Finire in fuorigioco: Beppe Signori tra i protagonisti del Biografilm

Nell’ambito del festival cinematografico che ha riempito di entusiasmo la città, la vicenda dell’ex capitano del Bologna aiuta a ripercorrere le tappe di uno straordinario percorso sportivo e umano dilaniato dal sospetto

di Andrea Femia, digital strategist cB


Immaginatevi, nella provincia calabrese, una stanza da letto nella quale dormono tre fratelli. È una stanza grande, ma ce ne stanno comunque tre. Vuol dire che ognuno dei tre dovrà condividere necessariamente una parte sensoriale di ciò che prova l’altro. Si trasmettono passioni per osmosi, e la strada della pozione magica passa attraverso gli oggetti, attraverso i film visti e i dischi ascoltati, attraverso le mura riempite di poster. Capiterà di avere grossomodo gli stessi gusti musicali, così capiterà di avere le stesse idee politiche e così non capiterà di tifare le stesse squadre, ma ci sarà spazio per condividere la passione – grossomodo – per gli stessi idoli calcistici.  

Il dettaglio della provincia calabrese era necessario, perché in quei luoghi tendenzialmente tifi Juve. E se proprio sei diverso tiferai una tra Milan e Inter. Ma comunque per lo più tifi Juve. E quindi suonerà abbastanza strano che un megaposter del Guerin Sportivo – raffigurante da un lato Gianluca Vialli che alza la Coppa dei Campioni con la Juve e dall’altro Beppe Signori che controlla un normalissimo pallone con la maglia della Lazio – venisse appeso in modo tale da fare dominare l’intera stanza al fuoriclasse biondo. Non fosse altro perché c’era da immaginare che, controllando quel pallone, con ogni probabilità dopo pochi minuti l’avrebbe infilato in porta, quale che fosse la squadra avversaria.

Se ami il calcio in modo viscerale, se ami il calcio ancora prima di quanto tu possa amare la tua squadra del cuore, non puoi immaginare di non amare Giuseppe Signori. Era un giocatore capace di farti capire cosa sarebbe stato il futuro, già negli anni ‘90. L’inspiegabile capacità di trasudare veleno per prendere possesso di quel pallone, che poi avrebbe domato con uno dei piedi sinistri più clamorosi che abbiano calcato i palcoscenici della Serie A. E mi dispiace solo che, per regole redazionali, abbiamo limiti di caratteri che ho già messo a repentaglio con il dettaglio della stanza. Altrimenti, sappiatelo, si potrebbe parlare di Beppe Signori sul campo finché morte non ci separi. Un dettaglio concedetemelo, anche solo per un amarcord deistico. Un singolo passo prima di un rigore. Siamo abituati a vedere gente che cammina o saltella prima di rigori che poi, forse, sbaglierà. Lui no. Lui non correva, non camminava, non saltellava. Lui era fermo, immobile, e la insaccava dove il portiere non poteva arrivare. Un singolo passo, per non perdersi.

Ecco, è molto difficile parlare oggi della vicenda calcistica dell’ex numero 10 rossoblu senza soffermarsi sulla sua vicenda giudiziaria. Perdersi nell’oblio dovrebbe essere un diritto per tutti, sbagliare dovrebbe essere concesso a tutti, ma quando ti spingono con forza dentro l’oblio bisogna trovare una forza enorme per combattere e risalire, come se oblio fosse l’abisso e nell’abisso non si potesse che naufragare, a meno di non essere fatto di un’altra materia. Il docufilm di Pietro Paganelli, Fuorigioco, ci racconta un po’ questa cosa. Le tappe di un percorso burrascoso ma a suo modo straordinario. L’ennesimo rigore tirato, però, con una rincorsa lunga tutto un campo da calcio.

Sarà possibile vedere il film nella serata di venerdì 17 giugno, durante il Biografilm Festival, che ha dominato la città, l’ha colorata di rosso e disegnata con l’effige dell’ormai famosissimo cavallo che vedremo per le strade di Bologna fino al 20 di giugno.

Sarà presente Signori. Esserci è naturale.

Photo credits: Bologna Fc


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