità, attraverso il progetto “Scuole di quartiere”, coinvolgendo i ragazzi in attività ricreative, laboratoriali, culturali e sportive in raccordo con le agenzie del territorio. Partirà nel 2022 una sperimentazione in due scuole per poi svilupparsi lungo il corso di tutto il mandato, grazie a risorse Pon Metro. 

Puntiamo a costruire un sistema extrascolastico di qualità, che guardi al futuro in un’ottica di valorizzazione e messa a sistema delle risorse, attraverso progetti specifici e stimolando la scuola ad aprirsi sistematicamente ad attività extra curricolari oltre gli orari di lezione. L’alleanza tra scuola, welfare, cultura e sport sarà decisiva.

Ma la cosa più importante, per la lettura dei bisogni e l’elaborazione di strategie – con e per i ragazzi e le ragazze della città – è il coinvolgimento degli stessi adolescenti. Nelle occupazioni studentesche di questi mesi emerge una gran voglia di essere protagonisti. I ragazzi vogliono esprimere la propria soggettività, anche in forma politica. Dobbiamo essere all’altezza, come adulti, di questa richiesta di attenzione che non significa essere sempre accondiscendenti oppure delegittimare l’impegno delle istituzioni scolastiche. Serve capacità empatica e voglia di sperimentare relazioni educative nuove, dettate anche dalla gioia di apprendere e di cercare se stessi in una società sempre più anziana che ha un enorme bisogno dell’energia dei giovani di questa città.


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