«Per preservare la memoria delle Stragi nazifasciste compiute sull’Appennino bolognese, l’aspetto giudiziario per fortuna non è stato l’unico elemento su cui abbiamo agito in questi anni. Grazie al rapporto con le scuole, anche tedesche, raccontare la nostra storia e quella delle nostre famiglie alle persone che sentivano il bisogno di ascoltare è stata la cura per superare ogni delusione»
di Gian Luca Luccarini, presidente Associazione vittime eccidi nazifascisti nei Comuni di Grizzana Marzabotto Monzuno 1944
Dalla primavera all’ottobre del 1944 nei territori dei comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi venne messa in atto dai nazifascisti una precisa strategia, che prevedeva di accanirsi sistematicamente contro la popolazione civile inerme, donne, bambini e anziani. Nei giorni che videro l’attuazione del massacro, dal 29 settembre 1944 al 5 ottobre 1944, furono uccisi 216 bambini. Alcuni appena nati. La Violenza non ebbe pietà nemmeno degli anziani e delle donne, che prima videro morire i propri figli e poi furono uccise a loro volta. Alla fine, le vittime furono 770.
Paesi e borgate furono rasi al suolo e gli abitanti massacrati. In quei mesi di ferocia furono centinaia le vittime. Fra di loro anche chi era scampato alle mitragliatrici ma, tornato per cercare i propri famigliari fra i casali in macerie, venne dilaniato dalle numerose mine sotterrate dai nazifascisti nei luoghi della strage. Dopo quei giorni i parenti riuscirono a seppellire i corpi in fosse comuni nei cimiteri, scavando la notte con la paura di essere presi dalle SS che continuarono a uccidere persone sbandate nei boschi.
La zona divenne poi parte della Linea Gotica e le truppe tedesche si attestarono su Monte Sole fino a metà aprile 1945, quando gli Alleati riuscirono a conquistare Monte Sole e dilagarono nella Pianura Padana liberando Bologna il 21 aprile 1945 e in pochi giorni la guerra si concluse.
Da allora in quei luoghi calò il silenzio. Solo nel 1961 si riuscì a inaugurare il Sacrario dei Caduti a Marzabotto e dalle fosse comuni furono riesumate le salme. Subito dopo la Guerra, ogni anno a Marzabotto si ricordava l’eccidio e per questo veniva ricordata come strage di Marzabotto, anche se la strage era avvenuta nei tre comuni limitrofi di Grizzana, Marzabotto e Monzuno. Senza dimenticare che altri comuni furono coinvolti, come Sasso Marconi con il Campo temporaneo di trasferimento dei prigionieri di Colle Ameno.
Da tempo l’Associazione Superstiti e Familiari delle Vittime Eccidi Nazifascisti nei comuni di Grizzana, Marzabotto e Monzuno e zone limitrofe 1944, si occupa di salvaguardare la memoria e la richiesta di giustizia delle vittime.
L’Associazione è nata ufficialmente il 4 aprile del 2007, grazie al processo tenuto presso la Procura Militare con sede a La Spezia giunto a sentenza il 13 gennaio dello stesso anno, con la condanna di dieci esecutori materiali della strage, che furono individuati dai fascicoli di indagine degli Alleati.
Sembra impossibile che una storia del genere non fosse nota agli Alleati e ai Tedeschi. Nel mese di Ottobre 1944, infatti, il disertore Julien Legoll aveva già raccontato agli Alleati l’eccidio della località di San Martino di Caprara, avvenuta la mattina del 30 settembre 1944 ad opera delle SS. I Servizi Segreti Alleati iniziarono a indagare e raccolsero le testimonianze per ognuna delle 115 Frazioni in cui era avvenuta la Strage. Praticamente ogni casa.
Alla fine della guerra gli Alleati avevano raccolto 695 fascicoli di indagine su eccidi compiuti da truppe tedesche, SS ma anche membri dell’esercito regolare, e circa 1400 di crimini compiuti da truppe fasciste Italiane. I fascicoli erano archiviati regolarmente a Roma a Palazzo Cesi, sede della Magistratura Militare. Il fascicolo dell’eccidio di Monte Sole era repertato con il numero 1937. Già allora, lì c’erano i nomi degli autori dell’eccidio. Tuttavia, solo nel 1994 si ebbe finalmente notizia di questi fascicoli e, quando la Procura li trasmise alle relative Procure territoriali, iniziarono le indagini.
