Rapporto MobilitAria: il Passante è la condanna di Bologna

Come evidenziano i dati dell’indagine svolta dal Cnr, la nostra città è già oggi è la prima in Italia per emissioni pro capite di CO2 relative al trasporto su strada. Investire sul futuro significa prima di tutto mettere in discussione questa infrastruttura e pretendere che le istituzioni regionali e nazionali trovino soluzioni urgenti per ridurre drasticamente il numero di mezzi pesanti e automobili che attraversano la nostra città ogni giorno, mettendo a rischio la salute dei bolognesi

di Laura Piccinini, comitato Vogliamo Pane non Oil


Il Rapporto “MobilitAria 2022”, curato da Kyoto Club e dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iia), in collaborazione con Isfort – Osservatorio Audimob, mette in luce il pesante contributo del Passante di Bologna alle emissioni climalteranti del nostro territorio.

Purtroppo i dati evidenziati dalle ricercatrici e dai ricercatori ci dicono che, finora, l’emergenza climatica a Bologna è stata affrontata più con slogan e propaganda che con azioni coerenti ed efficaci. Negli ultimi vent’anni, infatti, diversamente da tante città europee con le quali la nostra città intende confrontarsi, le emissioni di CO2 del settore dei trasporti su strada non sono diminuite, ma “hanno subito un incremento del 30%”. E – aggiunge il rapporto – “il trend del contributo delle emissioni è in incremento per la CO2 anche nel 2019 e si attesta al 50% del totale”. Con il risultato che Bologna può vantare un poco invidiabile primato: considerando le emissioni pro capite di CO2 relative al settore trasporti su strada, emerge che la città con i valori più alti è proprio la nostra.

Ovviamente questo ha a che fare con la mobilità cittadina, ma è fortemente legato anche alla presenza di infrastrutture autostradali che portano nel nostro territorio nuove emissioni. Non a caso, dal rapporto “emerge che nelle aree metropolitane […] in cui ricadono importanti arterie autostradali e/o tangenziali, si osservano i valori percentuali più alti”.

La lettura di questi pochi ma essenziali dati porta a conclusioni piuttosto chiare: la presenza di infrastrutture autostradali di rilevanza internazionale ha una ricaduta drammatica sul nostro territorio, e crea le condizioni per rendere inconcludente ogni tentativo di far diventare la nostra città a zero emissioni nei prossimi anni. Da questo punto di vista, l’allargamento del Passante di Mezzo e dell’autostrada A13 Bologna – Padova, ma anche la realizzazione di opere come un nuovo parcheggio multipiano presso l’aeroporto Marconi, non possono che peggiorare la situazione e confermare nei prossimi anni una tendenza negativa, che vede le emissioni del settore trasporti incidere in maniera sempre più determinante sul bilancio della città.

Non a caso, anche le redattrici e i redattori del Rapporto definiscono quello dell’allargamento del Passante di Mezzo “un progetto a sostegno del traffico veicolare privato, che appare in contraddizione con le previsioni del Pums metropolitano, che prevederebbe una riduzione significativa del traffico privato in automobile dell’area bolognese: dal 57% attuale al 41% al 2030”. E aggiungono: “il punto resta  togliere traffico dalle strade, non tentare di fluidificare il traffico allargando l’asfalto e cercare poi di mitigare l’operazione con filtri, barriere e tecnologie innovative previste dal progetto”.

È ora di uscire dalla retorica e dirci le cose come stanno: Bologna subisce la presenza del Passante, che non potrà mai essere – come ha scritto la Giunta comunale – un “laboratorio della mobilità sostenibile”.

Investire sul futuro di questa città significa prima di tutto mettere in discussione questa infrastruttura e pretendere che le istituzioni regionali e nazionali trovino soluzioni urgenti per ridurre drasticamente il numero di mezzi pesanti e automobili che attraversano la nostra città ogni giorno, scaricando qui CO2 e altri inquinanti che mettono a rischio la salute dei bolognesi.

Diversamente, ogni parola spesa per la neutralità climatica della città è uno slogan che resterà tale, e non migliorerà in alcun modo la vita e la salute di chi a Bologna ci vive.

Photo credits: Wolfgang Hasselmann


8 pensieri riguardo “Rapporto MobilitAria: il Passante è la condanna di Bologna

  1. Il rapporto MobilitAria 2022 smaschera una volta di più tante fake news sul Passante. Ma alla fine della lettura dell’interessante articolo resta purtroppo una domanda: che fare? “Pretendere che le istituzioni regionali e nazionali trovino soluzioni urgenti” è un appello accorato quanto naif. In altre parole: ci sono realisticamente appigli legali, contrattuali, sanitari per bloccare un’opera pubblica che purtroppo ha già ottenuto tutti i via libera locali e nazionali? E’ possibile farlo alla vigilia dell’apertura dei cantieri? Soltanto rispondendo a queste domande, le associazioni ambientaliste potranno rimettere in pista l’opposizione popolare al Mostro di mezzo e ridarle una speranza.

