Pnrr a Bologna: verso il futuro con un oggi che frena

Anche a livello metropolitano il freno al vero “turbo” dell’evoluzione viene da attriti che di volta in volta assumono vesti differenti. Le avanguardie sono esemplari, ma pare che la visione d’insieme non proceda perché c’è spesso qualcosa del “presente” che non parte al via insieme agli altri. Il sindaco Lepore e l’assessora Boni hanno un compito cruciale: stimolare gli attori, magari cercandone anche di nuovi, a tirare a turno tutto il gruppo

di Maurizio Moriniinnovation manager e Ambassador Mise per la trasformazione digitale


Come sanno i lettori di Cantiere questa testata è stata la prima a occuparsi in maniera organica delle possibili e auspicabili ricadute del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (Pnrr) nella Città Metropolitana, con attività ampie e diffuse da gennaio a marzo 2021.

E a fronte della discussione in atto attualmente, che ha interessato anche questa testata – si vedano i recenti contributi di Simona Lembi e Pier Giorgio Ardeni (qui) , anche se con tagli differenti – e che ha visto il suo recente culmine nei confronti sulle testate giornalistiche della seconda metà di maggio, diventa doveroso fare una serie di osservazioni nel merito.

1. La pioggia di soldi su Bologna: si parla di 956 milioni di euro dal Pnrr per Bologna e città metropolitana, evidenziando l’enormità di tale cifra. In realtà, dalle stime effettuate secondo i nostri calcoli di circa 16 mesi orsono, e tenuto conto della destinazione privilegiata dei fondi verso il meridione d’Italia, tale cifra rappresenta circa un terzo di quanto dovrebbe arrivare nella città metropolitana se tutte le opportunità verranno colte. Quindi non siamo che all’inizio del percorso: apparentemente un buon inizio, ma da monitorare nella sua evoluzione.

2. Le difficoltà cogenti: in un articolo apparso su “La Repubblica” Bologna lo scorso 23 maggio, sono riportate le affermazioni preoccupate di sindaco e assessore che evidenziano le problematiche legate al reperimento di manodopera e materie prime da parte delle imprese edili per ora impegnate su lavori non del Pnrr, chiedendosi dunque cosa succederà per le iniziative finanziate: si rischia l’ingorgo?  Questi temi purtroppo non sono esclusivo appannaggio di questo filone di attività, ma riguardano tutti i settori: bene fa a nostro avviso in questo caso Lepore a chiedere che sia istituito un tavolo di lavoro permanente con i sindaci a livello di presidenza del Consiglio dei Ministri, perché è evidente come vadano fatte scelte politiche sulle priorità degli interventi e i relativi tempi.

3. Le integrazioni a livello territoriale: i rapporti con università e altri enti territoriali sono stati curati da parte della Città Metropolitana, e bisogna dare atto che l’attuale Giunta si è insediata in corsa e ha operato notevoli cambiamenti, ma una serie di relazioni articolate auspicate anche nel nostro ebook di marzo 2021 (“Next Generation Eu a Bologna: Ecco le nostre proposte”) sono ancora da attivare. Però stupisce un fatto, e in questo caso la responsabilità non è della pubblica amministrazione: di fronte alla necessità – evidenziata con chiarezza fin dai primi mesi del 2021 – di personale formato, possibilmente giovane ma non solo, che rafforzasse i lavoratori già impegnati in costruzioni e impiantistica, cosa è stato fatto dalle istituzioni e dagli enti preposti alla formazione professionale e al suo aggiornamento? Ci pare oggettivamente poco, e comunque di sicuro in maniera non tempestiva.

Ancora una volta torniamo su un tema cruciale: anche a livello metropolitano bolognese, dove le possibilità di sviluppo tecnologico e cognitivo vanno quotidianamente di pari passo con l’evoluzione delle competenze delle imprese e anche di parte della pubblica amministrazione, il freno al vero “turbo” all’evoluzione viene da attriti che di volta in volta assumono vesti differenti. Le avanguardie esistono, sono esemplari, ma ci pare che la visione d’insieme non proceda perché c’è spesso qualcosa del “presente” che non parte al via insieme agli altri. 

Siccome è acclarato che un sistema funziona alla velocità della sua componente più debole o lenta, allora diventa fondamentale che si instauri un’autorità attiva e propositiva nel coordinamento dell’integrazione evolutiva armoniosa tra tutti gli attori, inclusi i referenti del mondo del lavoro, che in questa fase ha l’opportunità di tornare a essere valutato come una variabile indipendente se non altro per la componente innovativa che può concorrere a trascinare.

Il Sindaco e l’assessora Anna Lisa Boni hanno un compito davvero cruciale con il Pnrr applicato in Città Metropolitana; l’invito è quello non solo a non mollare l’azione stimolante verso tutti gli attori, coinvolgendone anche di nuovi se necessario, ma soprattutto di assicurarsi che tutti siano in grado, usando una metafora sportiva, di tirare bene il gruppo quando tocca a loro farlo: perché per scardinare il presente, il futuro potrà essere solo concertato e sistemico (oltre che democratico, naturalmente!).

Photo credits: Stefano Zocca


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