Il centro esiste ed è in buona salute: tocca al Pd scegliere con chi stare

La valutazione di Di Biase sull’elettorato di Azione-Italia Viva risciacqua un luogo comune della sinistra, secondo il quale chi non è d’accordo è di destra. Ma la lista centrista ha raccolto l’11% a Bologna ed è quella con i maggiori consensi tra i giovani italiani. Spetta ai dem scegliere se stare con questa gente o con 5stelle e sinistra

di Angelo Rambaldi, Bologna al Centro – L’Officina delle Idee


Nel suo ultimo editoriale (“Il Paradiso all’improvviso”), Pier Francesco Di Biase dimostra sollievo per aver individuato, secondo sue interpretazioni, il senso e l’elettorato della formazione Azione-Italia Viva.

Nel quadrettino di Di Biase si tratta di un segmento di italiani ben adagiati e pure contenti dell’attuale sistema capitalistico, senza troppe pretese intellettuali. Insomma una destra, certo migliore della destra che ha vinto, ma pur sempre di destra.

Di Biase risciacqua così un luogo comune della sinistra, secondo il quale chi non è d’accordo è di destra.

Intanto segnalerei a Di Biase un dato sui flussi elettorali da cui si evince che la lista di Calenda è fra quelle che hanno raggiunto i maggiori consensi fra i giovani. Perché si è giovani anche se non la si pensa come Mattia Santori, pupillo del sindaco Lepore.

Venerdì scorso sono andato a un incontro promosso dalla lista Calenda-Renzi per festeggiare il risultato elettorale (11% a Bologna, nel Pd dovrebbero meditare). Era presente Marco Lombardo, fuoriuscito dal Pd e tornato a Bologna Senatore. Tra quelli che conoscevo e non solo ho trovato tutta gente non certo di destra ma cui sta stretto il cosiddetto “modello Bologna”, ossia quello di un “campo largo”, fortemente strabico.

Perché, lo dico a Di Biase come ai lettori, a Bologna e nel Paese è il Pd che deve  scegliere: o con questa gente oppure con il combinato disposto peronista-laurino dei cinque stelle, ovviamente con l’aggiunta delle varie sinistre a sinistra della sinistra.


3 pensieri riguardo “Il centro esiste ed è in buona salute: tocca al Pd scegliere con chi stare

  1. Questo continuo chiedere a priori da che parte stare lo trovo oramai stucchevole. Ma per fare che cosa ? I contenuti sono il terreno di confronto non le preclusioni. Mi sembra che qualcuno sia tornato alle preclusioni ideologiche del secolo scorso: con i 5S che sono diventati “peronisti” qualsiasi cosa facciano o dicono è NO… Ma Renzi, ad esempio, in passato oltre ad avere dissipato tutto il dissipabile (se Calenda non si rimangiava tutto quello che ha detto, sarebbe sparito dal panorama politico, non dimentichiamolo), non ha avuto comportamenti “peronisti” ? Basta con questo modo di approcciare la politica. Poi magari con i 5S non c’è terreno comune e va bene, ma sui contenuti.

  2. Nella mia testa il modello emiliano è sempre stato provare di coniugare il benessere (letterale) con la giustizia sociale. Oggi per Bologna , come per l’Italia, l’obiettivo è gestire una fase di forte trasformazione ,geopolitica che porta la guerra alla soglie di casa; ambientale con forti costi per la transizione ecologica, crisi energetica ed effetti sulla salute; economica per effetto dela riorganizzazione delle catene di approvvigionamento e della digitalizzazione con pesanti ripercussioni sul mondo del lavoro. Se di questo si tratta e se questo interessa è miope autoposizionarsi servono risposte ampie ( “maggioritarie” ancorpiù con questa legge elettorale) di medio lungo periodo….altrimenti c’è la destra con fede, famiglia e patria e in economia più mercato (deregolato) e meno stato.

  3. È un momento difficile per il mio partito – il PD-, ma mi auguro che nelle fasi di riflessione che ha deciso di assumere, non prevalgano solo ragioni di posizionamento tra raggruppamenti nati per ragioni elettorali.
    Spero che i valori, anche teorici, che la sinistra sceglierà per ridefinire il suo programma, siano più nobili delle gomitate e degli sgambetti usati finora dai contendenti.

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