  2. Analisi ineccepibile (anche se la questione non riguarda solo Bologna, ma tutta l’Emilia: vedi Cispadana, Bretella Campogalliano et al.): inquinamento, CO2, lo sappiamo e lo diciamo da anni; se questi argomenti razionali e scientifici non interessano ai Decisori, al di là delle dichiarazioni altisonanti, bisogna desumere che a loro interessa altro: consensi elettorali ovviamente, ma c’é qualcosa di più profondo e ‘strutturale’ nella cultura politica dell’élite di questa regione: il primato dell’economia, della produzione, dell’occupazione a tutti i costi; é l’eredità del vecchio PCI (ricordate quando era filo-nucleare, insieme ai sindacati?). Ricetta che ha funzionato, anche bene, per anni, ma che non é all’altezza dei tempi; la sfida della ‘transizione’ (termine ormai abusato) é sviluppo economico, ma senza depauperare il capitale naturale, essenziale per il nostro benessere materiale.

  3. intanto a Bologna e in tutta l’emilia romagna ma anche in tutte le regioni d’Italia CONTINUANO A TAGLIARE ALBERI COME FORSENNATI MAI COSI’ TANTI DA 20 ANNI A QUESTA PARTE. Tutta colpe delle sciagurate leggi che permetto l’uso della legan da alberi per produrre cippato che alimenta le centrali a biomassa dalle quali si ricava calore (in inverno) ed elettricità (tutto l’anno), oggi come oggi ancora di piu’ visto il problema di approvvigionamento del gas (Russo o di altro tipo)

  4. In questi giorni sono stato in Alto Adige, leggendo le loro news il dibattito è incentrato sulla costruzione della galleria di base del Brennero con il relativo impatto ambientale. Dai commenti, capisco che l’intero Alto Adige (italiano e austriaco) pragmaticamente riconosce che, visto che il traffico merci e persone è destinato comunque ad aumentare negli anni, e nonostante ciò “impatti” sull’ambiente, viene con ogni ragione ipotizzato anche un incremento di “ricchezza” indotta nei territori per i volumi di scambi attesi, anche turistici. L’intera area di Bologna rappresenta un nodo viario, commerciale logistico e turistico che si espanderà anche attraverso il traffico di mezzi e persone. Volenti o nolenti.
    Penso che ogni soluzione che prospetti la riduzione da inquinamento (incentivare il traffico ferroviario, e pubblico in genere, aumentare i veicoli ad idrogeno ecc. ecc.) sia da ricercarsi senza dimenticare però che (a mio avviso) non esistono …soluzioni urgenti per ridurre drasticamente il numero di mezzi pesanti e automobili che attraversano la nostra città…a meno che non si vogliano alzare dogane e barriere tra noi e la “restante” parte del Paese

  5. Tra i non pochi aspetti inaccettabili vi è il persistente disinteresse da parte delle Istituzioni verso una misurazione della qualità dell’aria con centraline fisse lungo il tracciato autostradale e una valutazione di impatto ambientale e sanitario per stimare il danno alla salute dei cittadini generato da questa infrastruttura. E’ nell’interesse della collettività non voler affrontare questi aspetti prima di prendere qualsiasi decisione in merito? Per tutti coloro che sono interessanti, è possibile sottoscrivere una petizione online lanciata dalla rete civica Aria Pesa: https://chng.it/Mgt8vXm7

  6. Ogni volta che persone informate e competenti incrociano la follia di allargare un’autostrada in mezzo a una citta, la conclusione è sempre la stessa: lasciate perdere. Lo disse il prof. Vincenzo Balzani cinque anni fa. Lo ripetono oggi i ricercatori di Kioto Club e di CNR IIA.

    Incentivare il traffico veicolare privato allargando autostrade urbane è l’esatto contrario di ciò di cui abbiamo bisogno in un’ottica di transizione ecologica.

    Restano solo (si fa per dire) i nostri amministratori pubblici a difendere questo progetto demenziale. E la domanda è: che interessi stanno difendendo Bonaccini, Lepore e i relativi vassalli? Gli interessi della cittadinanza o quelli dei concessionari autostradali e dei costruttori?

  7. Questi temi sono oggetto consueto di discussione con amici e conoscenti, i quali sono molto molto più intransigenti di me. Poi io sono l’unico che usa i mezzi pubblici, loro no se non l’auto la moto: compulsivi acquirenti tramite Amazon Etsy Ebay ecc. ecc. Io passo 3 ore della mia vita in attesa o stipato su carri bestiame da aggiungere alle 10 ore di lavoro quotidiane, anzichè perdere 20 minuti in auto. Cari signori ci vuole equilibrio perchè altrimenti come qualcuno ha detto sembrano discorsi naif come quelli dei miei cari amici (anime belle…). Volete proporre un referendum ? Organizziamo uno sciopero delle auto e moto private ? Oppure una astensione dagli acquisti on line ? Avremo sicuramente molto consenso.
    Ma la soluzione va trovata, con equilibrio, molto difficile certo, ma non può essere quella di dimenticare il lavoro, i benefici economici del turismo / mobilità, altrimenti non sta insieme la coesione sociale. Perchè non si accellera sulla trazione elettrica ? Perchè non si fanno rigorosi controlli sulla manutenzione dei mezzi pesanti e non solo, e li si blocca nel caso ? Da un mio cliente a Rimini l’azienda incentiva i dipendenti ad andare al lavoro in bici (ad ha funzionato, all’entrata c’è un tabellone con i km di ognuno), si possono estendere cose come questa ? Oltre ad avere un servizio pubblico degno di questo nome che non salti le corse che sono esposte sui cartelli. A proposito da questa mattina c’è già coda verso il mare a partire da Borgo Panigale… e ne avremo fino a sera inoltrata (ho naturalmente sentito un amico che è in coda, fra l’altro il più intransigente sul discorso passante – così va il mondo). E sciopero dei bus naturalmente…

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