I Pearl Jam e la filosofia

In occasione della pubblicazione del libro ‘Pearl Jam and Philosophy‘ (Bloomsbury Academic, London-New York 2021) e, ancora di più, in occasione del ritorno della band di Seattle in Italia, per la prima volta dopo quattro anni, in un atteso concerto che si è svolto a Imola lo scorso 25 giugno, il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna (Dar) ha ospitato un insolito pomeriggio di studio sul tema ‘I Pearl Jam e la filosofia’

di Andrea Femia, digital strategist cB


La città di Bologna aveva accolto la band di Seattle nel 2006, in quello che fu il primo di cinque concerti in terra italiana per Eddie Vedder e soci, e da allora non c’erano più state occasioni di vederli in Emilia-Romagna. Questa è stata la nuova occasione di ritrovarli, molto più maturi e in uno stato della carriera decisamente diverso.

Proprio sulle diverse fasi della carriera, e sull’evoluzione implicita che risulta dai testi scritti – e dei temi toccati – da Vedder e dai suoi compagni di viaggio, si concentra il libro curato da Stefano Marino e Andrea Schembari, due docenti universitari con percorsi diversi, il primo con base proprio in Unibo, dove insegna Estetica, il secondo docente di letterature comparate all’Università di Szczecin, in Polonia.

Partendo dai loro studi, i due docenti hanno scelto di curare una raccolta di saggi scritti da collaboratori internazionali, impegnati a confrontarsi con tutti gli aspetti della produzione della band, a partire dagli esordi dei primissimi anni ’90 fino ad arrivare ai giorni d’oggi.

In ‘Pearl Jam and Philosophy‘, infatti, vengono ad esempio analizzati i temi del libero arbitrio e del determinismo, dell’innocenza e della speranza, oltre che, in modo più esteso, le importantissime e ricorrenti questioni politiche ed estetiche che segnano la parabola di una delle rock band più importanti della storia.

Come spiegano i due curatori, l’esigenza di promuovere un volume dedicato ai Pearl Jam è derivata non solo dalla ovvia passione in comune, ma soprattutto dal fatto che, nonostante essi siano uno dei gruppi più rappresentativi del movimento grunge sono pochi se non nulli gli studi a loro dedicati

Come abbiamo imparato nel Salone Marescotti del Dipartimento delle Arti in via Barberia, c’è ancora un grande spazio per approfondire il rapporto tra la filosofia e le forme espressive della cosiddetta “popular culture”, fra le quali anche la musica rock, che rappresenta ormai da alcuni anni un terreno di indagine estremamente fertile, proficuo e stimolante.

Anche nel giorno del concerto di Imola non sono mancati gli spunti per ragionare sul senso sociale della filosofia dei Pearl Jam, che va anche al di là di quanto semplicemente scritto nei testi delle loro canzoni. Uno dei momenti più significativi della serata è stato il discorso fortemente critico tenuto da Eddie Vedder sulla rivoluzionaria decisione della Corte Suprema americana che ha limitato profondamente il diritto all’aborto. Più in generale, nel corso dello show, si è entrati in una bellissima atmosfera creata dal legame fortemente scolpito tra i 60.000 presenti e la band. Ancora una volta abbiamo avuto la conferma che non sono molti i gruppi capaci di stabilire una connessione emotiva così forte con il proprio pubblico.

L’articolo è stato realizzato per la rivista di CUBo – Circolo Università di Bologna, diretta da Massimiliano Cordeddu

In copertina: Eddie Vedder legge Umberto Eco. Photo credits: Spin Magazine ( © ) 1997


Un pensiero riguardo “I Pearl Jam e la filosofia

  1. Grazie di avermi fatto scoprire questo gruppo interessante che, purtroppo non conoscevo.
    Grazie due volte.

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