“Baby sboom”: in 12 anni Bologna ha perso un nato su quattro

Da 9.159 culle del 2009 alle 6.958 del 2021. Più forte il calo in provincia che nel capoluogo ed è vistoso tra le donne sotto i 29 anni, mentre tra le oltre i 39 si registra una crescita, seppur lievissima. Ancora più prolifiche le coppie straniere ma tendono ad assimilarsi a quelle italiane: il tasso di fecondità totale otto anni fa era 1,96 contro 1,13; ora è sceso rispettivamente a 1,58 e 1,07. Crescono i figli avuti fuori dai rapporti matrimoniali: 38,7% nel 2014, 44,5% un anno fa

di Gianluigi Bovini, statistico e demografo


I dati diffusi dall’Istat relativi al trimestre gennaio-marzo 2022 evidenziano il permanere di una situazione di contrazione della natalità nella città metropolitana di Bologna: nei primi tre mesi di quest’anno si sono registrati 1.643 nati, in lieve recupero rispetto allo stesso periodo del 2021 (1.628 nascite), ma ancora sotto il valore del primo trimestre 2020 (1.709 nati). Il processo di ulteriore riduzione della natalità innescato dalla pandemia non si è ancora arrestato e una conferma in questo senso viene dai dati relativi al comune capoluogo: a Bologna nel primo trimestre 2022 si sono verificate 679 nascite, contro le 704 dello stesso periodo del 2021 e le 761 del 2020.

La denatalità è sempre più una delle tendenze fondamentali della dinamica demografica metropolitana: per comprendere le dimensioni del fenomeno è sufficiente osservare che dal valore massimo di 9.159 nati registrato nel 2009 si è passati gradualmente a 6.956 nel 2020 e 6.958 nel 2021 (-24%): in dodici anni si è quindi perso quasi un nato su quattro. A Bologna il calo delle nascite si è manifestato in ritardo e con minore intensità rispetto al restante territorio metropolitano: in città il valore massimo si è verificato nel 2014 (3.296 nati) e poi è iniziata la tendenza negativa, fino a raggiungere 2.951 nati nel 2021 (con una riduzione di quasi l’11% rispetto al 2014).

I dati diffusi dai Servizi Statistici del Comune consentono di cogliere alcuni aspetti della contrazione della natalità. In primo luogo bisogna osservare che nel periodo considerato è cresciuta la quota delle nascite che avvengono fuori da un rapporto matrimoniale: si è saliti da 38,7% nel 2014 a 44,5% nel 2021.

Un elemento importante è poi rappresentato dal continuo posticipo delle scelte procreative. Se si analizza infatti l’età della madre al momento del parto, si vede che tra le donne fino a 29 anni tra il 2014 e il 2021 si registra un calo delle nascite molto forte (279 in meno, pari a -31,2%); la tendenza negativa è nettamente più contenuta tra le madri in età da 30 a 39 anni (67 nascite in meno, pari a -3,3%) e si annulla completamente tra le donne in età superiore a 39 anni (dove il numero delle nascite sale da 347 a 348). Un analogo processo di innalzamento dell’età media alla nascita dei figli si riscontra anche analizzando i dati relativi ai padri.

La tendenza più interessante è però quella relativa alla nazionalità dei genitori: nel 2014 a Bologna nacquero 919 bambini da coppie con padre e madre stranieri, mentre nel 2021 questo insieme si era ridotto a 647 unità (-29,6%). Il calo è stato molto più contenuto (-5,6%) per le nascite che avvengono in coppie con i genitori italiani, che sono scese da 2.075 nel 2014 a 1.958 nel 2021. Bisogna registrare infine un ulteriore incremento delle nascite in coppie con un genitore italiano e uno straniero, salite da 302 nel 2014 a 346 nel 2021. 

Nel comune capoluogo l’elemento decisivo del calo delle nascite avvenuto negli ultimi otto anni è la forte riduzione della propensione alla procreazione da parte delle coppie straniere, che con il procedere del tempo allineano i loro comportamenti a quelli degli italiani. La tendenza è confermata dal tasso di fecondità totale: nel 2014 a Bologna questo parametro era pari a 1,96 figli in media per le donne straniere e 1,13 per le italiane; nel 2021 il divario si era sensibilmente ridotto (1,58 figli per le straniere e 1,07 per le italiane). Il mutamento dei comportamenti riproduttivi degli stranieri spiega in larga parte il forte calo delle nascite tra le donne in età fino a 29 anni: in tale fascia di età si registra infatti una maggiore incidenza di madri di nazionalità non italiana.

Photo credits: Francesco Ungaro


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