Dopo un biennio di incrementi che hanno colpito soprattutto la popolazione over 65, si registra una decisa inversione di tendenza. Dati positivi, il cui valore aumenta se si pensa che nei primi mesi del 2022 abbiamo assistito a una circolazione particolarmente intensa di nuove varianti del virus Sars-Cov-2, che non hanno provocato in modo diffuso esiti gravi o letali grazie all’ampia campagna di vaccinazione
di Gianluigi Bovini, statistico e demografo
Il 2022 inizia finalmente con una buona notizia sul fronte della salute pubblica: nei primi quattro mesi di quest’anno in Emilia-Romagna si è registrata una riduzione dei decessi dovuti a tutte le cause di morte del 10,7% rispetto allo stesso periodo del 2021 (in termini assoluti da 21.115 a 18.847, che significa quasi 2.300 morti in meno). La tendenza positiva diventa ancora più accentuata se si osservano i dati relativi al territorio metropolitano di Bologna (-15,1% la riduzione dei decessi nel primo quadrimestre 2022) o al solo comune capoluogo (-17,1% il calo della mortalità registrato nella nostra città da gennaio ad aprile rispetto allo stesso periodo del 2021).
Grazie a questa sensibile riduzione dei decessi la mortalità per tutte le cause si è riportata nell’intero territorio metropolitano su valori leggermente inferiori a quelli del periodo precedente la pandemia (4.246 decessi nel 1° quadrimestre 2022 contro 4261 nella media del quinquennio 2015-2019) e la riduzione è più netta se si restringe l’osservazione alla sola città di Bologna (1.612 decessi contro 1715). Il valore di questi dati positivi è ancora più marcato se si pensa che nei primi mesi del 2022 abbiamo assistito a una circolazione particolarmente intensa di nuove varianti del virus Sars-Cov-2, che non hanno provocato in modo diffuso esiti gravi o letali grazie all’ampia campagna di vaccinazione rivolta in particolare alle persone a rischio e a quelle più anziane.
Vedremo nei prossimi mesi se gli andamenti della mortalità generale confermeranno ulteriormente l’avvio positivo del 2022. Alla luce di questi primi risultati è già possibile trarre alcuni insegnamenti dai dati sui decessi per tutte le cause relativi al biennio 2020-2021: l’analisi di queste informazioni pubblicate dall’Istat permette infatti di comprendere bene l’impatto letale della pandemia nel territorio della città metropolitana di Bologna e quali sono stati i gruppi di popolazione coinvolti in maniera più pesante.
Nel 2020, anno di avvio della pandemia, nell’intero territorio metropolitano si sono verificati 13.330 decessi, con un fortissimo aumento rispetto al valore medio del quinquennio 2015-2019 che era pari a 11.843. A causa del dilagare del virus nel 2020 si sono registrati nel nostro territorio 1.487 morti in più della media, concentrati quasi esclusivamente nelle fasce più anziane della popolazione. I dati Istat evidenziano infatti un incremento di 1.467 decessi (+13,6%) nelle persone in età superiore a 64 anni (173 in più tra 65 e 79 anni e 1.294 sopra 79 anni).
Nel 2021 le morti sono rimaste su un valore molto elevato (12.895), con un incremento rispetto alla media 2015-2019 rilevante (1.052 decessi in più). Anche in questo caso il prezzo più alto è stato pagato dalla popolazione anziana, che ha conosciuto un aumento di 1.020 decessi (29 in più tra 65 e 79 anni e 991 sopra 79 anni).
In definitiva l’incremento di mortalità generale registrato a livello metropolitano nel biennio 2020-2021 a causa della pandemia (2.539 persone in totale) si è concentrato quasi esclusivamente nella popolazione anziana e in particolare tra le persone in età superiore a 79 anni: in questa fascia più longeva si sono purtroppo registrati 2.285 decessi in più, pari al 90% dell’eccesso di mortalità complessivo. 9 vittime su 10 del Covid erano ultraottotantenni, con un impatto relativo più grave sugli uomini rispetto alle donne.
Gli esiti letali della pandemia hanno quindi colpito in modo drammatico le persone più longeve, soprattutto quelle affette in precedenza da una pluralità di patologie. Questo dato deve fare riflettere, alla luce delle previsioni demografiche che evidenziano nei prossimi decenni un rilevante aumento proprio di questa fascia della popolazione. Resterà inoltre centrale l’impegno per proseguire e completare la campagna vaccinale con la somministrazione della quarta dose, rivolta in questi mesi prioritariamente alle persone più anziane e a quelle in condizioni di fragilità.
Photo credits: Giorgio Bianchi/Comune di Bologna