Antonio La Forgia, coscienza vigile e riformatrice

Un testimone serio e rigoroso del cambiamento necessario dopo il terremoto ideologico e politico che investì il paese negli anni ’90. Condottiero di un’Emilia-Romagna a cui indicò un nuovo orizzonte politico, sentendo il limite di un passato che non sarebbe bastato a se stesso. Senza di lui, la politica sarebbe stata più povera. Il ricordo di due persone che hanno condiviso con lui un tratto della loro vita, tra il Parlamento, l’Ulivo e il Pd

di Albertina Soliani, già parlamentare, vicepresidente Anpi


Con Antonio ci si sentiva vicini anche con il silenzio. Il silenzio che accompagnava la ricerca del pensiero e lo faceva più autentico, con l’eterna sigaretta tra le dita. Il silenzio che ha messo tra noi in questi ultimi giorni, con gesti di coscienza civile.

Il rigore della coscienza, nella ricerca del bene collettivo, nella politica e nella storia, è ciò che ce lo ha fatto amare. Insieme con l’ironia e l’allegria della vita, pur nel velo della malinconia.

Antonio è stato per noi soprattutto il testimone serio e rigoroso del cambiamento necessario che negli anni ‘90 e 2000 ci ha portato sul crinale della storia, mentre un terremoto scuoteva i nostri sistemi ideologici e politici. Sentiva come pochi la sfida del cambiamento e lo ha vissuto in prima persona, aprendo il varco nel sistema politico al quale aveva da sempre appartenuto. Con la coscienza vigile, e perciò incessantemente riformatrice.

Gli anni con Prodi, con l’Ulivo e con l’Asinello de I Democratici ci hanno visto fianco a fianco nella ricerca di vie nuove. Con entusiasmo, con la leggerezza di chi lascia fardelli abbandonati, con l’incertezza dei traguardi nuovi che ci venivano incontro. Unire i diversi era la nostra comune certezza. Con piena fiducia nel cammino nuovo che i viandanti, provenienti da storie differenti, potevano percorrere insieme.

Per l’Emilia-Romagna è stato il condottiero che ha indicato un nuovo orizzonte politico, sentendo il limite di un passato che non sarebbe bastato a se stesso. È stato come la sentinella che scruta l’orizzonte, a cui il viandante chiede, come dice Isaia, «a che punto è la notte?». La risposta è la stessa che darebbe Antonio: «Domandate, domandate, viene sera e poi mattina».

Grazie Antonio, senza di te la politica sarebbe stata più povera.

Ed ecco il messaggio di Sandra Zampa, componente della segreteria nazionale Pd

“Avrei dovuto scrivere insieme ad Albertina un breve ricordo di Antonio. Ma il suo scritto è così bello e completo che non ho voluto metterci mano. Sarebbe piaciuto ad Antonio, della cui amicizia mi sono sentita onorata negli anni, brevi, trascorsi insieme alla Camera dei deputati. Nelle rare riunioni politiche con il gruppo “ulivista duro e puro” e ridotto numericamente all’osso almeno nelle aule parlamentari in quegli anni, sapevo di avere la straordinaria opportunità di imparare cos’è la politica che ha l’ambizione di cambiare la realtà, le regole del gioco, di guardare lontano anticipando spesso nella comprensione le conseguenze delle scelte. Ascoltavo Antonio e ad appassionarmi erano le sue discussioni con Arturo Parisi e con Albertina Soliani. Abbiamo sempre avuto tra tutti noi, in quel gruppo, un rapporto tra pari, nutrito da rispetto e libertà. Mi sentivo a mio agio e mi piaceva ascoltare, considerandomi privilegiata per avere la possibilità di partecipare a quegli incontri. Devo molto a quei giorni. Ho voluto bene ad Antonio. Resterà nel mio cuore e lo ricorderò sorridente e divertito»


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