Per Monte Sole questo processo iniziò tra il 2006 e il 2007. Nemmeno noi familiari credevamo possibile che ci fosse dopo tanti anni un processo e che si svolgesse davvero, fu un’emozione incredibile. Quel processo ci permise di conoscere i fatti raccontati prima solo oralmente e pieni di interpretazioni non sempre realistiche. Nei verbali delle testimonianze venivano descritte le azioni e come erano morte le vittime. Ci sentimmo quindi in dovere di continuare a chiedere giustizia per i nostri parenti e decidemmo di unirci, perché per la prima volta ci sentivamo ascoltati e capiti da tante persone, che volevano sapere la nostra Storia.
Il processo che aveva stabilito la colpevolezza degli esecutori della Strage si scontrò con la “Ragione di Stato”. L’Italia aveva già stabilito che il processo non avrebbe prodotto nessun effetto giudiziario e che i criminali nazisti avrebbero continuato a vivere liberamente. Le sentenze di ergastolo, tutte tramutate in un periodo di isolamento da scontare nelle proprie case, furono rigettate dalla Germania. E per noi non ci fu nessun risarcimento. Qualche anno dopo, senza ovviamente avere alcuna certezza che le cose andarono così, qualcuno collegò i fascicoli di indagine “archiviati provvisoriamente” ad alcuni acquisti di materiale bellico italiano da parte della Germania.
L’aspetto giudiziario per fortuna non è stato l’unico elemento su cui abbiamo agito in questi anni. Grazie al rapporto con le scuole, raccontare la nostra storia e quella delle nostre famiglie alle persone che sentivano il bisogno di ascoltare è stata la cura per superare ogni delusione. Con uno sforzo notevole traducemmo i nostri libri anche in tedesco e li inviammo ad alcune scuole in Germania, dove per quattro anni portammo avanti un progetto con i ragazzi li avevamo letti e volevano dialogare con noi. Molti si stupivano di conoscere perfettamente il nostro Paese, ma di non sapere niente di quella storia: i loro nonni non avevamo mai raccontato nulla. La storia della Campagna d’Italia mancava della storia delle Stragi, mentre si parlava di Montecassino, Anzio e Linea Gotica. Eppure una volta entrati nel discorso riuscivamo a dialogare e a trovare tanta solidarietà. Lì in quelle aule di scuola e in quei momenti ci si confrontava e si costruiva quell’Europa di cui tutti parlano.
Ma c’è una grande attenzione anche nei giovani italiani, se riesci a interessarli e accetti la discussione con loro. Anche per questo Monte Sole ha una Fondazione Scuola di Pace che ogni giorno lavora con giovani e adulti in laboratori creativi. E questo è uno dei frutti più belli che quel luogo abbia prodotto. Il lavoro educativo in loco ha un potere di persuasione notevole. Credo che oggi ogni giovane sia una persona che devi andare a cercare con pazienza. E puoi anche sbagliare, ma se lo hai cercato lui lo capisce e può darti soddisfazione.
L’Italia ha grosse colpe da farsi perdonare, prima siamo stati alleati dei Nazisti (anzi precursori storici) e poi ci siamo salvati la coscienza, come scrisse Primo Levi. Il mito degli Italiani “Brava Gente” ha nascosto anni di stragi nei Paesi occupati (chi non ricorda la canzone “Faccetta Nera” e l’acquisto delle bambine in Africa per gli ufficiali Italiani?) e pochi Ufficiali italiani hanno subito processi per le stragi compiute dal nostro esercito in Africa, Grecia, e Jugoslavia.
L’Italia ha evitato la sua Norimberga. E ha lasciato che il fascismo riprendesse piede nella società. La Storia da insegnare nelle scuole dovrebbe essere la Storia contemporanea, quella legata ai poteri forti, quelli dei Servizi Segreti deviati. Gli attentati che hanno insanguinato il nostro Paese e l’impunità dei colpevoli, sono figli delle stragi naziste e fasciste impunite: ricordo che dei 1.400 fascicoli di indagine sulle stragi compiute dai Fascisti non ci sono atti di indagine e nessuno sa chi sono i colpevoli. Persone che sono tornate grazie ad un’Amnistia del 1947 nei loro posti di potere.


Grazie G.L. Luccarini che articolo meraviglioso.
I miei figli potrebbero iniziare da qui.
Tutto ciò che si cerca di trasmettere ai figli pare sia sempre un peso per loro inaccettabile. Mentre la scuola si prefigura come intercapedine accettabile, magari non entusiasmante, ma accettabile.
L’Italia non ha avuto la sua Norimberga e moltissimi italiani non lo sanno proprio. Nemmeno fanno finta ma ignorano questi fatti storici gravissimi
È comunque una frase tra le più belle che abbia mai sentito. Me la ricorderò e la diffondero’ ovunque ci sia la necessità.
Un proposito che faccio mio
Grazie ancora
Eugenia