‘Feminologica 5’: il teatro della Resistenza delle donne a Villa Spada

Siamo stufe di essere uccise da chi dice di amarci, siamo stufe di essere molestate sui luoghi di lavoro e di studio, siamo stufe di essere pensate soltanto come madri o puttane. Siamo stufe di essere ricattate sessualmente per un posto di lavoro, siamo veramente stufe di essere richiamate con fischi e frasi per strada pensando che siano dei complimenti e siamo anche stufe di essere zittite da chi pensa di saperne di più di noi su determinati argomenti nonostante i nostri curricula

di Simona Sagone, Youkali Aps


Feminologica”, ovvero la rassegna di teatro civile al femminile promossa e organizzata da Youkali APS e diretta da Simona Sagone, che fino al 16 settembre animerà, con sei appuntamenti, l’Anfiteatro del parco di Villa Spada (ingresso al Parco da via Saragozza angolo via di Casaglia) a Bologna, nel quartiere Porto-Saragozza.

Villa Spada non è un luogo casuale. Cinque anni fa, all’inizio dell’avventura ‘Feminologica’, fu scelto dalla direttrice artistica per la presenza del Monumento alle 128 cadute partigiane della Provincia di Bologna, l’unico monumento italiano dedicato alle donne che hanno fatto la Resistenza, partigiane cadute per la lotta all’antifascismo. Realizzato nel 1975 da architettə del gruppo “Città nuova”, viene oggi considerato il frutto di una partecipazione condivisa, eretto con l’ausilio di studentesse e studenti adolescenti, e pensato con l’obiettivo di rinnovare nel tempo la memoria della Resistenza attraverso il ricordo della lotta compiuta dalle donne. O meglio, delle donne che hanno compiuto la lotta.

Siamo abituatə a leggere sui giornali che le donne vengono uccise dagli uomini. Quasi mai si legge che il soggetto della frase sia l’uomo, che nella forma attiva, uccida una donna. Anche sul comunicato della dirigenza della squadra per cui giocava Padovani, si legge «Non riusciamo a trovare le parole per commentare i fatti che si sono verificati ieri sera a Bologna, per la furia e la ferocia subita da Alessandra Matteuzzi».

La forma passiva solleva chi scrive dall’attribuire la ferocia e la furia al vero soggetto dell’azione. Occorre urgentemente un cambio di mentalità. Dobbiamo poter vedere immagini, ascoltare storie, di donne che agiscono, lottano e si autodeterminano come quelle rappresentate e narrate nel monumento di Villa Spada che oltretutto contiene in sé un anfiteatro, perché l’architetta Letizia Gelli Mazzuccato che l’ha progettato pensava a uso comunitario di quel luogo: lì dovevano svolgersi spettacoli per la cittadinanza.

Perciò Feminologica. Per ripercorrere in quello spazio la Storia delle donne, grazie a Elena Musiani, storica e docente all’Università di Bologna, che apre la serata in programma venerdì 9 settembre con l’incontro alle 19.00 “Storia delle donne e storia di genere tra Otto e Novecento: spunti di riflessione” (ore 19.00). Nella serata di ieri, venerdì 2 settembre, si è parlato invece di ciò di cui le donne sono stufe: alle 19.00, l’incontro a cura di UDI Bologna per parlare di lavoro, abusi e violenza di genere, “Molestie e violenze sul lavoro. Abbattiamo questo tabù”, e alle 21.00 il concerto-spettacolo “Noi siamo stufe” con Frida Forlani, Mirco Mungari, Guido Sodo e Simona Sagone per far rivivere sul palco i canti femministi tratti dal repertorio del gruppo politico-musicale del Canzoniere delle Lame.

Noi siamo stufe” è proprio lo slogan della quinta edizione di Feminologica. Così infatti ha dichiarato la direttrice artistica:

«Siamo stufe di essere uccise da chi dice di amarci, siamo stufe di essere molestate sui luoghi di lavoro e di studio, siamo stufe di essere pensate soltanto come madri o puttane. Siamo stufe di essere ricattate sessualmente per un posto di lavoro, siamo veramente stufe di essere richiamate con fischi e frasi per strada pensando che siano dei complimenti e siamo anche stufe di essere zittite da chi pensa di saperne di più di noi su determinati argomenti nonostante i nostri curricula. Siamo stufe che si pensi alle donne come esseri che hanno il compito precipuo di fare figli. Siamo convinte che quello di essere madri o di non esserlo debba essere una scelta libera e consapevole. Per tutto questo lottiamo ancora, lottiamo insieme attraverso l’arte e gli strumenti che sappiamo usare, come attrici, come registe, cantanti, attori non solo donne, ma tutti e tutte insieme per questi obiettivi e per riaffermare la nostra autodeterminazione e anche per evitare scivolamenti rispetto alle conquiste che abbiamo fatto finora».

Il programma dell’intera rassegna è disponibile al link:


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