Difendere i diritti da oggi sarà più difficile ma bisogna provarci. A partire da Bologna

Con la giornata di ieri si apre una stagione che non lascia immaginare nulla di buono. Non abbiamo mai fatto mistero di essere una testata di centrosinistra, quindi perdonerete un certo grado di pessimismo. È bene che ci si metta nella testa che bisognerà fare di tutto per difendere quei diritti che sembrano acquisiti per natura, perché non ci vuole niente a perdere quello che si ha già

di Andrea Femia, consulente digitale cB


Mi sono trasferito in questa città a qualche mese dalla nascita del governo gialloverde. Periodo abbastanza strano, che vedeva la Lega di Matteo Salvini completamente lanciata verso un’onnipotenza politica che, come spesso è capitato dal boom dei social network, si è rivelata essere una bolla di consenso consumata e implosa in breve tempo.

Ieri si sono tenute le elezioni e il risultato è stato quello che ci aspettavamo tutti. Il partito di Giorgia Meloni è il primo d’Italia. La coalizione del centrodestra ha i numeri per formare il governo. Tutto secondo previsione. Tutto come già accaduto. L’ultima volta che una coalizione ha avuto i numeri per governare da sola, senza il bisogno di ibridi politici, fu nel 2008. Era sempre la coalizione di centrodestra, c’erano sempre Berlusconi, Salvini e Meloni.

Stessi esseri umani, ruoli invertiti, ma quando inizi le scuole elementari ti insegnano la proprietà commutativa: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Finì con Roma presa d’assalto da migliaia di persone che pretendevano le dimissioni del governo in un Paese al collasso sociale e finanziario. Scene da Grecia. Da allora, in Europa, quelle sono le scene da Italia. Ma tant’è.

Come Cantiere abbiamo da poco fatto un’iniziativa sulla memoria proprio perché la tendenza delle società è quella di dimenticare. Dicevo, però, che mi sono trasferito in questa città quando Matteo Salvini era Ministro degli Interni. E in quel periodo vennero fuori quei famosi decreti sicurezza che contribuirono a generare un’ulteriore, spaventosa, limitazione dei diritti di chi già non ne aveva.

Arrivato in città appena superati i 30 anni sentivo l’urgenza egoistica del mettermi in gioco in un contesto nuovo e la spinta umana del definire i confini del contesto stesso. Una piccola comunità di volontari nata all’interno del circolo Pd Pratello (non sono iscritto, tanto per capirci) decise di dedicare il proprio tempo per rimediare a quello che stava succedendo nel Paese aprendo una scuola di italiano. Mi ci fiondai. Lì scoprii che esperienze simili ne esistono molte in città, ed è bellissimo che sia così, perché non bastano mai.

I decreti sicurezza prevedevano, tra le altre cose, una forte riduzione dei contributi destinati ai servizi dedicati alle persone straniere. Tra questi servizi è vitale quello dello sviluppo della conoscenza della lingua italiana. Per conoscere il luogo in cui vivi serve conoscere le parole usate dalle persone con le quali hai a che fare.

I decreti hanno generato inoltre una forte compressione delle occasioni di ospitalità e accoglienza. E questo, banalmente, aumenta l’insicurezza più che la sicurezza. Non serve un essere umano particolarmente brillante per capire che uno straniero senza lavoro, non conoscente la lingua del luogo, sia più al sicuro – per sé e per gli altri – se ospitato e accolto, piuttosto che se lasciato vagare in mezzo alla strada in solitudine.

Questa cosa, a Bologna, mi è stata resa ancora più chiara. Dalle esperienze delle persone che vivevano questo dramma sulla propria pelle, e dalle persone che vivevano il dramma dell’aver perso il lavoro (ridurre i fondi vuol dire tagliare posti di lavoro e ridurre centinaia di famiglie nella povertà, anche qui, non serve un genio per comprenderlo).

Con la giornata di ieri si apre una stagione che non lascia immaginare nulla di buono. Non abbiamo mai fatto mistero di essere una testata di centrosinistra, quindi perdonerete un certo grado di pessimismo. È bene che ci si metta nella testa che bisognerà fare di tutto per difendere quei diritti che sembrano acquisiti per natura, perché non ci vuole niente a perdere quello che si ha già. Basti pensare a quello che è successo negli USA con l’aborto, tema che è stato spaventosamente presente nell’ultima campagna elettorale del nostro Paese. La compressione dei diritti genera insicurezza e angoscia, sempre. Per sé, per gli altri. Per chi ha, per chi non ha.

Sperando che anche questa sia solo una bolla. Mi consenta.

Photo credits: Ansa.it


Un pensiero riguardo “Difendere i diritti da oggi sarà più difficile ma bisogna provarci. A partire da Bologna

  1. Bravo che bella analisi. Sono ben anni duri, difficili. Angoscia e paura per la pandemia, evento lungo, per la guerra e le sue conseguenze catastrofiche su tutta Europa.
    Evento che ancora è in essere e durera’.
    Nuove elezioni con gli esiti che sappiamo.
    È una sorta di guerra anche la nostra.
    La perdita di diritti e welfare genera Angoscia e insicurezza. Sempre e per tutti.
    Certo che difenderemo i nostri diritti.
    I diritti delle donne. Lei non immagina la forza delle donne insieme. Dovrà passare su molti cadaveri, me compresa.
    Grazie

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