Quali giochi di potere domineranno i prossimi giorni che porteranno a una frettolosissima composizione delle liste? Chi avrà la meglio in questo scenario post-apocalittico? A Bologna sarà già pronta la griglia di partenza dei futuribili? Sarà normale farsi queste domande quando fuori ci sono 40 gradi?
di Andrea Femia, digital strategist cB
Si vota il 25 settembre, che per una congiunzione di astri terribili è il compleanno di chi scrive. Di norma la cosa non mi toccherebbe molto. Ma sapere che nel giorno teoricamente di festa, per giunta domenica, Dio ti offre una vittoria elettorale di Giorgia Meloni, quella festa teorica fa un giro lontanissimo e finisce per diventare esattamente il contrario.
Ma non è che qui si voglia parlare di Giorgia Meloni, che salutiamo affettuosamente, quanto di quello che succederà per progettare la composizione del primo Parlamento tagliato della storia repubblicana. Quel gusto dell’improvvisazione che ha portato gli stessi parlamentari a fare in modo che le loro teste fossero politicamente tagliate, offrendosi in pasto all’opinione pubblica sempre più odiante, ha portato anche all’ennesimo scioglimento delle Camere anticipato rispetto alla scadenza naturale. Un male tutto italiano che in previsione delle campagne elettoriali diventa ovvio.
Il Parlamento tagliato, si diceva. Prendendo per buono, e di certo lo sarà, un grafico del Sole 24 ore che riepiloga come e quanto questo taglio andrà incidere sui numeri reali, si riesce ad avere il dato pressoché definitivo che vedrà il totale dei parlamentari rappresentanti l’Emilia-Romagna passare dalla cifra considerevole di 67 seggi (45 alla Camera e 22 al Senato) al nuovo numero magico: 43 seggi complessivi (29 deputati e 14 senatori).
Ora, in un qualunque ambito, anche quello più ordinato e funzionale, organizzarsi prima della fine di un percorso, prevedendo l’inizio di quello successivo, è la norma. In politica, dove la disfunzionalità regna sovrana e il caos si alimenta con l’energia prodotta dal suo stesso fuoco, provare a organizzarsi prima della fine – soprattutto quando sai che potrebbe arrivare da un momento all’altro – sarebbe veramente necessario. Non solo perché anticiperesti ogni forma di crisi che ovviamente ti troverai ad affrontare, tra chi sarà più o meno scontento delle scelte, ma ancora di più perché riusciresti a battere sul tempo gli avversari. Più il tuo castello di carta sembrerà pronto e già lavorato, più darà all’elettore la sensazione di trovarsi di fronte a un disegno all’altezza delle proprie aspettative.
Passeremo, invece, dei giorni d’inferno. E non solo perché le temperature raggiungeranno vette francamente assurde (fino a 43 gradi secondo il meteo di Google, che è diventato il peggiore nemico dei nostri sogni). Passeremo giorni dominati da dibattiti fratricidi all’interno degli stessi partiti, per assicurarsi una poltrona. Vedremo i giornali bolognesi invasi dal dubbio se chi occupa gli scranni da diversi anni potrà ancora contare sul supporto dei partiti di riferimento, o se non è forse il caso di lasciare lo spazio all’innovazione, all’improvvisazione.
Passeremo giorni in cui ci abitueremo all’idea che addirittura Pier Ferdinando Casini, che proprio a Bologna aveva dominato le ultime elezioni con la casacca dei suoi storici nemici, non sarà rieletto.
Forse.
Se speravate di trovare risposte, speravate male. Siamo tutti sulla stessa barca.
E l’improvvisar ci sarà dolce in questo mare di sudore.
Photo credits: Ansa.it
Credo che tutto sia gia’ deciso (come sempre).
in questi ultimi anni c’è stata un’ecatombe di “favoriti” e il quasi assoluto sovvertimento di tutte previsioni fatte “a rigor di logica”; a tal flebile speranza sto appeso … l’unica certezza sono le lotte fratricide per la poltrona, quelle non ce le eviterà nemmeno un miracolo …