Rita Bonaga, una vita all’Ansa, firma uno scritto polemico contro il potente uomo politico, mettendo in sequenza le contraddizioni dell’ex presidente del Consiglio e segretario del Pd, tra le ricche consulenze per l’Arabia Saudita del principe MbS, quello indicato dalla Cia quale mandante dell’omicidio del giornalista Khashoggi, gli scontri con il sindacato sull’art.18, il cambio di approccio ai 5 Stelle, l’ascesa e l’abbandono dei Dem. Giovedì 27 ottobre, alle 18, la presentazione alla Libreria Nanni
di Giampiero Moscato, giornalista
Ovviamente i detrattori ma pure i fan di Matteo Renzi farebbero bene a leggere il libro di Rita Bonaga, stampato da Edizioni Pendragon a ridosso delle Politiche che hanno consegnato il Paese al primo governo di destra-centro della Repubblica.
Sia la firma sia la casa editrice sono bolognesi, così come la Libreria Nanni di via de’ Musei che oggi giovedì 27 ottobre alle 18 ospita l’autrice per la presentazione di queste 110 pagine al vetriolo in vendita a 12 euro. Ecco perché ne parliamo su questa pagina, anche perché sono chiamato a conversare con Rita di quest’impresa letteraria, una sorta di longform, dunque articolo particolarmente lungo su una storia che merita un approfondimento, ma nella realtà concepito come pamphlet, scritto rivolto con intento polemico contro un “potente”.
Per una vita all’Ansa tra Bologna, Roma e Venezia, Rita si lancia in un testo che ha l’intenzione di mostrare in chiaro le contraddizioni di uno degli uomini più potenti d’Italia, anche se sembra in caduta libera rispetto ai momenti d’oro.
Il titolo ricalca, sfottendolo, quello di uno dei libri di Matteo Renzi. Controcorrente quello dell’ex segretario del Pd ed ex presidente del Consiglio. Contocorrente (con le due parole unite come nel titolo dell’uomo politico) quello della giornalista, allusione forte chiarita con efficacia dal sottotitolo: Bella vita e opere di Matteo Renzi.
Chiamato a discutere con lei di questo lavoro, il cui montaggio sapiente e brillante trova l’elogio in quarta di copertina di un fuoriclasse del giornalismo quale Furio Colombo, ho accettato di buon grado. Di Renzi ho opinioni forti. Lo considero uno dei principali responsabili della crisi del centrosinistra e non l’ho mai amato, pur riconoscendogli un passo dialettico e una capacità di cogliere l’attimo da grande politico. Sono pure convinto che avesse ragione nella logica (non nell’impianto che gli costruì attorno, men che meno nel trasformarlo in plebiscito a suo favore) di rivedere il sistema decisionale di questo Paese, non a caso citato spesso quale esempio negativo, come nel recente titolo dell’Economist che denuncia la decadenza del Regno Unito con una sola parola: “Britaly”.
Avevo forti motivi per accompagnare Rita in questo dialogo. Dopo aver letto il libro sono ancora più forti. Messe in sequenza, la bella vita e le opere di Renzi fanno impressione, più di quanto ricordassi. L’immagine di questo leader esce ridimensionata non dalle opinioni dell’autrice (che pure non le nasconde) ma dal solo lavoro giornalistico, consistito nel mettere insieme, in sequela logica, le frasi e le azioni di uno spavaldo uomo politico, colto in assoluta contraddizione con se stesso in vari passaggi della vita politica. Rita ha messo insieme i fatti del senatore e ha sottoposto le sue dichiarazioni al vaglio critico. Una tecnica fattualistica che consente di restituire una lettura dei personaggi politici diversa da quelle che il mondo di Facebook e Twitter consente loro di dare di sé.
Grazie al coraggio di cronisti come Rita e di editori come Pendragon abbiamo uno strumento di facile consultazione che ci disegna un ritratto meno avvincente di Renzi. Emerge uno showman che, secondo l’autrice, sarebbe più adatto a lavorare per una tv che a guidare una Nazione. Eloquente il confronto con l’omologo inglese David Cameron il quale, senza averlo promesso, si dimise da Premier il giorno dopo aver perso il Referendum sulla Brexit e, un po’ più tardi, pure da deputato, a differenza del senatore di Rignano che invece aveva giurato che si sarebbe ritirato dalla politica, continuando a seguirla da «cittadino libero e informato». Si sa com’è andata.
Parla, il libro, dei controversi e molto ben pagati rapporti di Renzi con l’Arabia Saudita e con Mohammed bin Salman, indicato dalla Cia come il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Ahmad Khashoggi, squartato a Istanbul nel Consolato del Paese mediorientale dove era entrato per ottenere documenti per il matrimonio. Ci sono poi le fughe dalle domande dei giornalisti da parte di Renzi, i rapporti con i sindacati, l’art.18, le autointerviste, le contraddizioni nei rapporti con i 5 stelle, prima evitati come la peste e poi scelti come interlocutori per far cadere l’altro Matteo, Salvini.
Per poi sfilarsi dal Pd, che aveva guidato con enfasi al 40 per cento delle Europee ma ha mollato al 18 per cento delle Politiche, il risultato peggiore di sempre nella storia di tutte le sigle del principale partito della sinistra. Peggio pure dello “staisereno” Enrico Letta che ha ottenuto il 25 settembre percentuali più alte nonostante le tre scissioni subite, compresa quella di Renzi.
Sono tanti gli spunti che Contocorrente offre. Sarebbe ingiusto spoilerarli. Invito gli interessati alla Libreria Nanni oggi alle 18 e a comprare queste 110 pagine divertenti e documentate.

Complimenti ottimo ed utile articolo
Molto interessante, giudizio equilibrato su un personaggio più televisivo ma da diffidare per guidare un paese